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Dipinti antichi e moderni

Continuità tra opere d?arte antiche e moderne. Un corposo nucleo di opere realizzate dai più grandi maestri del panorama artistico italiano. Tutto questo e molto altro nell?esilarante mostra materana.

Giovedì, 18 novembre c.m. alle ore 17 è stata inaugurata a Matera, presso la sede di Palazzo Llanfranchi, una sezione di 37 dipinti, antichi e moderni, appartenenti alla collezione d?arte della Banca Carime. L?iniziativa ha permesso di sottolineare, ancora una volta, una concertazione d?intenti tra la Soprintendenza di Matera e un?importante istituto creditizio, presente nel meridione, come la Banca Carime, già precedentemente coinvolta in altre manifestazioni. Il progetto della mostra s?inserisce nel tema del collezionismo privato. La Carime, acquisendo, infatti, questa ricca collezione, ha assicurato la conservazione e la sopravvivenza di capolavori dimessi da nobili famiglie e destinate a disperdersi nel mercato antiquariale. Le bellissime tele del Sei e del Settecento, costituiscono una <i> liaison </i> con la Collezione D?Errico a cui è dedicata una sezione all?interno del museo materano. La continuità stilistica e cronologica esistente tra le due collezioni è inequivocabile; alle tele di Jusepe de Ribera, Francesco Guarino, Salvator Rosa, Luca Giordano, Francesco Solimena, Domenico Antonio Vaccaio, Francesco De Mura della collezione Carime fanno eco, come sottolinea la direttrice del museo Agata Altavilla, quelle dipinte dagli stessi artisti annoverati nella collezione D?Errico. La mostra coinvolge tre sale espositive; l?ordine adottato per la collocazione delle opere è quella cronologica. Le prime due sale contengono tele del Sei e Settecento, privilegiando opere di matrice napoletana e di chiara ispirazione caravaggesca. La terza sala, invece, è costituita da dipinti d?arte contemporanea di artisti come Umberto Boccioni, Alberto Savinio, Onofrio Martinelli, Josè Ortega, Fausto Pirandello e Domenico Purificato che invece creano un?armonica coesistenza con quelle presenti nella sezione del museo dedicata ai dipinti di Carlo Levi.

Luce ed ombra, quindi, nella mostra materna. Dicotomie che esaltano i processi evolutivi e contrastanti dell?arte figurativa antica e moderna. La pennellata brillante e dai colori smaltati, definisce la ?Santa Caterina d?Alessandria di Innocenzo Sacconi, databile intorno al 1610 ca., opera d?indiscutibile bellezza, monumentalità e importanza cruciale nel rapporto tra Annibale Carracci e i suoi seguaci. L?opera si contrappone al buio pesto che inghiotte le figure dei caravaggeschi, dove i soggetti fluttuano nel nero assoluto, risultando ad un tempo stesso, frammenti che brillano fuori dalle tenebre. Nella Sacra Famiglia di Gian Battista Caracciolo, la luce bianca investe il corpo paffuto, dal ventre tondeggiante del Bambino Gesù e il volto della Vergine diventando, invece, soffusa e ovattata lì dove l?artista colloca il San Giuseppe. Le tre figure fluttuano attorno a uno stagno nero, nel cuore dell?immagine, come frammenti onirici, vicine ma distanti allo stesso tempo. Linguaggio severo, di contenuta potenza emotiva si evidenzia, invece, nel San Francesco stigmatizzato di Gerit Honthorst dove, come sottolinea lo studioso Gianni Papi, ? la violenza della visione celeste che piega all?indietro il santo, quasi atterrandolo, probabilmente tiene conto della Conversione di Saulo del Caravaggio, della collezione Cerasi?.

La qualità pittorica di Jusepe de Ribera, (Ecce Homo, XVII) , le visioni classicheggianti e mitologiche di Salvator Rosa , (Paesaggio con soldati e contadini e Ulisse riceve gli abiti da nausica, XVII sec.), la dolce sinuosità delle forme e il colorismo morbido di Mattia Preti, (Cristo e la Cananea e Cristo morto appare agli apostoli, sec. XVII), il concitato avvolgersi di membra nelle tele di Francesco Solimena, (San Benedetto accoglie Mauro e Placido e Battaglia tra i Centauri e i Lapiti, sec. XVIII), rappresentano solo alcuni dei bellissimi dipinti che si possono ammirare nelle sale del museo materano a cui si contrappongono ?le carni molli e sfatte di ?Gisella? ? del Boccioni, (1907), il ricco cromatismo de ?Il ritorno del territoriale? di Vincenzo Irolli, (1919), il surreale e possente ?Nettuno pescatore? di Alberto Savinio, (1933), o il groviglio di segni che satura la visione di ?Lecci e pini o Forme astratte? di Fausto Pirandello, (1964).

La superba visione di pezzi così magnificenti determina, nel visitatore, un fascino tutto particolare determinato dalla forte attrazione che le tele sono in grado di suscitare, mista a una velata e piacevole malinconia nata dall?esaltante volontà creatrice dei suoi autori.

Dipinti antichi e moderni della collezione Carime?; Matera, Palazzo Lanfranchi fino al 20 febbraio 2005.
Orario di visite: 09.00/13.00 ? 16.00/19.00; lunedì chiuso. Per informazioni: tel. 011 5184268.
Catalogo: Dipinti antichi e moderni della collezione Carime, Silvana Editoriale, Milano 2004.