Il Gruppo d?Opposizione del Comune di Viggianello ? CIVILTA? SOLIDALE ? raccogliendo gli umori e le preoccupazioni della comunità viggianellese e delle popolazioni della Valle del Mercure, avendo a cuore la salute dei cittadini e il progresso socio-economico in una cornice sana, pulita, eco-compatibile del territorio del Parco Nazionale del Pollino, constata la evasiva considerazione che gli Enti locali stanno mostrando sulla imminente riconversione a Biomasse della Centrale del Mercure, e alla luce dell?incontro-dibattito tenutosi sabato 22 gennaio 2005 da noi organizzato, prende una netta posizione contro questo tipo di modello a Biomasse che l?ENEL sta per avviare sul vecchio sito industriale del Mercure ed è per la sospensione dei termini di messa in esercizio della Centrale prevista per il mese di maggio 2005. Auspica che in tal senso si pronuncino al più presto i Consigli Comunali.
Nel condividere la posizione assunta dal Comitato Salute e Ambiente del Pollino, dal WWF BASILICATA, dall?Accademia Kronos, e dai VERDI BASILICATA, CIVILTA? SOLIDALE ribadisce come a monte di questo delicato progetto sia mancato il pieno coinvolgimento degli enti locali della Basilicata, delle comunità del Pollino e dei cittadini della Valle del Mercure, nonostante la centrale ricada in area Parco, sul confine del territorio calabrese, nel Comune di Laino.
1. Ciò che preoccupa è che a circa cento giorni dalla apertura della Centrale del Mercure (unico segnale alle popolazioni locali è un inquietante cartello luminoso che scandisce il Kount-down dall?apertura), non sono stati resi noti i criteri per l’approviggionamento del combustibile per l?impianto che ha una potenza netta di circa 35 MW elettrici per il quale servirebbe – secondo quanto indicato dal WWF – un?alimentazione di non meno di 320.000 tonnellate/anno di combustibile con un dimensionamento dunque elevato in rapporto a quella che invece è la media delle centrali alimentate a biomasse che si aggira invece intorno ai 10-12 MW elettrici. Il quantitativo di biomassa previsto per il suo funzionamento non sarà certamente reperibile nell?area in questione. Ciò determinerebbe un afflusso di materiali da altre aree geografiche, che ? in una logica di sviluppo eco-sostenibile ? è antieconomico, è rischioso e non dà alcuna garanzia sulla qualità e sul tipo di materiale bruciato dalla Centrale. Oltremodo: le dimensioni della Centrale (la più grande d?Europa nel più grande Parco d?Europa!) stridono ampiamente con il contesto territoriale e da un punto di vista occupazionale interessano per poco tempo (giusto quello per realizzare il progetto) soprattutto i settori produttivi indotti, con l?utilizzo di poche maestranze locali, per lo più impegnate nei lavori di subappalto e di supporto al ciclo produttivo. Non è prevista l?assunzione di nuovi addetti al funzionamento della Centrale quando entrerà a regime, mentre in riferimento al bilancio energetico regionale, non apporterebbe alcun effetto sull?efficienza energetica rispondendo solo a logiche di mero profitto aziendale basato sullo sfruttamento degli incentivi pubblici per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. E’ risaputo che le centrali a biomasse debbano essere di piccole dimensioni e servire per le popolazioni locali (riscaldamento delle abitazioni, serre agricole, ecc.), questa è di grosse dimensioni e dovrebbe produrre energia da vendere altrove. A ciò si aggiunga che un luogo deputato allo sviluppo turistico-ambientale e di valorizzazione delle risorse locali (agro-alimentari, ricettive, dei prodotti tipici, storiche, ecc.) ? sconcerta il fatto che una delle Autorizzazioni a che la Centrale si faccia sia stata concessa addirittura dell?Ente Parco – perché mai dovrebbe accogliere qualcosa che in termini di ricaduta di sviluppo dell?area non porta nulla, anzi mortifica un territorio già ampiamente dimenticato e offeso?
2. L?obbligo di un impiego, nel ciclo di combustione, di sole biomasse di origine vegetale (rifiuti della lavorazione del legno non trattati e scarti vegetali da attività agricole, forestali, e agroalimentari) riportato nell?autorizzazione rilasciata dal Settore Attività Economiche e Produttive della Provincia di Cosenza in data 02.09.2002, non implicherebbe per la società alcun vincolo definitivo in quanto potrebbero venire utilizzate altre tipologie di rifiuti, purché comprese in quelle indicate nel D.M. 05.02.1998, previo adeguamento a quanto previsto dall?art. 33 del D.Lvo 22/97 (decreto Ronchi sui rifiuti). In sostanza, l?impianto pur se classificato a ?biomasse vegetali? potrebbe successivamente sfruttare altri tipi di materiali, anche di rifiuti e scarti di lavorazione, con caratteristiche molto diverse da quelle in origine dichiarate, con gravi ripercussioni sull?ambiente e la salute a causa dell?inquinamento. A questo importante aspetto bisogna aggiungere quello relativo all?impatto ambientale derivante dal trasporto dei materiali, sia in entrata (biomasse) che in uscita (residui e ceneri della combustione) che secondo la valutazione del WWF fatta in relazione con quella di altri progetti analoghi, richiederebbe non meno di 80 TIR di media portata al giorno per i 250 giorni lavorativi all?anno, ai quali sarebbero da aggiungere altri TIR per la rimozione delle ceneri prodotte. Il massiccio traffico autoveicolare su strade inadeguate e utilizzate in primis per i bisogni essenziali e lavorativi delle popolazioni locali è un danno notevole per l?area (?inquinamento transfrontaliero?).
