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E’ allarme ambientale

Nel 1989 l?Alaska fu segnata da un grave disastro ambientale. La petroliera Exxon Valdez urtò contro uno scoglio versando nella laguna di Prince William 41 milioni di litri di petrolio: morirono 250.000 uccelli marini, 2.800 foche, 250 aquile calve, 22 balene e un numero di salmoni e altri pesci che non è mai stato possibile contare.

Quindici anni dopo l’incidente alla Exxon Valdez, l’Alaska rischia un nuovo disastro ambientale. Una petroliera battente bandiera della Malaysia si è di recente incagliata al largo delle isole Aleutine, nel mare di Bering e si è spezzata in due: avrebbe già perso molti dei 2,3 milioni di litri di combustibile pesante che trasportava. Non siamo in Alaska, non siamo circondati da distese di mare, possiamo vantare colline e montagne, fiumi e dighe che rispetto a molte regioni d?Italia possono ancora dirsi incontaminate.
Paragonandoci a grosse città come Roma o Milano in Basilicata si respira ancora bene e le riserve faunistiche dei parchi naturali sono fra i più curati d?Italia..
Come potate notare dai numerosi approfondimenti affrontati in questi mesi Lucanianet è sensibile alle tematiche ambientali e ?non nu vulimme sapè di n?atr burdell? non siamo disposti a nuovi disastri o disagi sul territorio, poiché siamo fortemente attaccati alla terra nel senso più materiale possibile.
In questi giorni tra panettoni, capretti arrostiti e tante altre leccornie del momento il capogruppo dei Verdi ha espresso in Consiglio Regionale le sue preoccupazioni circa l?attuale andamento del traffico di autocisterne su strade di montagna che per caratteristiche e sviluppo non sono idonee ad un uso per fini industriali.

L?allarme è stato rivolto proprio ha chi dovrebbe monitorare e salvaguardare le zone interessate.
Vistose lamentele sono state presentate causa -mancate bonifiche dei siti inquinati da tra versamento di petrolio a seguito di incidenti.
Allora come mai questi provvedimenti non sono ancora stati portati a compimento? Questo in definitiva l?interrogativo che Mollica ha rivolto agli assessori regionali alle ?Attività Produttive e politiche dell?impresa?, Gaetano Fierro, alle ?Infrastrutture e mobilità?, Giovanni Carelli, e all’ ?Ambiente e Territorio?, Erminio Restaino.
Attualmente circa 40 autocisterne cariche di greggio percorre ogni giorno strade che presentano gravi problemi per la sicurezza delle persone e per la tutela ambientale.
L?ultimo incidente a causa del quale si è registrato il versamento di una quantità impressionante di greggio, evidenzia non solo il problema dell’inadeguatezza delle strade, ma anche un grave inquinamento del terreno e delle falde acquifere. Il primo allarme è stato lanciato proprio dal sindaco di Anzi.
I recenti scossoni hanno reso necessaria la predisposizione e conseguente adozione di un “Piano di Pronto Intervento, Sicurezza e di Monitoraggio” delle attività petrolifere, con particolare riferimento agli incidenti dovuti all’estrazione petrolifera e al trasporto del greggio nelle Valli del Sauro-Camastra e Val D’Agri.
Abbiamo già detto che il capo gruppo dei Verdi ha chiesto direttamente all’assessore Regionale all? ?Ambiente e Territorio? di conoscere il motivo per il quale il sito ove si è verificato l’incidente non è stato ancora bonificato. Mollica auspica, per fronteggiare la situazione di grave rischio per la salute e per l’ambiente, che la Regione istituisca un fondo di garanzia per la circolazione delle autocisterne con risorse economiche da attingere dal pagamento delle fidejussioni per il rilascio delle autorizzazioni per Il trasporto del greggio. Tale iniziativa permetterebbe di assicurare non solo l’adeguamento funzionale e la manutenzione ordinaria delle due arterie stradali, ma anche di intervenire, in caso di eventuali incidenti, con tempestività per evitare danni maggiori, addebitando i relativi costi della bonifica ai responsabili.

Il paragone con i disastri ecologici di apertura è un po?esagerato.. Non sono esagerati provvedimenti e proposte circa la possibilità di definire controlli più frequenti sulle zone a rischio.