Analizzando la nota stampa dell?ENEL, ci accorgiamo che per produrre 35 Mw di energia elettrica verrà utilizzata biomassa del posto. La biomassa locale potrebbe arrivare dalle potature, dai residui di lavorazione del legname, dalle stoppie e erbe secche dei campi, dagli stessi rifiuti delle case come: erbe, oli di frittura, carte e cartoni.
Si omette un grosso problema però: in Italia il costo delle biomasse locali è troppo costoso e limitato, per cui i residui legnosi possono solo arrivare dall?Europa dell?Est e dal Sud America, determinando tutta un?altra serie di problemi indotti. Su questo tema facciamo rispondere uno dei più insigni esperti del settore, il dr Pietro Barducci, responsabile dell?Unità di Sperimentazione della Ricerca ENEL sulle Energie da Biomassa. ??Sembra paradossale, ma spesso è più costoso produrre energia con la legna e con i residui dell?agricoltura locale di quanto non sia far funzionare un impianto con il carbone o con altri combustibili fossili. Il legno, prosegue Barducci, ha un rendimento molto basso se viene usato per produrre elettricità. E questi impianti, per ragioni tecniche, sono piccoli al massimo fino a 25 Mw di potenza, mentre una centrale classica a gas può arrivare a 800 Mw.?-
Noi aggiungiamo che una tale centrale certamente non dà una mano a ridurre la CO2 e il particolato (PM10) in atmosfera: tutto questo in netta contraddizione con i principi del Protocollo di Kyoto che, ricordiamo ancora una volta, dal 16 febbraio 2005 entra nella sua fase operativa di attuazione.