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Carenza nella gestione costiera

Da mesi stiamo effettuando una campagna di sensibilizzazione sulla vicenda dei porti turistici e sul “Modello Rimini”, per cercare in qualche modo di bloccare la snaturalizzazione del litorale ionico.

Collegando gli articoli che di settimana in settimana sono stati pubblicati ne viene fuori un contributo notevole per chi vuol salvare la costa ionica. Abbiamo affrontato i problemi sui danni ambientali, sulle carenze giuridiche e soprattutto sull’ incompatibilità turistica del “Modello Rimini” , grazie alle informazioni acquisite dalle regioni Emilia Romagna, Veneto e Lazio.

Sarebbe interessante riuscire a capire le motivazioni che hanno indotto le nostre amministrazioni a optare per la costruzione delle ” oasi di villaggi” racchiusi in mura di cemento a tal punto da intasare e “opprimere” il litorale.

Le nostre amministrazioni regionali, provinciali e comunali si sono trovati per la prima volta nella storia lucana a dover gestire una problematica nuova, mai discussa o affrontata in Basilicata: la gestione turistica di una fascia costiera con una serie di problematiche a essa collegate. I problemi di erosione delle coste e della gestione della fascia costiera rappresentano a livello internazionale un campo tutto nuovo, ancora in fase di “rodaggio”. La Basilicata, oggi, si trova in una situazione scomodissima in quanto primeggia per problemi ambientali costieri ma, a differenza delle regioni del centro nord o di altre nazioni, fra i nostri amministratori esiste una grave e carenza, di professionisti esperti in campo di gestione costiera, di protezione dei litorali, in campo di Valutazione di Impatto Ambientale e di Valutazioni di Incidenze, capaci di affrontare problematiche di politica ambientale.

A rendere ulteriormente critica la situazione è lo scarso connubio fra gli enti scientifici lucani (le nostre Università, l’ Arpa, l’ Autorità di Bacino) e le amministrazioni. I risultati sono drammatici: si pensa che creare paradisi chiusi in lapidi di cemento o un porto turistico significa essere ricordati nella storia come gli “eroi della svolta storica lucana”, o essere come Rimini in materia di turismo costiero. Purtroppo molti di loro sognano ad occhi aperti, in quanto la situazione non è così semplice. Se volete ve lo dimostriamo ancora un’ altra volta.

Voi volete realizzare il “Modello Rimini” in quanto pensate di conoscerlo!!

Allora, a Rimini il porto è costruito in un Sic? I Villaggi sono costruiti in un SIC o ZPS? A Rimini si sarebbero mai sognati di costruire strutture ad alto impatto ambientale in una zona ad elevato rischio idrogeologico, senza coinvolgere l’ Autorità di Bacino o l’ Arpa ambiente?? A Rimini hanno mai ideato un modello costa ionica per incrementare la loro forma di turismo? Sapete cosa è un SIC o un ZPS, in particolare?

Cari amministratori e sostenitori del Modello Rimini” sapete chi, in Emilia Romagna, nel Lazio e nel Veneto nessun amministratore che sia un semplice politico, non esperto osa avanzare progetti ad alto impatto ambientale se non interviene prima l’ Università di Ferrara, di Bologna, l’ Arpa. Questo è valido anche per il Veneto e per il Lazio.

In Basilicata cosa si sta facendo?

Si pensa di essere ricordati come gli eroi della svolta economica quando sono infrante tutte le forme di rispetto più elementari e costituzionali, le leggi comunitarie, si è andati contro le decisioni dei TAR con delibere comunali (per mettersi nella legalità), contro il rispetto della maggioranza che dei cittadini che non sembra accettare questa forma di turismo. A tal proposito vi siete informati su quante persone hanno firmato la petizione?

Per caso nei consigli comunali di Pisticci o di Policoro esistono persone laureate in geologia ambientale, scienze ambientali o gente che proviene dall’ estero o al nord Italia specializzata in materia di gestione costiera o in grado di contraddire decisioni dei TAR o gli studi effettuati dai ricercatori del progetto LATIBI o l’ Arpa Basilicata??

Per quale motivo avete annullato una importantissima decisione del TAR con delibere comunali?

Quali saranno le conseguenze? Fra qualche anno ci saranno spiagge ridotte dall’ erosione e dalla privatizzazione, inquinamento delle coste e del mare, sfruttamento irrazionale della risorsa costa, degrado e depauperamento delle acque costiere, marine e fluviali, ma la cosa ancor più grave è la “cocciutaggine” a seguire le proprie idee commettendo errori dopo errori, rifiutando anche il supporto dei pochi studi che sono stati effettuati.

Se questo è il “Modello Rimini”, chi lo sostiene non sa neanche come deve trovare Rimini su una carta geografica. I due modelli non hanno assolutamente niente in comune!!