I Romani intervengono nella storia degli antichi territori lucani già durante il IV secolo a.C.. Come abbiamo visto penetrano militarmente nel tessuto territoriale inserendosi nei contrasti locali, tra popolazioni indigene, tra colonie greche, e negli scontri tra colonie greche e queste popolazioni.

Insomma la potenza emergente di Roma trae la sua forza dallo sfruttamento delle diversità culturali presenti sul territorio, intuendo molto presto l’importanza strategica della zona come terra di passaggio obbligato tra le coste e le diverse rotte commerciali del Mediterraneo antico. Nel 330 a.C. i Lucani si alleano con Roma contro un nemico comune:i Sanniti. Quest’alleanza ha una funzione strategica per i Lucani, che escono da una serie di scontri più o meno duri: con i Bretti,i Locresi e Dionigi II, senza parlare di Taranto. L’alleanza però dura poco.

Nel 325 a.C.,quando Roma accentua la sua pressione inviando un suo presidio a Luceria, i Lucani entrano in guerra con i Romani. Una nuova alleanza viene stipulata intorno al 304 a.C.,questa volta contro Taranto. Pochi anni dopo i Lucani chiedono ancora l’aiuto dei Romani contro i Sanniti, e in questa occasione inviano ostaggi a Roma: è in questo periodo che opera nella zona L.Cornelio Scipione Barbato, appartenente alla grande famiglia deli Scipioni.
Sulla sua lapide Scipione Barbato fa incidere le sue imprese,tra le quali egli vanta la sottomissione dei Lucani, e la presa di molti ostaggi! Nel 285 lo scontro si acuisce. In poco tempo Roma stabilisce presidi a Crotone, Reggio, Ipponio,Locri,e alla fine C.Fabricius Luscinus celebra a Roma un trionfo su Sanniti,Lucani e Bretti. Tuttavia le popolazioni locali sono dure a rassegnarsi,e continuano ad infastidire Roma nella guerra contro Taranto,quando gruppi di Lucani si alleano con i Greci e Pirro.

Insomma se in un primo tempo le popolazioni locali credono di poter trattare con Roma in termini di parità e ne ricercano l’intervanto per sanare situazioni interne, devono presto accorgersi di avere a che fare con una forza maggiore,che non ha affatto intenzione di accontentarsi di trattati di alleanza.La guerriglia dura negli anni,tanto che molte di queste popolazioni acquistano la fama di "indomabili".I Lucani,con i Sanniti, diventano nella Letteratura e dalla storiografia antica nemici dai tratti "mitici", abili nella guerriglia e instancabili nella guerra. Nel 273 a.C. cade Paestum,l’unica città che i Lucani avevano controllato stabilmente fin dal 400 a.C. circa,e la loro resistenza si sposta nell’interno del territorio. In pochi decenni Roma esprorpia alle popolazioni locali le terre migliori, si assicura il controllo delle principali vie di comunicazione -lungo le antiche rotte fluviali-, e deduce le sue colonie creando un nuovo tessuto sociale; sono le romane: Atina, Cosilinum, Grumentum,Potentia, Tegianum,Volcei, Venusia. Uno spirito di indipendenza riaffiora durante la campagna annibalica,quando alcuni elementi locali vanno ad ingrandire le fila dell’esercito cartaginese: saranno duramnte puniti. Come sarà punito il tentativo di insurrezione di alcune comunità durante la guerra sociale,la guerra condotta contro gli alleati italici,i "socii", appunto.

Le aristocrazie locali a lungo provate dalla guerra e dalle confische di terra, tendono a scomparire o a romanizzarsi,ed elementi romani vengono inviati nelle colonie. Prima che possa ricostituirsi un nuovo ceto di possidenti la Lucania attraversa una fase un pò oscura di involuzione economica, come attestano i ritrovamenti archeologici. L’epoca della conquista ha mutato profondamente gli equilibri sociali e le economie locali. Ha rimescolato,per così dire,le etnie e le culture, le ha schiacciate per riplasmarle su un nuovo modello economico e politico.

Parlando di Sanniti,Lucani e Bretti in età augustea, così li descive Strabone:

"sono ridotti in condizioni così cattive…che è difficile distinguerne l’insediamento: la ragione è che di nessuno di quei popoli sopravvive una forma organizzativa comune,che ne sono scomparse le caratteristiche differenze di lingua,di armamento, di abbigliamento e così via,e infine che il loro insediamento appare del tutto miserabile,nell’insieme come nei particolari" (VI,253-254)

In età augustea,dunque,la Lucania si può dire veramente romana.

Da visitare:
Area archeologica di Tricarico, Contrada Civita, tel. 0835/726268
Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri, tel. 0975/65074
Parco archeologico di Venosa e Museo archeologico nazionale di Venosa, tel.0972/36095

Per approfondire:
"Da Leukania a Lucania: la Lucania centro-orientale fra Pirro e i Giulio-Claudii",AAVV.,Istituto Poligrafico dello Stato,Roma,1992

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