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Storia della Basilicata (III)

Antiche rotte commerciali, volte soprattutto al reperimento dei metalli, erano già state tracciate dai Micenei nel Mediterraneo Orientale ed Occidentale (XV/XI sec. a. C.). A queste vecchie frequentazioni fanno riferimento numerosi ritrovamenti su promontori e zone costiere sparse per la Penisola, e tutta una serie di racconti mitici che narrano le avventure e le navigazioni in Italia di personaggi ed eroi della Guerra di Troia. A questa prima fase detta di pre-colonizzazione va riconosciuto il carattere non insediamentale, ovvero la mancata conquista dei territori interni. Si trattava infatti di rotte volte alla creazione di empori commerciali e all’esplorazione di tratti di entroterra per scambi con le popolazioni autoctone.
Dall’XI secolo a.C. fino al IX a. C. gruppi di popolazioni greche emigrano verso le coste dell’Asia Minore (prima colonizzazione), ma a partire dall’VIII secolo a.C. ( seconda colonizzazione) questo fenomeno si sviluppa e si generalizza, ampliandosi e interessando particolarmente le coste del Mediterraneo Occidentale.

Tra le motivazioni dello sviluppo del fenomeno: l’acuirsi di crisi agrarie, dovute all’incremento demografico e alla scarsità di terre coltivabili, varie crisi politiche e l’ interesse crescente allo sviluppo del commercio marittimo. Le città greche potevano trovare nelle coste dell’Italia meridionale nuovi sbocchi e possibilità alle loro potenzialità, contando anche sull’economia debole e sulla frammentarietà culturale delle sue popolazioni. I gruppi di coloni erano privati cittadini o elementi scelti dalla stessa Polis, che da allora avrebbe portato il nome di città-madre, “metropoli” appunto, ed erano guidati da un fondatore, un ecista. Di questo ecista spesso la storiografia antica ricorda il nome e le peripezie vissute prima di imbattersi nella terra di insediamento a volte scelta sulla base di oracoli, e spesso luogo di fortuito approdo dopo peregrinazioni e scontri con popolazioni ostili. Una volta giunti sul posto i coloni organizzavano il territorio di insediamento e, secondo la tradizione, se ne dividevano la terra. La fondazione di una città comportava soprattutto il controllo di una fascia di terra coltivabile che veniva man mano ampliata, sottraendola alle popolazioni locali. Le nuove città conservavano e diffondevano il dialetto, le tradizioni cultuali ed i costumi della città di origine, continuavano a mantenere con quest’ultima rapporti politici privilegiati ma si definivano a loro volta come unità politiche indipendenti, con le proprie leggi. A loro volta quindi queste città potevano fondare colonie, come infatti fecero. Durante quest’epoca di colonizzazioni, i territori del’attuale Basilicata si divisero in tre zone di influenza: l’interno in cui venivano spinte le popolazioni locali, e le fasce costiere divise tra zona ionica e zona tirrenica.
Le popolazioni locali, Enotri ma soprattutto Lucani,in un primo momento commerciavano ed interagivano con le colonie, ma in un secondo momento,quando queste cominciarono ad acquisire un sempre crescente potere sul territorio,iniziarono a far sentire tutta la loro pressione militare.

Sulla costa ionica le più antiche fondazioni furono quelle di Sibari e Crotone (700 a.C. circa),fondate da coloni Achei provenienti dal Peloponneso. I Sibariti richiesero presto dalla madrepatria nuovi coloni,e una nuova fondazione: si trattava di Metaponto, che l’antica tradizione greca lega ad un tempo remoto e alle vicende dei Pilii di Nestore.Sulla costa tirrenica i Sibariti, con un gruppo di abitanti di Trezene, fondarono la città di Poseidonia (inizio VI a.C.).
Antica quanto Sibari e Crotone era Siris,fondata da esuli di COlofone in una zona diversamente identificata ma sempre nel territorio di Policoro.Probabilmente in questo primo periodo c’era un rapporto privilegiato tra Achei del Peloponneso e città ioniche,che si traduceva anche in una unione di forze nell’avventura sulla costa ionica contesa da un’altra grande città: Taranto, che era stata fondata (prima di Metaponto) da coloni giunti da Sparta nel territorio degli Iapigi e che si estese nel territorio con Eraclea.Per Strabone Metaponto venne fondata dagli Achei per odio verso i Tarantini. In un secondo momento gli interessi di Sibari,Crotone e Metaponto si scontrano con quelli di Siris, che venne distrutta dalle tre città coalizzate nel VI secolo. A sua volta Sibari verrà distrutta da Crotone,ed i suoi esuli fonderanno Laos, sulla costa tirrenica: secondo la tradizione è il 510 a.C. Sulla costa tirrenica si distinse Velia, fondata dai Focei,famosa per la sua scuola filosofica e la medicina. QUi furono attivi Parmenide e Zenone.A sua volta Crotone vantò Pitagora.Nel 444 a.C. la politica ateniese portò alla fondazione di Turi.

Gli equilibri evolvono. La pressione dei Lucani,le alterne vicende di Siracusa e la spedizione di Pirro,le lotte tra città greche portarono all’intervento di Roma,che non aspettava altro.Taranto, che aveva dominato le città sulla costa ionica,compresa Metaponto, cadde anch’essa sotto i Romani.
Era il 272 a.C.,e sui territori della Basilicata cominciava a essere scritta ancora una volta una nuova storia, con gli strumenti di sempre: uomini, idee, merci e sangue.

Da visitare: Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e area archeologica, Museo Nazionale della Siritide e area archeologica, Museo Archeologico Nazionale di Taranto;per gli orari e le sedi: www.beniculturali.it.

Per approfondire: “Megale Hellas.Storia e civiltà della Magna Grecia”,G. Pugliese Carratelli (a cura);

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