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Ecosistema urbano 2005

1° Dicembre, ore 11,00 Legambiente Basilicata, via Portasalza 5 Potenza

ECOSISTEMA URBANO 2005 SUI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA

PRESENTAZIONE DELL?UNDICESIMO RAPPORTO

MATERA 29esima, 13 posizioni in meno
POTENZA 46esima, 14 posizioni in meno

La sostenibilità ambientale è ancora lontana nei nostri due capoluoghi

Non migliorano rispetto al passato le condizioni ambientali generali, nessuno dei nostri due

capoluoghi scoppia di salute. Nella lotta contro l?inquinamento e per migliorare la qualità della

vita, le due città non reagiscono nel migliore dei modi.

Il Rapporto sarà presentato da:
Marco De Biasi, presidente regionale Legambiente
Erwan Gueguen, presidente Circolo Legambiente di Matera

Lecco, Trento, Mantova. Eccolo il podio, tutto nordico, di Ecosistema Urbano 2005, il rapporto

annuale di Legambiente sulla qualità ambientale delle città italiane che da quest?anno si avvale

della preziosa collaborazione de Il Sole 24 Ore. Con i suoi 100mila e più dati raccolti ?alla

fonte? delle amministrazioni comunali, i suoi 26 indicatori (dalla raccolta differenziata al

trasporto pubblico, dall?abusivismo edilizio al verde, dallo smog all?acqua potabile) ed elaborati

insieme all?Istituto di Ricerche Ambiente Italia, Ecosistema Urbano ? giunto alla sua undicesima

edizione – stila una graduatoria delle città italiane: da quella dove la qualità ambientale è

migliore alla più arretrata. Allora prima di tutto va reso merito a chi quest?anno occupa il

gradino più alto del podio.

Lecco ha raggiunto il vertice della classifica. Si piazza ad esempio seconda dietro Verbania per

la raccolta differenziata; alle spalle di Siena, Pavia e Rieti per la qualità del trasporto

pubblico; tra le prime dieci per quantità di rifiuti prodotti e per numero di automobili in

circolazione; in 33a e 44a posizione per l?estensione delle zone a traffico limitato e per la

lunghezza delle piste ciclabili. Poi tanti piazzamenti di metà classifica ? come quelli per i

consumi d?acqua potabile ? e anche un paio di scivoloni sul verde urbano o sulla grandezza delle

isole pedonali.

?Accomuna l?intero plotone delle prime ? sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di

Legambiente ? il fatto che siano tutte città medio-piccole, del centro-nord (Livorno e Pisa le più

meridionali), con una tradizione di buona amministrazione e servizi pubblici abbastanza

efficienti. Ma Ecosistema Urbano svela anche l?altra faccia della medaglia: lo stress delle grandi

metropoli e l?impasse di quasi tutto il Sud. È l?Italia di Torino e Napoli, di Milano e Palermo,

delle costruzioni illegali, dei servizi mediocri, delle emergenze – quella dei rifiuti su tutte –

degli allarmi smog, della carenza idrica. E? l?Italia di Reggio Calabria o Agrigento, ad esempio,

ultime quest?anno e con un rendimento ambientale che nel corso del tempo è sempre stato pessimo?.

Il centro urbano siciliano infatti non ha dati sulla qualità dell?aria, non ha isole pedonali, non

ha un?efficiente sistema di depurazione delle acque sporche, non ha un trasporto pubblico decente,

non ha spazi verdi apprezzabili. In ?compenso? ha tantissime case abusive (14 ogni 10mila abitanti

quelle costruite nel solo 2003) che si spingono fin dentro l?area archeologica della Valle dei

Templi, a ridosso dei monumenti greci dichiarati dall?Unesco patrimonio dell?umanità.

E che dire di Reggio Calabria, che butta senza nessun filtro nei torrenti, nei fossi e nel mare

l?85% dei suoi scarichi fognari, che può ?vantare? un millimetro di pista ciclabile per abitante,

che consuma più elettricità della media nazionale o che ha una concentrazione di nitrati

nell?acqua potabile di quattro volte superiore al tetto suggerito dall?Oms per la tutela della

salute umana. L?insostenibilità urbana abita poi in tanti altri centri dalle dimensioni

metropolitane o di medie e piccole dimensioni: Nuoro, Frosinone, Catania, Trapani, Ragusa, Vibo

Valentia, Messina, Imperia, Sassari, Palermo.

