Co.co.co, co.co. pro, coccodéé!!!

nù pensier? n?ossessione ma coccos? sadda fa/ te dic? basta basta basta nun/poss? cchiù stà/ncopp? ò 740 ì mammà e papà/ricattat? ossessionat? /mantenut? parassit?/ma ?sta storia adda fernì vogl?ò salario garantit? [?]
[Salario garantito – 99 posse]

Prima di farci pagare le tasse, il Governo dovrebbe assicurarsi che tutti siano in grado di assecondare quest?onere imprescindibile. Se non ci sono spiccioletti che tintinnano in tasca sarà difficile per una famiglia media italiana affrontare qualunque tipo d?investimento economico, tanto più lo Stato non sarà in grado di garantire un futuro previdenziale a tutti i lavoratori parasubordinati.
Ogni speranza è diventata come vincere un terno al lotto con il 53 sulla ruota di Venezia… Svegliatevi! Non ci sono soldi e li puntate su questo fottutissimo numero che sta diventando peggio del biscottone che le Ong hanno sfornato con la storia della due Simone.

Una recente inchiesta ha rilevato che la vendita della sigarette è diminuita del 30 % , pertanto la categoria dei tabaccai ha dichiarato che se la situazione peggiorerà potrebbero mettersi in mobilità. E? ovvio che anche le casse dello Stato risentono il colpaccio a cui si sommano tutti i buchi degli ultimi anni e la Finanziaria 2005 è lo specchio che da il riflesso. Si aggirano gli ostacoli, per scovare la via migliore, la più indolore. Come ipnotizzati da Casella ci tolgono i soldi dalle tasche e non ce n?accorgiamo: per coprire i buchi anche l?operazione illecita diventa legittima.
Lo Stato rende viziosa la Società: risucchia il denaro alle sue vittime per continuare a campare. E? un vampiro che si nutre del sangue delle sue amanti. Chi va a giocare al lotto nel 90% dei casi non darebbe una lira in più di quanto già da alle casse del Fisco. Si confida nella sorte, ma se è anche la sorte ad essere manipolata cosa accade?..

Possiamo sperare di non andare all?Inferno? Oppure i nostri strozzini ci spediranno per direttissima fra le fiamme degli inferi e loro si assicureranno un posto in prima file fra le schiere d?angeli del Paradiso? E? stato annunciato malvolentieri che i dipendenti di una ditta di pulizia degli uffici della Corte d?Appello di Potenza rischiano il posto di lavoro a partire dal prossimo 2 febbraio. Il fatto tanto triste è stato riferito in Consiglio Regionale dal capogruppo del PDCI Nardiello che ha incontrato una delegazione di lavoratori, i quali hanno reso noto di aver ricevuto comunicazione dall?amministratore unico della ?Pulitecnica srl? di Benevento. L? azienda sospenderà il servizio da mercoledì prossimo in mancanza dell?erogazione del credito maturato per i servizi svolti negli ultimi mesi del 2004. Complessivamente l?azienda, che ha puntualmente rispettato il pagamento delle retribuzioni ai propri lavoratori, vanta un credito di poco più di 116 mila euro. Nardiello ha annunciato che avvierà un?iniziativa nei confronti dell?Amministrazione Comunale a cui spetta la gestione dei servizi di pulizia e manutenzione degli uffici giudiziari per individuare una soluzione immediata, scongiurando la perdita dei posti di lavoro. Mi rendo conto ? dice Nardiello ? che la gestione finanziaria dei servizi è particolarmente onerosa e grava sul bilancio del Comune capoluogo; non a caso, da tempo è oggetto di confronto tra il Comune di Potenza e il Ministero di Grazia e Giustizia, ma in attesa di individuare canali finanziari appropriati per ora è necessario garantire la prosecuzione dell?attività, nell?interesse dell?intera collettività regionale e dei lavoratori coinvolti, loro malgrado, nella vicenda. E se non ci dovesse essere un accordo risolutivo, quali saranno le sorti dell?azienda?

I casi sono molteplici, tanto per saltare da un argomento ad un altro, vi annuncio cosa potrebbe accadere: il singolo dipendente, si avvierà alla ricerca di un altro lavoro.
Ma la nuova strada è dura, insidiosa priva di punti di riferimenti. Questo accade per un operaio semplice ma anche ad un giovane architetto appena laureato, provvisto di una nomina specialistica che gli è costata anni di studio, soldi e sacrifici. La lista dei Precariati o degli Atipici si fa sempre più lunga. Un contratto a tempo indeterminato è peggio del Superenalotto (per rimanere coerenti con quanto detto prima).

