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Lavoro garantito?

La Cisl confida nella possibilità di migliorare i compromessi

Aprire tavoli di confronto su crisi industriali e Mezzogiorno; stanziare risorse per gli ammortizzatori sociali, per le aziende in crisi (a febbraio scade la cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, per molte imprese e ”le risorse stanziate in finanziaria per far fronte a questa situazione sono assolutamente insufficienti), forti investimenti per la formazione “perché senza risorse umane non si può fare innovazione e quindi ne risente la competitività”, ma anche “valorizzare le pensioni dei pensionati con gli assegni più bassi”.

Queste le richieste avanzate ieri dal segretario generale Pezzotta nel corso del vertice sulla competitività con Governo e Confindustria.
”Quello che chiediamo – ha detto – e’ un programma d?interventi da qui a fine legislatura.
Ora la palla e’ nelle mani del governo. Il sindacato ha raggiunto “uno degli obiettivi prefissati”: portare l’attenzione del paese sulla grave situazione economica e mettere fine “al ragionamento ottimista, secondo cui tutto va bene”.
“L’azione sindacale ? prosegue- riesce ancora a determinare alcune situazioni: fino all’altro ieri le crisi sono state negate?.

Questo Natale l?abbiamo trascorso in agonia, sempre con gli occhi vigili per capire come
le realtà della nostra Regione si stessero evolvendo.
Lsu – exLsu, un gran pastrocchio ordinato per vostra fortuna da una cronistoria proposta di recente, dallo stesso direttore.
Per il momento la situazione sembra positiva ma a noi pare solo un volgare ?contentino?.
Facciamo presente che sono state garantite circa 101 giornate di lavoro nel 2006 a tutti i lavoratori impegnati negli interventi di forestazione in Basilicata.

Quanto annunciato è riportato nel documento di bilancio di previsione 2005 messo a punto
dalla Regione Basilicata che nei prossimi giorni sarà all’attenzione del Consiglio regionale.
Cisl e Fai di Basilicata si dichiarano soddisfatte e ritengono che questi sviluppi siano buon segno
per gli oltre 5 mila lavoratori del settore.
Questo vuol dire che molteplici sollecitazioni ed iniziative di lotta messe in campo dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali negli ultimi anni sono servite a qualcosa??
Si vedrà quando scadranno i 101 giorni promessi come regalo post natalizio.
Intanto Nino Falotico (segretario generale della Cisl) e Antonio Padula (segretario regionale della Fai) ci fanno presente che si attendono nuove iniziative da parte della Regione stessa.
Presto sarà vivo, infatti, un tavolo di confronto con Bubbico, nostro presidente della Regione; i prossimi obiettivi si dipingono tra quelle che potrebbero essere le possibilità di aumento delle giornate lavorative ovviamente nel settore forestale..
Il discorso quasi non fa una piega: adesso sono stati concessi questi 101 giorni, tirando la corda si potrà quasi sicuramente strappare quello che i lavoratori si meritano e cioè altre giornate lavorative e nuovi contratti..
Il discorso ci sta nelle previsioni, ma nulla è scontato.
Se ciò non dovesse accadere?
Siamo di nuovo punto e daccapo, nella medesima situazione, consapevoli che la flessibilità garantita anche da altre occasioni non è che un nuovo contentino: equivale a dire che ?siamo destinati a lottare per sopravvivere?.
La lotta non è solo azione che identifica una classe, una categoria, un colore politico o la voce sociale; a volte è l?unico strumento in grado di far risuonare l?angoscia a chi tra le mani
ha ben poco.

Lo strapotere è ciò che insudicia le pareti dei nostri simboli istituzionali, ognuno continua a tirare l?acqua al suo mulino e così c?è chi scappa, decide di fare armi e bagagli scrollandosi di dosso il peso di una società regionale chiusa, viziosa malata.
Lavoro precario, gestione enti sanitari, pessimi, quadro ristretto meno che mediocre. Le nostre donne – pensate – sono in coda alle liste che numerano categorie e livelli occupazionali dei paesi europei.
Eppure siamo al centro di un sistema Regionale importante. La Basilicata è una zona di passaggio, circondata da ben tre grosse realtà. Puglia, Campania e Calabria (cuore del Mezzogiorno caricato dalle nostre stesse sorti) da un bel po? stanno dimostrando di riuscire a rinnovarsi..
In questi giorni si parla di ?guerra degli embrioni?: il diritto alla procreazione è sacrosanto. Ognuno la veda come vuole ma nessuno può imporre dei limiti tanto meno massificare un scelta che in teoria avrebbe anche altre vie d?uscita.

I nuovi arrivati nel 2005 non sanno che gli aspetta, almeno nella nostra vanitosa Regione a
doppia denominazione. Come si fa per rimanere piccoli??