NORD E SUD. Lecco guida una agguerrita compagine lombarda che vede altri due comuni tra i primi

cinque (Mantova è terza, Pavia è quinta) e altri tre nelle prime venti posizioni (Cremona, la

reginetta del precedente Ecosistema Urbano è 6a , Varese è 11a , Bergamo 13a). En plein per i due

capoluoghi del Trentino Alto Adige. A Trento va il posto d?onore, a Bolzano l?ottava piazza. La

Toscana ne ha quattro tra le prime 20: Livorno e Pisa sono 7a e 10 a, Siena e Arezzo 16a e 19a.

L?Emilia Romagna realizza una doppietta con Ferrara 4a e Parma 15a, così come il Piemonte (Cuneo

al 9° posto e Biella al 14°), la Liguria (La Spezia 18a e Savona 20a) e il Friuli Venezia Giulia

(Trieste 12a e Udine 17 a). Solo sei regioni piazzano capoluoghi ai primi 20 posti e sono le

stesse sei regioni (eccezion fatta per la Liguria) che non compaiono affatto tra i 20 fanalini di

coda.

Le performance migliori come detto sono di dominio del nord. Matera è il primo capoluogo

meridionale: siamo però già alla posizione numero 29. Speculare, e dunque opposta, la situazione

in fondo alla graduatoria saldamente in mano alla Sicilia (7 capoluoghi sui 15 gradini più bassi),

alla Calabria e alla Sardegna (entrambe con 3 città tra le peggiori). Tra le grandi città Bologna

è la prima al 23° posto e Palermo l?ultima (92 a), tra le metropoli vince Roma (55 a posizione

generale), che allunga il passo rispetto a Milano e Napoli (relegate all?81° e all?84° posto).

Sotto il profilo della gestione ambientale, fra nord e sud, c?è dunque ancora un abisso. Dei 12

capoluoghi che non effettuano un monitoraggio della qualità dell?aria o non sono in grado di

delineare un quadro attendibile 12 si trovano al sud. E se cerchiamo fra le città (56) che

effettuano un monitoraggio completo ne troviamo solo 10 del meridione. Il 60% delle città che

depurano meno della metà dell?acqua di fogna è al sud, nella graduatoria della raccolta

differenziata la totalità delle città che già si è adeguata ai limiti di legge è settentrionale:

la prima città del sud che incontriamo è Teramo, al 43° posto, col suo 24,8%. Le ultime 28

posizioni poi, quelle sotto il 10%, sono tutte, per il sud e per il centro. Per non dire del

trasporto pubblico: tra le metropoli la peggiore è Napoli, tra le grandi città Bari, tra le medie

Latina, tra le piccole Ragusa.

LE GRANDI CITTÀ. Roma da un anno all?altro guadagna 11 posizioni e si piazza al 55° posto

staccando le due aree metropolitane di Milano e Napoli, le altre due che superano in Italia il

milione di abitanti. Migliora la depurazione capitolina, migliora il trasporto pubblico, cresce la

superficie delle zone a traffico limitato. Di fortemente negativo, la capitale il ciclo dei

rifiuti: il 10% di raccolta differenziata a fronte di una produzione annua pro-capite di 654

chilogrammi di spazzatura, mezzo quintale in più della media nazionale. Pessima la qualità

dell?aria, come a Milano e Napoli, frutto anche qui di un deciso stallo nelle politiche della

mobilità (ci sono 76 automobili per 100 abitanti e pochi interventi per ridurre la congestione

quotidiana).

