Il comune di Brindisi di Montagna è un?antica roccaforte di origine medievale, il cui toponimo risale all?antica colonia greca presente in Puglia. In seguito a una migrazione della popolazione e al successivo insediamento in Lucania, ha reso possibile l?utilizzo dello stesso nome, Brindisi, per l?appunto. Un antico documento del 1274, inoltre, attesta l?esistenza in Basilicata del comune di Brundesi de Montanea, che risulta essere l?arcaico nome del borgo.
A partire dal 1478 l?area accolse ceppi di origine albanese, in fuga dalla terra natia a causa delle invasioni nemiche. I turchi, in effetti, durante tale periodo conquistarono la fortezza di Corone (città mista di greci e albanesi) nel Peloponneso. Gli arrivi di gente dall?Albania proseguirono nei secoli e nel 1774 giunsero altri gruppi guidati da Pangiota Cadamano, detto Phantasia, nel corso di quella che sarà l?ultima migrazione di albanesi in Italia.
Il borgo sorge su uno sprone, che si innalza al di sopra di due torrenti, entrambi alla destra del fiume Basento e antico centro abitato brindisino è di origine romana; sono state, infatti, rinvenute delle epigrafi funerarie, le quali sono considerate delle attestazioni certe. L?intero paesino è costruito attorno alla struttura principale che è il maniero, la cui datazione risale al XIII secolo. Il feudo di Brindisi di Montagna appartenne a differenti dinastie nobiliari, tra le quali i Sanseverino o gli Antimori. Esso fu conquistato, in aggiunta, dai Longobardi, i quali costruirono un maestoso castello, ristrutturato in seguito dalla famiglia Antinori, al fine di difendersi da incursioni e razzie saracene.
Dell?antica e originaria roccaforte restano delle suggestive rovine, ossia una pianta poligonale allungata con un cortile antistante e differenti ambienti di servizio. Si scorge, inoltre, una scalea che conduce all?ingresso principale e una scalinata scavata nella roccia che raggiunge il primo piano e la torre quadrata. Quest?ultima divenne una chiesetta dedicata a Santa Maria delle Grazie. La pieve di San Nicola è un altro edificio di pregio. Essa conserva dipinti del XVII e del XVIII secolo e fu completata nel 17° evo. L?interesse paesaggistico e ambientale sono notevoli e si legano inscindibilmente all?architettura del paesello.
Un altro dei pregevoli monumenti brindisini è il complesso monastico dedicato a San Demetrio, anche detto Grancia di San Demetrio o Grancia di Caterina, il quale è collocato sul tenimento detto di pietra Morella. Esso ha la struttura di una masseria fortificata, nella quale i monaci svolgevano sia le funzioni religiose, ma anche le attività agricolo-pastorali per la sopravvivenza e vivevano una vita comunitaria di fratellanza e povertà. Il 1462 il principe Nicola Sanseverino, di Bisignano, consegnò il castello ai padri Basiliani. Nel 1500 la gestione passò ai padri certosini di Padula e nel 1700 circa il nucleo originario fu esteso e ingrandito sia fisicamente che per numero di attività svolte all?interno delle mura. I padri, infatti, curavano e gestivano vigneti, boschi, giardini, mulini e ovili, producevano, inoltre, latte (e derivati), nonché ortaggi. Il maniero nel 1809 fu venduto ai baroni Blasi di Pignola (PZ), i quali ne cedettero una sezione alle famiglie Tramater e Materi. La Grancia di San Demetrio fu controllata, infine, dai monaci certosini dalla Certosa di Padula. All?interno è situata la pregevole torre di San Lorenzo martire, la quale ha un?unica navata centrale, un altare di pregevole fattura e un trittico ligneo del XVIII secolo.
Il comune di Brindisi di Montagna subì gravi danni in seguito al terremoto del 1694 e fu distrutto quasi interamente dal violento sisma del 1980. Successivamente venne ricostruito e oggi la crescita sembra più tangibile, anche per i novelli impieghi a cui è destinata la foresta Grancia, che cresce ai piedi del monte sul quale è edificato il paesino. Lo spettacolo estivo, in effetti, è fonte di attrazione per gruppi di visitatori, i quali scoprono la storia recente della Lucania e le antiche tradizioni arbereshe a cui il paesino è strettamente legato.