Gli italiani si sentono più poveri e ritengono che la loro situazione economica sia molto peggiorata. Un dato, se si vuole, “scontato” che emerge dall’Annuario 2004 dell’Istat, un volume di mille pagine fitto di tabelle, grafici e prospetti, che fotografa la situazione socio-economica italiana relativa all’anno 2003. Ad essere infranto, però, è un mito abbastanza consolidato nell’immaginario collettivo: quello dei meridionali poveri ma felici, almeno per ciò che riguarda l’ambito familiare e la sfera delle amicizie. Gli uomini e le donne del Sud, infatti, sono fra gli italiani che si dichiarano più “scontenti” delle loro relazioni in famiglia (il 6,4 per cento, contro una media nazionale del 5,7) e dei loro rapporti amichevoli (il 3,8 per cento, contro il 3,3).

L’immagine complessiva che si ricava dal rapporto Istat 2004 è quella di un Paese attraversato da una certa inquietudine in cui restano poche certezze. Se, da un lato, è vero che si vive più a lungo ed in buona salute, lo è altrettanto il fatto che ben il 64,2 per cento delle famiglie che vivono al Sud lamenta ancora grandi difficoltà a raggiungere un Pronto Soccorso. La percentuale sale ancora, sino a raggiungere quota 67,5 per cento, se si considera il tempo trascorso in coda alla Posta o presso gli uffici dell’Asl dove l’attesa del proprio turno dura, mediamente, oltre 20 minuti. Dal punto di vista economico ciò che si percepisce, in generale, è una grande difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Quasi la metà delle famiglie meridionali, infatti, ritiene che la propria situazione economica nel 2003 sia peggiorata rispetto a quella del 2002. Nello specifico, il 32,2 per cento la valuta “un po’ peggiorata”, mentre per il 12,8 per cento pensa che la situazione sia “molto peggiorata”. Solo il 5,3 per cento ritiene che le cose vadano un po’ meglio per l’economia familiare. Poca cosa se paragonate al 7,3 per cento delle famiglie meridionali per cui le proprie risorse economiche sono del tutto “insufficienti”, ma soprattutto con il 38,6 che le considera “scarse”.

Le famiglie più scontente in Italia sono quelle della Sardegna e della Puglia mentre in Basilicata c’è, evidentemente, più “ottimismo”. Solo il 3,4 per cento delle famiglie, infatti, considera insufficienti le proprie disponibilità economiche ponendosi al di sotto sia della media nazionale (4,9 per cento) che di quella delle regioni settentrionali (3,7 per cento). Un dato che fa riflettere riguarda il 55,1 per cento di famiglie lucane che percepiscono la propria situazione finanziaria “invariata”. Invariata, infatti, non vuol dire migliorata come confermato dal solo 7,7 per cento (anche se il dato supera ancora una volta la media nazionale attestata sul 6 per cento) che sentono di aver avuto nel corso del 2003 una vita più agiata rispetto al 2002.

Non va certo meglio per ciò che concerne la qualità dell’offerta dei servizi pubblici e privati dove ancora troppa è la “sofferenza” percepita per ritirare la pensione, per fare una raccomandata o per raggiungere un Pronto Soccorso o un ufficio comunale. I Lucani sono, infatti, tra quelli che hanno più difficoltà in Italia a raggiungere un Pronto Soccorso. Basti pensare che a lamentarsi è il 66,1 per cento. Lunghe attese anche negli uffici della Asl per il 50,4 per cento delle famiglie di Basilicata mentre, se pure i tempi restano lunghi, va un po’ meglio rispetto alle vicine Campania e Puglia nelle code che si registrano alle Poste. Anche gli uffici comunali, ed in particolare quelli dell’anagrafe, sembrano essere piuttosto celeri visto che solo il 7,9 per cento lamenta ritardi contro una media nazionale nell’ordine dei 13 punti percentuali. Al di là delle percezioni, che restano più o meno soggettive, rimangono i dati oggettivi che si confermano tutt’altro che positivi. A fronte di un modesto aumento dell’occupazione nel Paese (più 1 per cento nel 2003 contro l’1,5 per cento del 2002) gli inoccupati rappresentano ancora circa il 16 per cento della forza lavoro disponibile, troppo lontani da quel 4,6 per cento che rappresenta la media per le regioni del Centro-Nord d’Italia.

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