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Pollino, niente educazione ambientale

Se si fa eccezione di qualche sporadica iniziativa in qualche scuola, si può tranquillamente affermare che le attività di Educazione Ambientale nel Pollino promosse dall?Ente Parco nelle scuole delle comunità locali sono praticamente inesistenti.
Il vuoto di iniziativa politica in questa direzione è segno dell?estrema superficialità con cui si tiene in considerazione la diffusione della conoscenza dei valori culturali e ambientali presenti nel Pollino tra gli abitanti del Parco e soprattutto tra le nuove generazioni.

Vi posso assolutamente garantire, per esperienza, che ci sono alcune aree del nostro territorio dove i ragazzi in età scolastica ignorano, ad esempio, cosa sia un Pino Loricato, quanti lupi ci siano, che la chiesa del proprio paese è monumento nazionale, cosa significhi ?Parco Nazionale? o perche migliaia di persone raggiungono ogni anno la nostra terra.
L?Educazione Ambientale, tra l?altro, potrebbe, favorendo la conoscenza delle peculiarità del nostro territorio, aiutare le nuove generazioni nella ricerca di una opportunità occupazionale, valorizzando quel determinato ?bene? ambientale. Infatti, educando alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione del proprio territorio, un ?anonimo? fiume, bosco, prato, parete rocciosa può divenire un?attrazione turistica e un?opportunità di lavoro.

Nel 1999-2000 (presidenza Tripepi) l?Ente Parco ha investito svariati milioni di Lire per la formazione di Insegnanti e di Operatori di Educazione Ambientale che avrebbero dovuto costituire il nucleo operativo per avviare attività intense e strutturate di Educazione Ambientale. A questo scopo il Parco ha impegnato una consulente esterna e ha mobilitato circa 60 insegnanti e 20 Operatori di Educazione Ambientale, formati con appositi corsi svoltisi tra il Pollino e Sabaudia nel Parco del Circeo. Tutti, Operatori e Insegnanti, hanno seguito con entusiasmo questo progetto formativo perché, da quanto ?promesso?, era finalizzato alla formazione di una ?Task Force? che materialmente negli anni a seguire, con il sostegno finanziario dell?Ente Parco avrebbe consentito di avviare progetti di Educazione Ambientale nelle scuole del Parco.
Presto invece ci si è accorti che qualcosa non funzionava. L?anno successivo il Parco finanzia e propone una nuova attività formativa, questa volta gestita dalla Legambiente. Con grande rammarico e delusione di tutti, Insegnanti e Operatori, si prese atto che la volontà politica di realizzare attività concrete di Educazione Ambientale era del tutto svanita. La motivazione di questo assurda retromarcia dell?Ente Parco non è stata mai compresa fino in fondo, lasciando spazio a ipotesi dietrologiche e fantapolitiche.

Con la gestione Fino, commissariale e istituzionale, le cose non sono cambiate; anzi, forse sono peggiorate. Intanto il ?nuovo regime? non ha fatto assolutamente tesoro delle esperienze passate. Forse gli Insegnanti e gli Operatori formati non rappresentano per l?attuale Presidente, come per quello precedente, partner affidabili e interessanti dal punto di vista politico/elettorale. La voce ?Educazione Ambientale? nel Bilancio del Parco è praticamente scomparsa se si fa eccezione di qualche consulenza, affidata ovviamente a personalità di dubbia o ?non pervenuta? competenza, ma come sempre di stretta appartenenza ?parentale? dell?attuale dirigenza, senza produrre nessuna concreta attività educativa nel territorio.
A onor del vero qualche sconosciuta, posticcia pseudo associazione ambientalista, ha ricevuto il patrocinio dell?Ente e del Ministero dell?Ambiente, avvalendosi di competenze ?scientifiche? (così dice) notevoli, come ingegneri e architetti, ma che assolutamente non ha bisogno delle Guide del Parco, degli Operatori di Educazione Ambientale, degli Insegnanti e sopratutto dei ragazzi delle scuole del Pollino.