Cassonetti aperti, in taluni casi rovesciati a terra, cartoni e buste della spazzatura tra la neve, topi e cani randagi che rovistano alla ricerca di qualche avanzo da mangiare, odori sgradevoli che invadono impetuosamente le strade ed i vicoli. La raffigurazione poco pittorica di una qualsiasi discarica abusiva? No, il centro abitato di Lagonegro.
I cittadini lagonegresi, infatti, almeno per due settimane, hanno visto la propria immondizia confondersi con il paesaggio, poiché nessun operatore si era interessato alla raccolta.

Questa è una delle tante conseguenze che la grande nevicata della fine di gennaio ha causato. Ma questa volta la neve centra fino ad un certo punto. Andiamo con ordine. Per cinque giorni nevica abbondantemente e costantemente tanto da far, giustamente, saltare il solito giro del camion della nettezza urbana. Fino a qui, nulla di strano. Quello che però è strano è che per altrettanti dieci giorni, nonostante le strade oramai praticabili e sgombre dal ghiaccio, la gestione dei rifiuti è stata rimandata. La causa? Sconosciuta. Si era parlato, inizialmente, della chiusura della discarica di Lauria, dove effettivamente vengono depositati i rifiuti una volta ritirati, ma così non è stato. Tant’è vero che proprio Lauria non ha avuto per fortuna, gli stessi problemi di Lagonegro. Quello che sconcerta ancora di più è che nessun amministratore comunale si è fatto carico del problema, tantomeno vi è stata una qualsiasi forma di critica a tale disservizio. Di sicuro l’impresa che si occupa della gestione della nettezza urbana gode di una certa immunità politica tale da porsi al di sopra alle tante lamentele dei cittadini. Non è nemmeno la prima volta, infatti, che ci si è di fronte a simili immagini di incivile degrado. In altri luoghi, per molto meno si poteva rescindere il contratto di affidamento dell’appalto. Evidentemente, Lagonegro fa eccezione anche su questo, purtroppo.

Il problema della raccolta rifiuti dovrà, in futuro, essere inteso come servizio da rimodernare o da rivedere in termini di investimenti e di coordinamento complessivo. Gli attuali cassonetti sono per la maggior parte fatiscenti e, estetica a parte, compiono solo in minima parte il proprio compito non avendo l’apertura a pedale che consente la chiusura automatica e riduce la diffusione di cattivi odori (soprattutto con la calda stagione) e, in certi casi, dell’immondizia stessa, oltre ad essere una misura specificatamente più igienica. Addirittura la dislocazione degli stessi cassonetti risulta inadatta per la densità di popolazione e soprattutto nei giorni di festività (quando, in altre parole, il servizio di raccolta è sospeso) il danno si mostra e si fa sentire in tutta la sua indecenza.
Per non parlare del fatto che spesso la raccolta avviene fino a mattina inoltrata, contribuendo all’accumulo del pattume in sgraziate collinette che sorgono dagli antiquati cassonetti per deliziare i sensi della popolazione.

Altro aspetto importante è l’intenzione, solo sulla carta, dell’attuale Amministrazione Comunale di aderire al progetto di raccolta differenziata dei rifiuti solidi promosso dalla Regione Basilicata. Tale intervento mira a organizzare le attività di raccolta differenziata su un area campione (costituita da tre comprensori di comuni, ovvero, fascia jonica, Maratea e lagonegrese, Vulture melfese) particolarmente rilevante per la regione Basilicata per la quale, oltre agli aspetti di salvaguardia ambientale, il riordino dei sistemi di gestione rifiuti riversa una valenza di promozione territoriale in un ottica di sviluppo turistico.
Tale progetto, però, giace beatamente nei cassonetti di qualche funzionario e di qualche assessore, poco intenzionati, ahimè, a farsi davvero carico del problema.

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