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Rivello, verso il pensiero unico

Non si placano le polemiche nell?ambiente politico rivellese. Dopo i giorni di tensione, i battibecchi e le accuse post-elettorali, tornano agli onori della cronaca nuovi episodi che non aiutano certo ad uscire da una crisi istituzionale senza precedenti nella storia del paese. L?ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso è la nomina dei 3 rappresentanti del comune di Rivello nel consiglio della Comunità montana del Lagonegrese: 2 per la maggioranza, 1 per la minoranza. I fatti. Tutto è avvenuto durante il consiglio comunale del 10 novembre 2004. E? stato il risultato delle elezioni interne ad accendere la miccia. La maggioranza capeggiata da Aldo Savino ha espresso 9 preferenze per Enzo Noviello, 9 per Roberto Di Nubila (tra i suoi) e 6 al consigliere di minoranza Antonio Leone (?quel giorno assente). L?opposizione, dal canto suo, ha espresso piena fiducia a Domenico D?Ambrosio, esponente della Margherita. Ed è qui l?inghippo. Al sindaco viene fatto notare che nella scelta del rappresentante di minoranza, tra i due schieramenti, c?è una forte discrepanza ed una mancanza di rispetto per le decisioni prese dall?opposizione. Subito il muro contro muro. La volontà della maggioranza di imporre la propria posizione, mettere becco anche nelle scelte della minoranza ed ignorarne la libertà decisionale è certo un atto politico di gravità assoluta. Il tentativo di assoggettare ed instaurare le condizioni necessarie all?avvento di un pensiero unico preoccupa non poco le coscienze dotate di spirito critico ed autonomo. Non è mai successo che uno schieramento politico debba essere rappresentato, in seno a qualsiasi organismo, da un rappresentante che semplicemente non ha scelto. Status totalitario. Bastava allinearsi.

?Il gesto compiuto dalla maggioranza va contro ogni regola democratica e di logica politica?, afferma Domenico D?Ambrosio, primo eletto dell?opposizione. ?Non è possibile, infatti, che una maggioranza consiliare, che ha già diritto a due rappresentanti nell?ambito del consiglio della comunità montana, pensi di interferire nelle scelte che dovrebbero spettare alla sola minoranza. I nostri amministratoricontinua D?Ambrosiodovrebbero imparare, se c?è ancora tempo, il significato del concetto di rappresentanza e di democrazia. La garanzia della rappresentanza di una componente politica significa, appunto, che le scelte che la riguardano vanno effettuate in autonomia, senza intrusioni di alcun tipo. La convinzione di essere onnipotenti e di poter interpretare a proprio uso e consumo anche le regole fondamentali della vita democratica dimostra, e non se ne sentiva davvero il bisogno, il carattere autoritario della coalizione che purtroppo ci governa?.

L?intrusione della maggioranza è ancora più grave se consideriamo che durante un precedente consiglio comunale fu approvata all?unanimità una delibera (?n.24 del 28/07/2004) nella quale veniva stabilito che quando il comune deve nominare un rappresentante per qualsiasi ente o altro organismo, e uno di questi rappresentanti spettasse alla minoranza, bisognava privilegiare la minoranza uscente dalla lista arrivata seconda, in quanto rappresentativa di una maggior parte di popolazione; in questo caso la lista di D?Ambrosio. Ma, c?è dell?altro. Se leggiamo con attenzione l?articolo 27 comma 2 del Decreto Legislativo n. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull?ordinamento degli enti locali) si evince che: ?[?] I rappresentanti dei comuni della Comunità montana sono eletti dai consigli dei comuni partecipanti con il sistema del voto limitato, garantendo la rappresentanza delle minoranze?. Credo che non ci siano dubbi sull?illegittimità del gesto.

Trovatosi nel bel mezzo della bufera il consigliere di minoranza Antonio Leone ha preso la netta decisione di rifiutare le scelte della giunta Savino e non dare adito ad ulteriori polemiche. ?Un grande plausodichiara in merito Domenico D?Ambrosiova al consigliere Antonio Leone per aver vanificato le imposizioni della maggioranza non accettando l?incarico. Ammirevole il suo gesto leale ed il suo senso democratico che non ha voluto sottostare allo scellerato gioco della giunta in carica?.

Intanto in paese, il "caos" alimentato dalle persecuzioni del libero arbitrio hanno favorito lo sfogo per niente condivisibile di chi imbratta con frasi inutili le mura del Municipio e distribuisce volantini che non hanno alcuna valenza, se non quella del pettegolezzo?