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Le tracce dei Galli nei dialetti lucani

La Lucania è spesso interessata da indagini sul territorio di tipo dialettologico. Si tratta di solito di inchieste in cui un campione di ignari individui, selezionati per la garanzia di tipicità e antichità della loro parlata (…ehm, diciamo così),viene interrogato e spinto al racconto.

Il racconto è un racconto di sè. Racconto delle proprie cose, del quotidiano,della propria storia personale e della propria terra. Ed è così che un insieme di dati apparentemente isolati diventa informazione preziosa. Sono solo parole, ma a chi le ascolti, e soprattutto a chi le sappia osservare trascritte,queste parole possono raccontare le trame degli spostamenti,degli scambi,dei rapporti sociali, dei sistemi morali e persino di quelli spirituali che gli uomini hatto tessuto con le trame dei loro oggetti,delle loro cose più o meno preziose e più o meno importanti.Delle cose concrete e di quelle immateriali delle loro vicende.

Così, ad esempio,studiando la parlata dei paesi della Basilicata,si è potuto ritrovare la traccia concreta della venuta e della permanenza nella nostra regione di gruppi di "galli".I comuni interessati sono divisibili in due fasce, una costiera, a sud, identificata nel Golfo di Policastro ed una a nord, nel Potentino. Per il gruppo del Potentino: Potenza, tito, Picerno, Pignola, Avigliano, Cancellara, Ruoti,Tito, Trivigno, Vaglio. Per il Golfo di Policastro, tra Calabria e Basilicata: Nèmoli, Rivello, Trècchina.

In Basilicata queste due zone mostrano tratti distinti dagli altri tipici delle parlate lucane, simili tra loro ma soprattutto simili (nelle strutture e nei modi di trasformare i suoni) ai dialetti di una zona dell’Italia del Nord: Monferrato, ma anche Liguria costiera, Genova e Savona. Quale è stata la causa dello spostamento di popolazioni di queste zone nella nostra regione, e a che periodo ascriverla? A questo hanno risposto gli storici.

Le migrazioni nella zona di Policastro sono state messe in relazione ad uno spostamento analogo che ha interessato la Sicilia. Gruppi di eretici valdesi fuggirono alla persecuzione cercando accoglienza nelle regioni più spopolate del Mezzoggiorno di Feredico II,caratterizzate da una minore ortodossia. Questo avveniva tra la fine del XII secolo d.C. e l’inizio dl XIII d.C. Ruggiero I, figlio del conquistatore Tancredi di Altavilla ha rapporti politici, suggellati da parentela, con la famiglia Aleramica del Monferrato e con i signori di Policastro. Per il potentino non ci sono eventi specifici. Forse, come per la Sicilia normanna, nella Basilicata d’epoca angioina vuoti della popolazione furono colmati con immigrati settentrionali. Uno strano caso insomma- forse l’unico- di immigrazione al contrario!

Per approfondire: "Le parlate lucane e la dialettologia italiana", Congedo Editore, Lavello 1991.