Il tratto greco che si è più diffuso al di fuori dei territori della Grecia antica è il mito.
Nelle forme letterarie e rappresentate della tragedia come in quelle materiali delle arti plastiche esso ha attraversato i paesi dell’antico Mediterraneo.
Passando per decenni e poi secoli attraverso le memorie narrate delle comunità ed i gesti sapienti degli artigiani, il mito greco è giunto fino nei territori più astratti delle arti moderne e contemporanee, e negli spazi più o meno occulti delle comunicazioni politiche degli stati – dall’Impero romano agli stati europei della prima guerra mondiale.
Il discorso mitologico sembra essere il linguaggio universale per eccellenza, un tratto culturale che ha accomunato proprio tutte le comunità umane di tutti i tempi.
Tuttavia il discorso mitologico con cui abbiamo familiarità noi “occidentali” è legato all’esperienza arcaica della Grecia e si riferisce ad una fase aristocratica che si perde nella notte dei tempi…anche se i tempi di questa parte di Europa sono abbastanza giovani rispetto al resto del Mediterraneo antico: ancora Erodoto fa dire ai sacerdoti egiziani che i Greci in fondo sono solo dei bambini!!!

Un nuovo valore assume il discorso mitologico quando ormai è stato elaborato quello storiografico: ovvero il mito mostra una nuova coscienza culturale quando si affianca ad una nuova coscienza,quella della storia intesa in senso moderno.
La mitologia greca trova così una rielaborazione ed una continuazione letteraria all’interno della cultura romana, rinnovando i suoi splendori a partire dal Quattrocento, quando ha inizio la riscoperta filologica dell’antichità.
Così le vicende degli eroi e delle eroine, di dei e semi-dei, di donne dalle nozze soprannaturali, e i fatti di guerre e di ritorni antichissimi sono giunti fino a noi: dipinti sulle pareti delle lussuose abitazioni romane, scolpiti nei marmi pregiati, persino intessuti su stoffe e sbalzati su gioielli, richiamati ed imitati da manifatture ottocentesche, riecheggiati da artisti moderni fino ad essere ossessivamente collezionati e fatti oggetto di un mercato internazionale!
E’ così che ce li hanno rappresentati gli allestimenti di Palazzo Reale, a Milano, attraverso il percorso tematico: “Miti greci. Archeologia e pittura dalla Magna Grecia al collezionismo”.
La nostra milanese, inaugurata nel mese di ottobre e curata da Gemma Sena Chiesa e Ermanno Arslan nell’ambito di un progetto sul “Mito oltre il mito” (serie di eventi sul tema che si svolgeranno nella regione Lombardia fino al mese di aprile 2005) partiva infatti dalla valorizzazione della produzione artistica magnogreca, sottolineando l’importanza che in essa avevano il soggetto ed il richiamo alla mitologia. Il materiale archeologico in mostra copre un arco cronologico che va dalla seconda metà del V secolo alla fine del IV secolo: dal periodo cioè in cui una produzione locale si affianca e gradualmente sostituisce la produzione ceramica di importazione greca, fino al fiorire della produzione tarantina che accompagna la fortuna delle vicende politiche della città pugliese.Le manifatture in mostra sono così quelle relative ai terirtori della Magna Grecia: Crotone,Turii,Sibari, e poi i numerisissimi centri apuli da Arpi,nel foggiano, ai territori tarantini.
Per la Basilicata il record archeologico si riferisce ai centri di Pisticci, Metaponto, Eraclea e Siri.

Gli stili della ceramica magnogreca sono definiti in base ai periodi ai terirtori di produzione e alle caratteristiche tecniche ed artistiche.Le manifatture sono cinque: “lucana”, “apula”,”campana”, “pestana” e “sicula”.
Le rpime manifatture tuttvia, quelle più antiche, sembrerebbero dovute a maestranze greche impiantatesi su territorio metapontino (Pittore di Pisticci e Pittore di Amykos ad esempio), per questo vengono definite proto-lucane.
La mostra raccoglie alcune delle opere più famose ed incredidibi degli artisti artigiani della Magna Grecia -come il vaso Hamilton, il cratere dell’officina del Pittore di Dario, le produzioni della fabbrica ottocentesca Giustiniani- veri e propri tesori provenienti da molti musei italiani e stranieri: insomma un’occasione ottima per scoprire il meraviglioso patrimonio archeologico testimone della cultura ricca, raffinata e guerriera che ha occupato un tempo questi nostri assonnati territori meridionali.

La mostra “Archeologia e pittura dalla Magna Grecia al Collezionismo” è visitabile a Palazzo Reala – Piazza Duomo 12 I Milano (20122) – ancora fino al 23 del mese di Gennaio 2005:
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 09.30/20.00 (ingresso fino alle ore 19)
giovedì e sabato 09.30/22:00 (ingresso fino alle ore 21)
lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.

Per informazioni: 02/80509362

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