Sinistra Giovanile:
Siamo convinti anche noi che sia necessaria una svolta per l’ateneo lucano ma allo stesso tempo crediamo che una svolta la debba dare anche la pura e becerea demagogia della Casa delle Libertà lucana sul tema Università.
Aspettiamo dagli esponenti lucani del centro destra una seria analisi sulle questioni e non una affannosa rincorsa dei temi della politica. Anche noi riteniamo necessario conoscere le ragioni di questo slittamento nell’approvaziomne dei bilanci ma non possiamo dimenticare che l’ennesimo colpo duro, forse mortale, dato dal governo berlusconi con la finanziaria al Sistema universitario nazionale, in termini di ricerca e diritto allo studio, certamente non agevolerà lo sviluppo del nostro ateneo che, seppur piccolo si caratterizza per la sua eccellenza, anche per gli strategici investimenti del Governo Bubbico.
Ed è pura antipolitica quella del consiglieredi AN Digilio che dipinge l’Università di Basilicata come un luogo di facili proteste e di contestazioni ad personam ( nel caso citato la Sg prese subito le distanze da quel manipolo di contestatori), anche perchè all’incontro con il Ministro Gasparri (si ricorda a quanti hanno la memoria corta) il sottoscritto, seduto al tavolo di presidenza, pose questioni serie e stringenti sul tema della ricerca in Italia ormai fanalino di coda in Europa ma senza avere risposte, forse perchè questi temi non sono all’attenzione del Governo.
Sergio Ragone
Responsabile regionale
Università Sg Basilicata
Giovani Comunisti e Collettivo Universitario:
Si vuole ricordare, a quanti hanno la memoria corta, che contro la presenza di Gasparri all?Università (alla Facoltà di Ingegneria) il giorno della memoria della Shoà si sono espressi anche e soprattutto gli studenti. Studenti che vivono l?Università e vogliono che questa università continui ad esistere nonostante le politiche neoliberiste del governo. Vogliamo una Università di massa e partecipata, dove ognuno sappia come viene gestita, e l?intera comunità possa partecipare alle scelte dell?Ateneo perché scelte
nel territorio e per il territorio. Bisogna, prima di tutto, opporsi alle politiche del governo Berlusconi di smantellamento del sistema universitario e della libera ricerca, che trasforma la formazione in acquisizione di
crediti per il precariato e i ricercatori in precari inchinati alla ricerca funzionale agli interessi privati.