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Pescopagano, a chi andrà la banca?

Brutte sorprese per i pescopaganesi non residenti che in occasione delle prossime vacanze di fine anno vorranno ritornare in paese. Dopo la sparizione dell?insegna originaria sulla facciata dell?edificio al corso Umberto e il trasferimento della locale filiale del nuovo gruppo nei pressi di Porta Sibilla è cessata ogni attività nella antica sede che, corre voce, sarà posta in vendita.

La Banca Popolare di Pescopagano fu la più fiorente tra le poche banche cooperative restate in vita nei primi anni del ?900, assolvendo con prestigio alla funzione di promozione dello sviluppo locale, propria della tradizione ottocentesca del credito popolare. Alla fine degli anni ?80, diventò ?Banca Popolare di Pescopagano e Brindisi? e poi Banca Mediterranea, sorta dalla fusione con la Banca di Lucania che, con la trasformazione in società per azioni, determinò nel 1992 l?abbandono della formula cooperativa.
La Banca Mediterranea, in seguito a gravissimi dissesti finanziari, nel 1994 è stata ?salvata? ed assorbita dal Gruppo Bancoroma che, per una politica di riduzione della spesa, ha scelto di abbandonare alcune sedi delle banche incorporate, tra le quali quella (nella foto) della direzione della Banca di Pescopagano.

Lo storico edificio di corso Umberto, una volta declassata la banca che lo occupava a semplice sportello di una delle banche del Gruppo, è diventato per questo un inutile peso del quale liberarsi nella maniera economicamente più conveniente possibile. Luigi Mazzeo, nel romanzo ?La Banca grande di Cima?, edito da Loffredo, e nei ?Racconti della Banca Popolare? ha narrato, con rigore documentario ed intensa partecipazione, gli ultimi anni della gloriosa Banca, intorno alla cui attività ruotarono per oltre un secolo le vicende economiche, politiche e sociali dell? intero paese lucano.

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L?ex sede della Banca Popolare di Pescopagano, ormai chiusa (foto G. Pisanti)