3. La prevista esclusione dell?area della Valle del Mercure interessata dal progetto dai confini del Parco, lascerebbe chiaramente intravedere come la centrale invece crei seri problemi di compatibilità con l?esistenza del Parco stesso, coinvolgendo in negativo l?impatto in territori comunali lucani quali quelli di Rotonda, Castelluccio inferiore e Superiore, Viggianello. Ricordiamo che da un punto di vista dell?inquinamento atmosferico la Centrale emette fumi che facilmente raggiungono i comuni sopra elencati, tutti nella cerniera montana della Valle, come è già avvenuto quando la centrale funzionava a lignite o ad olio combustibile (l?esposizione a gas tossici è sicuramente causa di malattie respiratorie e tumori delle vie aree). Per non parlare dei materiali depositati nell?area di stoccaggio che possono inquinare le falde e il fiume MERCURE-LAO, il cui corso è una fonte ambientale integrata nell?eco-sistema del Parco e viene utilizzato dalle Guide locali e dalle Società di Rafting di Laino Borgo (CS) per le escursioni e come opportunità di sviluppo turistico per l?intera area del Parco.
4. Il Gruppo d?Opposizione del Comune di Viggianello ? CIVILTA? SOLIDALE ? chiede che le comunità locali e le amministrazioni siano pienamente coinvolte nelle decisioni che riguardano il proprio territorio, diffidando da quella che sembra la solita politica delle scelte calate dall?alto e di lobby politico-industriale. Stiamo dalla parte del Comitato per la Salute e Ambiente del Pollino quando risponde all?on. Pittella con testuali parole: ?le autorizzazioni sono semplici pezzi di carta che non bastano a farci stare tranquilli, soprattutto se provengono da un Ente che negli ultimi anni non si è distinto per zelo nella tutela del Paesaggio e nella promozione dello sviluppo economico del territorio?, confortati dalla certezza che le Autorizzazioni ?servono solo per i poteri economici e politici forti, ma non per il cittadino comune.?Di contro riteniamo che il parere sul progetto debba essere espresso anche dalla Provincia di Potenza e dalla Regione Basilicata. Una strana congiuntura (ma non estranea alle leggi della politica impositiva e del tirare a campare, specie se a seguito di promesse elettorali dopo le recenti consultazioni amministrative), si sta consumando sulle spalle e sulla salute dei cittadini che sono attratti dal miraggio del ?posto di lavoro?, dal ?ricatto occupazionale?, dalle ipocrisie dei Sindaci poco coraggiosi a prendere nette posizioni contro un progetto che non apporterà alcun vantaggio economico per l?area. Come potrà mai presentarsi in un futuro a breve-medio termine, qualora la Centrale entrasse a regime, un territorio che, con i suoi cittadini, le sue Associazioni di Sviluppo alimentare, produttivo, turistico e gli Enti Locali – sta cercando faticosamente di imporre i suoi investimenti, vedendosi così svalutare (e vanificare) fino a questo momento tutti gli sforzi posti in essere per far decollare questo territorio?
5. Considerato che tutto questo si sta realizzando all’interno di un Parco Nazionale, non possiamo che ritenerlo decisamente opposto con il tipo di sviluppo che quest?area si è data e che comincia a dare i primi frutti in termini di sviluppo, di immagine e di occupazione. Facciamo appello a questo punto alla COSCIENZA POPOLARE, perché sensibilizzi, come è successo nell?incontro di sabato 22 gennaio 2005, le Amministrazioni Locali, l?Ente Parco, le Associazioni presenti nei vari comuni, i Partiti Politici, il mondo dell?Ambientalismo, le Guide del Parco e le rappresentanze delle varie categorie produttive a ribadire questi seri interrogativi che il Gruppo si è posto e pone agli Amministratori favorevoli alla riconversione della Centrale del Mercure e ribadisce la sua netta posizione a fianco di tutti i cittadini preoccupati e contrari a questa riconversione.
Dott. Domenico Lauria
Capogruppo d?Opposizione
al Comune di Viggianello
?CIVILTA? SOLIDALE?