Generalmente è proprio nel campo della mobilità che si registrano nelle grandi città i deficit

maggiori figli di una congestione delle arterie viarie quotidiana, di valori di inquinamento

atmosferico e acustico preoccupanti per la salute. Venezia e Bari sono le uniche due città a

rientrare nel limite di 54 microgrammi per metro cubo previsto per il biossido di azoto

relativamente al 2003, mentre a Genova, Roma, Firenze, Palermo e Bologna ci sono aree critiche

dove si supera di oltre il doppio il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo che entrerà

in vigore nel 2010. Solo Catania riesce a rimanere al di sotto del limite di 43,2 microgrammi per

metro cubo previsto per il Pm10. Nel corso del 2003 le concentrazioni di polveri sottili sono

state particolarmente alte a Torino, Genova, Verona e Firenze dove in alcune aree critiche è stato

superato di oltre il 50 per cento il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo previsto

per il 2005. Soltanto Bari è a posto per entrambi i parametri di NO2 e Pm10.

D?altronde Roma, Torino, Milano, Napoli hanno una densità di motorizzazione incredibile, con un

record nella capitale di 76 auto ogni 100 abitanti. Considerando anche i non patentati c?è quasi

un auto a testa. Chi sta facendo qualcosa, nel campo della mobilità, lo fa mettendo in campo toppe

troppo sfilacciate per poter coprire la voragine. C?è chi punta sulle targhe alterne episodiche ?

come Roma o Bologna ? chi sugli stop estemporanei della circolazione ? come Milano ? chi sul

blocco delle non catalizzate o dei vecchi diesel. Di infrastrutturale c?è davvero poco, anche se

vanno segnalati positivamente i casi di chi ? come Firenze ? sta puntando su ampie isole pedonali

e zone a traffico limitato. A livello nazionale si ripropone una politica di opere pubbliche tutta

fatta di asfalto, a livello locale il trasporto pubblico è una cenerentola, i bus sono considerati

al pari delle automobili: viaggiano quasi sempre sulle stesse strade (e non in corsie riservate) e

dunque hanno tempi di percorrenza spaventosi e inesistenti sono la puntualità e l?efficienza.

LA METODOLOGIA. Il rapporto raccoglie ogni anno, sia con questionari e interviste dirette ai 103

comuni capoluogo di provincia sia sulla base di altre fonti statistiche, informazioni su 125

parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. Questa raccolta viene

sintetizzata in 26 diversi indicatori di qualità ambientale riferibili a tre macro-classi:

indicatori di pressione che misurano il carico generato sull?ambiente dalle attività umane

(consumi di acqua potabile, di carburante, di elettricità, produzione di rifiuti solidi urbani,

tasso di motorizzazione), indicatori di stato che misurano la qualità dell?ambiente fisico (smog,

inquinamento idrico), indicatori di risposta che rendono una misura della qualità delle politiche

messe in campo dall?amministrazione pubblica o dalla città più in generale (abusivismo edilizio,

perdite della rete idrica, depurazione, raccolta differenziata, trasporto pubblico, isole pedonali

e zone a traffico limitato, piste ciclabili, aree verdi, gestione ambientale nelle imprese e nella

pubblica amministrazione, monitoraggi e rilevamenti della qualità ambientale).

L?INIZIATIVA. Il Sole 24 Ore pubblica oggi integralmente i risultati della ricerca, i dati sulle

performance ambientali di ogni singolo capoluogo e le graduatorie di tutte le città relative ai 26

parametri presi in esame da Ecosistema Urbano di Legambiente, dai trasporti all?inquinamento, dai

rifiuti alla depurazione, dall?acqua potabile agli spazi verdi.

Legambiente e Il Sole 24 Ore inoltre lanciano con l?occasione una campagna rivolta alle

amministrazioni locali. Insieme si impegnano ad adottare ? ossia a stimolare, supportare, seguire,

promuovere ? progetti ambientalmente rilevanti realizzati dai comuni che interessano parti

circoscritte di territorio: un condominio, un parco, una strada, una scuola, un quartiere. L?idea

è quella di stimolare best-practice, magari piccole, ma efficaci, ripetibili, ampliabili. La

campagna verrà presentata nel corso del convegno ?La Città Futura? che si terrà a Pisa sabato 4

dicembre. Al convegno interverranno tra gli altri Roberto Della Seta, presidente nazionale di

Legambiente, Guido Gentili, direttore del Sole 24 Ore, Altero Matteoli, ministro dell?ambiente,

Paolo Fontanelli, sindaco di Pisa, Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente.