Da qualche giorno a questa parte, la celebre frase “mi porti il conto per favore” non è più solo prerogativa delle nostre piacevoli “uscite” al ristorante, da soli o con amici. Già, perché adesso, le stesse parole dovremo pronunciarle anche in ospedale. Non saranno più soltanto simpatici e solerti camerieri, in pratica, a riscuotere un pagamento in denaro per quanto generosamente ci è stato elargito. Lo faranno anche i nostri medici. Da poco meno di una settimana, infatti, alcuni dei servizi erogati dai presidi ospedalieri della nostra regione non sono più a titolo gratuito. Per continuare ad usufruire delle suddette prestazioni è ora prevista, invece, la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, ovverosia il pagamento di un ticket. Le prime strutture sanitarie pubbliche ad uniformarsi alle disposizioni emanate in merito dalla Regione Basilicata, sono state le Aziende Sanitarie Locali (Asl) n.1 di Venosa e la n.2 di Potenza. Dal provvedimento sono interessate, in particolare, le strutture ospedaliere di Venosa, Melfi e Pescopagano (nell’ambito dell’Asl n.1), ed il Presidio Ospedaliero di Villa D’Agri (afferente all’Asl n.2). In questi ospedali, ora, alcune prestazioni assicurate dal reparto di Pronto Soccorso sono soggette al pagamento di un ticket sanitario.
All’Ospedale di Villa D’Agri, il provvedimento è operativo dallo scorso 9 febbraio, mentre in quelli di Venosa, Melfi e Pescopagano è entrato in vigore il giorno dopo, il 10 febbraio. Si tratta di una decisione che, oltre ad uniformare, come detto, le strutture sanitarie alle disposizioni dettate dalla Regione Basilicata al riguardo, è tesa ad evitare che i pazienti “abusino” delle prestazioni fino ad ora erogate gratuitamente dai servizi di pronto soccorso degli ospedali. Per chi si reca al Pronto Soccorso è bene sapere, dunque, che d’ora in poi sarà il medico a decidere, a visita conclusa, se il servizio sarà gratuito o, invece, a pagamento. A fare la differenza è una scala di valori che misura il grado di urgenza dell’intervento. Coloro i quali saranno classificati come “Codice Bianco”, vale a dire tutti quei pazienti che non presentano motivi di urgenza, dovranno pagare la quota di compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket). La spesa oscillerà tra i 20 euro, qualora si trattasse di una semplice visita, ed i 35 euro nel caso in cui si dovessero ricevere anche prestazioni specialistiche, diagnostiche e terapeutiche. Il pagamento dovrà essere effettuato presso gli sportelli dell’Ufficio Cassa degli ospedali, per mezzo di un apposito bollettino di conto corrente postale che sarà rilasciato al termine della visita da parte del pronto soccorso.
Oltre al “Codice Bianco”, gli interventi sui pazienti sono classificati in “Codice Rosso”, per tutti i casi di massima urgenza, “Codice Giallo”, per le operazioni che presentano un livello di urgenza medio-alto, ed, infine, in “Codice Verde”, con grado di urgenza media. Tutti i pazienti individuati con questi tre codici non saranno soggetti al pagamento di alcun ticket. L’esonero dal pagamento dalla tassa è prevista anche per i pazienti che, se pur classificati come codice bianco, sono in possesso dei requisiti che danno diritto all’esenzione secondo la normativa vigente. A questi vanno ad aggiungersi anche tutti coloro che, dopo gli accertamenti eseguiti al pronto soccorso, necessitano di un ricovero e quelli che faranno richiesta di un breve periodo di osservazione presso la struttura. Ticket gratis, inoltre, per le persone vittima di un infortunio sul lavoro e per quelle il cui invio alla struttura sanitaria è richiesto dagli organi di pubblica sicurezza o dal proprio medico di famiglia. Analoga richiesta potrà essere effettuata, ancora, dal pediatra, dal medico della continuità assistenziale (Guardia Medica) e per i pazienti che provengono da un altro pronto soccorso. Un avviso, infine, a quanti non volessero pagare. Nel caso di mancato versamento delle somme saranno gli Uffici Legali delle Asl che provvederanno al recupero degli importi dovuti.