Perché mi soffermo principalmente sulle lettere da lui scritte?
La lettera non solo è una forma di scrittura antichissima, ma è anche così versatile da consentirci di cogliere quella spontaneità propria che la caratterizza.
Quelle di Fortunato sono lettere private scritte a persone a lui care oppure particolarmente coinvolte nella sua esistenza.Tanta è la libertà espressiva ed il linguaggio è pensato e adattato in funzione del destinatario.Nella stesura delle lettere, lo scrittore si riferisce, senza ulteriori specificazioni a determinati fatti ed eventi verificatisi in precedenza (a volte non manca di certo l?ironia).
A G. Salvemini, Fortunato scrive spesso.Il bisogno di comunicare è davvero forte e solo lui è in grado di comprenderlo e stargli vicino.Il nostro scrittore ringrazia Dio di averlo incontrato e l?unico rimpianto è forse quello di non averlo conosciuto prima!
[?] ?Tu, fratel mio carissimo, puoi e devi leggermi nell?animo. Ricordi?Non poco occorse perché noi ci avvicinassimo e ci conoscessimo.
[?] Fummo presto amici del cuore?.
La malattia rende sempre più difficili e tristi le giornate di Fortunato, ma nonostante il dolore fisico il pensiero è sempre lì, all?Italia.Ha piena coscienza della miseria morale della nostra terra.
?Quel che accade in Basilicata, pel fascismo, non ha nome!?
Di chi è la colpa? Forse di abitanti indegni di ogni considerazione?
Singolare è la lettera del 17 novembre 1923, scritta a Lombardo Radice, nella quale fa delle considerazioni in merito alla scuola elementare.
[?] ?Tutto e solo dipende dal valore personale e morale del maestro; e che niente, assolutamente niente di più efficace sia quanto il maestro che sappia legger bene, e che frequentemente legga, legga, legga:mi è rimasta la certezza, che il miglio educatore sia il miglior lettore??
Fortunato, dunque focalizza in modo particolare l?attenzione sull?educazione alla lettura.Essa contribuisce all?ideale della paideia, ossia alla crescita culturale e spirituale dell?uomo.
Le considerazioni fatte dallo scrittore sono attuali. Oggi, infatti, il libro di lettura vive una stagione difficile in quanto deve concorrere con i ?pericolosi? mass media. Essi privilegiano il mondo informativo rispetto a quello formativo, ma davvero il libro può sentirsi minacciato?
Penso proprio di no. Solo il libro è in grado di realizzare concretamente con l?utente un rapporto personale, diventando così l?inseparabile compagno di vita.
L?educazione alla lettura non è compito esclusivo dell?insegnante, ma anche della famiglia e della società.
Spesso per i docenti non è poi così semplice e immediato proporre dei libri da leggere. La scelta di un libro richiede anche un impegno di natura etica che non impone determinati gusti, preferenze, orientamenti ideologici e culturali, ma fa appello ad un autentico pluralismo che esprima il rispetto per l?allievo e potenzi anche la sua possibilità di autoeducarsi.
Bisognerebbe accostarsi maggiormente alla lettura. Lo scrittore scrive sempre per l?altro anche quando, almeno in apparenza, l?opera sembri priva di un destinatario, come nel caso dell?autobiografia, del diario.Scrivere per l?altro non implica necessariamente scrivere dell?altro.
Anche chi scrive solo di se stesso ha davanti a sé un ?tu?. Quante volte, infatti, si dice ?quel libro lo sento in qualche modo mio?;non ci si sbaglia affatto, è vero, ciascun autore scrive per l?altro, per ognuno di noi.
E? la lettura che favorisce l?habitus a leggere criticamente la realtà nella sua complessità.