Colpa della flessibilità, colpa delle nuove leggi sul lavoro che si dimostrano giorno dopo giorno malfatte. Flessibilità in Italia? La flessibilità funziona in quei paesi dove:
? c’è molto lavoro e non l’eterna recessione;
? i bravi vengono premiati e STRAPAGATI;
? i datori di lavoro selezionano i lavoratori per le loro capacità e non per amicizia o convenienza personale;
? la qualità delle competenze richieste ai lavortori è alta,
? l’Università funziona e forma bene le persone, non regala la laurea a tutti;
? chi guida il paese cerca di ottenere prestigio internazionale (che significa maggiore possibilità di lavoro per i propri cittadini);
? le aziende cercano di guadagnare fette di mercato mondiale, non di rubacchiare soldi ai propri concittadini.
In questo modo, si può vivere anche ricevendo stipendi a singhiozzo (tutto è flessibile, non solo il lavoro), la maggior parte delle ricchezze del paese NON sono proprietà solo di qualche "fortunato" e della sua schiera di amici/parenti/ etc. etc. La precarietà è sempre esistita e quindi non ci sono disuguaglianze sociali clamorose tra chi è precario (=giovane e sfigato) e chi no (= meno giovane o raccomandato). Nei paese dove la flessiblità funziona bene: la classe manageriale è composta da persone capaci e non da arrampicatori sociali che scaricano sugli ultimi livelli tutte le loro responsabilità mentre nuovi acronimi ci confondono la mente. Co co co .. co co pro.. coccodèè !! Che confusione: il lavoratore manipolato viene fregato e nemmeno se ne accorge.

A Matera come Milano sono sempre di più le irregolarità contrattuali a carico dei co.co.pro (controtto di collaborazione a progetto) e dei lavoratori part time con conseguente: sfruttamento del soggetto, il non riconoscimento reale delle sua professionalità, il ridotto afflusso alle casse previdenziali e fiscali. Prima il co.co.co (contratto di collaborazione coordinata e continuativa) adesso il co.co.pro è utilizzato in maniera troppo flessibile.
Si fa di una forma contrattuale già di per sé elastica, un uso ancor più improntato alla flessibilità. E pensare che tra il pacchetto legislativo Treu e poi quello Biagi, oggi gli strumenti legislativi per la regolarizzazione effettiva dei lavoratori ci sono tutti. Questo indica che spesso è l?impresa ad avere la volontà di non regolarizzare i lavoratori per tenere bassi i costi. In termini tecnici, questo fenomeno si chiama ?lavoro in grigio? per distinguerlo dal lavoro totalmente sommerso ?al nero?. Questo fenomeno di lavoratore parzialmente non riconosciuto che si attua anche ad esempio con straordinari o somme fuori busta paga, è ben radicato in Basilicata nei comparti dell?edilizia con l?ingresso d?extra comunitari nei settori calzaturiero e tessile.

Non fa eccezione però, neppure il settore dell?Ict e dell?informatica dove il sommerso in grigio, riguarda manodopera ad elevata specializzazione. ?La parte più consistente di questo tipo di lavoro si annida nei part time, nei contratti a termini. Tutte forme contrattuali queste, che possono celare dei rapporti lavorativi di tipo subordinato. Il lavoro al nero non è stato totalmente debellato bensì prolifera in alcuni comparti come quello dell?assistenza familiare (badanti) con tanto di caporalato come si conosceva nel settore edilizio e agricolo. Sempre ?al nero?, lavorano extracomunitari, studenti, pensionati (questi soprattutto nel settore mobilificio) e finti disoccupati nei settori del turismo, e nei piccoli esercizi commerciali. Oggi le imprese hanno tutti gli strumenti per assumere regolarmente pagando molto meno di 10 anni fa. Sorrido amaramente di fronte a contratti a progetto del tipo ?gestore di stoviglie? per indicare un addetto alla cucina. Dietro queste strane diciture, infatti si può annidare una serie di gravi irregolarità cosa che i 17 ispettori dell?Inps spesso riescono a scoprire. Devo denunciare anche una serie di stranezze come la nascita d?imprese d?extracomunitari il cui scopo non è tanto svolgere attività lavorativa bensì regolarizzare altri extra comunitari. Ma allora la flessibilità può funzionare da noi? Fatta la legge trovato l?inganno. E? il caso di Maurizio F. che si racconta: Porto l’esempio di mia moglie. Lei, laureata in architettura, lavorava con un co.co.co (contratto di collaborazione continuativa) in uno studio d?architettura di un geometra. Quando è saltata fuori stà riforma il capo ha deciso che sarebbe stato troppo rischioso trasformare il co.co.co in co.co.pro perchè se un’ispezione rivela che si tratta di un modo di mascherare una forma di lavoro subordinato scatta l’obbligo d?assunzione. Così l’ha costretta ad aprire la partita IVA, ma quel che è peggio è che ha lasciato i contributi inps a carico suo. Approfittando poi della scarsa dimestichezza con la novità della partita iva ha poi ingannato mia moglie facendogli credere che lo stipendio fosse al netto dell’iva, quando invece l’iva è risultata essere a suo carico. Oltre al (doppio) danno la beffa… mia moglie ora lavora in un’altra azienda (con co.co.pro).

Secondo me dovrebbero esserci dei limiti fissati per legge, per esempio un contratto di consulenza dovrebbe dare uno stipendio almeno del 20% maggiore dell’equivalente lavoro dipendente Con il Contratto a Progetto hai tutti i doveri del dipendente, ma nessun diritto. Con questa formula, e con tutte le altre fantasie della Legge 30 (vedi il Lavoro a Somministrazione), questo governo non ha fatto altro che far diventare la precarietà, un principio di legge.

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