La Regione Basilicata e la compagnia petrolifera francese Total hanno firmato un protocollo d?intesa che prevede lo sviluppo e lo sfruttamento del giacimento Tempa Rossa, nella Valle del Sauro. Il sito, contiguo a quello della Val d?Agri, prevede un?estrazione quotidiana di 50mila barili su una riserva complessiva di 420milioni di barili di greggio. (Approfondimento: http://www.lucanianet.it/home/showart.asp?ArtID=3030)
E non è tutto. Si parla di ricavi pari a 44 miliardi di dollari. Ma la fetta di benefici più cospicui a chi andrà? Certo non a me, che continuo a sostenere una battaglia ambientalista, di dignità, di coerenza e di rispetto del territorio. Sono presuntuoso. Non ho scheletri nell?armadio, né tanto meno una storia alle spalle che racconta tutt?altro. Forse, sono tra quei pochi infelici, che non hanno fatto salti di gioia ascoltando e/o leggendo la notizia di questo ennesimo accordo. Non sono felice, perché le carte in tavola, nella nostra amata Lucania, non sono mai cambiate e difficilmente cambieranno se continueremo ad assistere a decisioni calate dall?alto, da quei piani dove le poltrone si ?riscaldano? se ti piace fare politica, se l?elettore medio ti ha scelto come suo rappresentante, se sei sceso a compromessi. Questo, però, non basta a farti credere che tutto quello che luccica è oro. C?è l?osservazione, la tangibilità delle cose, perseverare negli errori, rimediare; c?è l?esperienza (= conoscenza pratica della vita o delle cose proprie di un determinato campo, acquistata con il tempo e l?esercizio). Ed io non ne ho molta per poter affermare che le ennesime trivellazioni che ci accingiamo ad ospitare, legalizzare, donare creeranno prosperità per la terra. Ma faccio ugualmente affidamento alla conoscenza pratica delle cose e barcollo. Insomma, siamo adulti abbastanza per soppesare quanto le compagnie petrolifere hanno preso e quanto hanno lasciato, quanto hanno avuto e quanto hanno dato. Io medio tra chi vorrebbe cancellata la parola petrolio dal nostro vocabolario e chi chiede uno sviluppo che passi per la tutela dell?ambiente. Desidero, al contrario, che venga eliminato il termine abuso (= uso cattivo, smodato di qualcosa; uso di un diritto o di un potere oltre i limiti stabiliti dalla legge). Il diritto di ogni lucano è quello di sapere, analizzare, conoscere, commentare, partecipare. E come diceva Giorgio Gaber ?La libertà è partecipazione?. Questo manca.
Nell?approvazione raggiunto, in tempi non sospetti, tra Regione e Total è mancato il coinvolgimento degli attori sociali, di chi in questa terra ci vive, ci lavora, ne paga le conseguenze, oltre che le tasse (?già, ora quelle saranno ridotte per soppesare i tagli alla scuola, alla sanità?). Prima di giungere alla ratifica dell?accordo è necessario avviare un serio iter di discussione e, come dicevo prima, di condivisione per consentire un dibattito più ampio. Riflessioni. E servirebbe riflettere anche in seno al movimento delle associazioni ambientaliste lucane. Bisogna mettere da parte l?amor proprio, i colori, le bandiere, i protagonismi e fondersi in un?unica voce, una stessa linea da seguire. L?eterogeneità come fine della coesione. Un tentativo estremo per poter compattare il fronte. (Approfondimento: http://www.lucanianet.it/home/showart.asp?ArtID=3038)
Il contratto Regione-Total ha aperto anche un?altra via di discussione. Se sembra (il condizionale è d?obbligo) scongiurato l?annichilimento del Monte Caperrino è sempre più aperta la questione del Parco della Val d?Agri-Lagonegrese. Ora come ora bisogna forzare la sua definitiva nascita, come garanzia che delle volontà di rispetto territoriale ci sono. Di distrarci, poi, non se ne parla nemmeno; proprio ora che l?opinione pubblica e la classe politica è pensierosa per il recente terremoto giudiziario. Non mi andrebbe di assistere ad un?altra stagione eterna di illusioni e crescita economica che stenta a palesarsi. E non vado pazzo nemmeno per quei miei colleghi che ricordano che siamo pur sempre il Texas italiano. Non scherziamo, est modus in rebus…
Per rimanere in tema un?ultima cosa. Ma le Dolomiti Lucane che fine faranno?