La scorsa settimana siamo partiti con Nigro. Vorrei continuare ancora con lui analizzando e soffermandomi su un aspetto particolarmente rilevante del suo romanzo: il viaggio.
La tematica del viaggio è il filo conduttore del romanzo (Viaggio a Salamanca). Il viaggio è visto non tanto come desiderio di evasione, ma come occasione per conoscere nuovi mondi e sperimentare nuove realtà. Il viaggio è incontro con l?altro, è cultura, occasione per spaziare con l?immaginazione, è assimilazione di altre culture. Trovandosi in posti nuovi, è facile che ci si cali in un ?altro da sé? ideale, ?indossando nuove vesti?. Viaggio a Salamanca è incredibilmente costruttivo.
?Carmina non dant panem?, ma quanto è vera questa citazione? La ricompensa della poesia non è di certo monetaria, ma ci consola, sana le ferite e ci arricchisce di emozioni insostituibili. Oggi, tutto ciò non si cerca più.Non c?è più spazio per i poeti, essi vengono isolati e non hanno più un pubblico che li ascolti. Non a caso,nel romanzo di Nigro troviamo quest?affermazione: ?Oggi al poeta inascoltato non resta che parlare con gli asini.Essi si assoggettano volentieri mostrandosi meno testardi degli uomini e pieni di sentimenti ormai spariti dalle città?. La poesia è eternatrice di emozioni, sensazioni,ma anche di nomi. I nostri nomi, un giorno potrebbero restare, basterebbe che qualcuno li scrivesse e fissasse su pagine
per sempre.
?La memoria non ha il calore della vita, ma vi assicuro che non ha neppure i suoi tormenti?. (Nigro)
Tutti hanno un nome e di esso si avrà memoria. Non resterà solo il ricordo della voce nel pronunciarlo, ma dietro di esso c?è una storia che parla e vive. Ciascuno è ricordato, nel bene e nel male. Quando non avremo più sensi e coscienza, che si benedica o maledica il ricordo, non siamo più, ma siamo stati. Salamanca è una località privilegiata perché lì ancora si ascoltano i poeti. Lì tutto sembra completamente diverso, anche se si discute di impegnative questioni umane. Tutto si riesce a considerare con il dovuto distacco.
E? una terra in cui si può proiettare un mondo ideale, il proprio mondo frutto d?immaginazione. Vi è una quiete senza tempo che fa dimenticare l?assillo quotidiano dei problemi.
La poesia ci permette di ricreare nuovi mondi ideali, ma questo non vuol dire staccare completamente con la realtà, rendersi avulsi dal contesto in cui si vive. La fantasia parte sempre da una situazione concreta, e in un certo senso, quando ci rifugiamo in essa c?è una messa in atto del principio tassonomico di applicazione di Bloom (se succedesse questo farei?; se fossi?sarei visto?). La poesia è estro creativo e in un mondo come il nostro, profondamente condizionato dal contingente, dall?utilità delle cose, è proprio ?l?inutilità? della poesia a dare spazio alla dimensione creativa. Perché parlo di ?inutilità? della poesia? Perché essa non si configura come mezzo concreto per risolvere i problemi.
Nel romanzo di Nigro non mancano di certo le emozioni.
Ne ?Il sogno incatenato?, racconto tratto da Viaggio a Salamanca, tra i tanti compare un nome: Angelica Sedara.
La storia è raccontata da Pirandello. ?Nel tempo in cui lessi Il gattopardo, mi innamorai perdutamente di Angelica Sedara. Fu una passione travolgente [?] [?] Angelica veniva a trovarmi nel dormiveglia, nei momenti di solitudine[?]?.
Chi non ne ricorda la vicenda? Qualcuno ne macchia l?angelica purezza con un bacio. La donna abita le pagine di un noto romanzo, ma il quesito è forte: è possibile far rivivere il volto e la storia di Angelica in altre donne?
Potenzialmente sì. Le figure letterarie, anche se inconsapevolmente, condizionano la nostra esistenza.
Ciascuno ha nella mente un prototipo di uomo o donna che in qualche modo richiama personaggi di storie letterarie.