All?articolo dei Verdi ?Vogliono privatizzare il Pollino? rispondo con una lettera aperta:

Il Pollino, i Verdi e i direttori di parco.

Ma chi rappresenta i cittadini europei?

L?articolo ?Vogliono privatizzare il Pollino? a firma dei Verdi Basilicata apparso a metà

ottobre sul portale LucaniaNet.it affronta, in modo veemente, varie questioni relative al Parco

nazionale del Pollino, stigmatizzando ?il grave stato di crisi che investe la gestione?.
Nonostante da buon cittadino, che ha il dovere di conoscere e pensare, abbia maturato in

proposito delle idee, la posizione di dipendente dell?Ente Parco, che chissà perché non

riesco a definire ?privilegiata?, mi induce a concentrare la mia riflessione,

esclusivamente, su una particolare affermazione dell?articolo che, più di ogni altra, si

caratterizza per la sua inequivocabile chiarezza espositiva pari soltanto alla sua

confusione concettuale.

L?articolo riporta che ?oltre un anno fa i Verdi, con una interrogazione rivolta al

Presidente della Giunta Regionale ed all?Assessore all?Ambiente e Territorio della Regione

Basilicata, rispondendo anche alle sollecitazioni dei sindaci lucani del parco, avevano

chiesto la designazione e la nomina di un lucano a Direttore del parco, scelto tra i

soggetti aventi titoli ed iscritti nello speciale elenco presso il Ministero dell?Ambiente.

Ciò nell?ottica di un giusto equilibrio delle rappresentanze rispondenti alle esigenze del

vasto territorio, oggi sbilanciate solo sulla regione Calabria. Le ultime nomine, anche

quelle part – time di fatto ripropongono una ?gestione provvisoria? che non può che portare

alla paralisi del funzionamento del parco e dei suoi uffici?.
Insomma, l?auspicata nomina di un lucano a direttore del Parco garantirebbe, secondo i

Verdi, ?un giusto equilibrio delle rappresentanze rispondenti alle esigenze del vasto

territorio?.
Colui che ha scritto l?interrogazione, così come chi se ne è avvalso per la redazione

dell?articolo, probabilmente non conosce bene che il conferimento dell?incarico di direttore

di un parco se è vero che è subordinato, per legge, all?iscrizione in un apposito albo, non

è altrettanto vero che deve rispondere ad un ?giusto equilibrio delle rappresentanze?.

Il

direttore del Parco è un incarico tecnico fondato prettamente su requisiti di competenza

tecnico-manageriale e finalizzato al conseguimento dei risultati secondo gli obbiettivi

assegnati dall?organo politico che, questo sì, ha diritto e dovere di ?rappresentanza

rispondenti alle esigenze del territorio?.
Questo in sostanza stabilisce il d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali

sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” in termini di

separazione dei ruoli tra indirizzo politico e funzione dirigenziale. Va da sé che, nella

Pubblica Amministrazione, non solo la dirigenza non ha alcuna necessità di possedere il

requisito della rappresentanza ma tale malaugurata caratterizzazione esporrebbe a grave

minaccia i principi di imparzialità e di buona amministrazione: priva della necessaria

autonomia tecnica, la dirigenza rischierebbe di rispondere soltanto ad una becera logica

localistica, sottoposta al costante pericolo di un?incombente deriva spartitoria e

clientelare. Bisognerebbe, per coerenza, chiedere ad un lucano (ed in primis ai vertici

politici) se, nel caso di grave malattia, sarebbe disposto a sottoporsi ai ferri di un

chirurgo lucano solo per il fatto che, al di là della competenza e della bravura, sarebbe in

grado di garantire ?il giusto equilibrio delle rappresentanze rispondenti alle esigenze del

vasto territorio?.

Quel ?giusto equilibrio delle rappresentanze (?) oggi sbilanciate solo sulla regione

Calabria? sarebbe, piuttosto, da ricercare nell?ambito degli organi politici del Parco, e

sulla loro capacità di ?rappresentare?o meno il territorio lucano, e non certamente nella

sfera dirigenziale che mi auguro, da cittadino ancorché da dipendente di Pubblica

Amministrazione, risponda, sempre e comunque, a criteri esclusivi di competenza tecnica.

Sotto tale accezione e auspicio è probabile sia stato opportunamente rivolta

l?interrogazione al Presidente della Giunta Regionale. Del resto non si è mai riusciti a

comprendere, in quanto nessuno lo ha mai chiarito, se la mancata conferma dell?incarico al

precedente direttore lucano sia da ascrivere ad un difetto di competenza o, piuttosto, di

?rappresentanza?.
Per quanto mi riguarda come iscritto all?albo dei direttori di parco, sono scevro, per

fortuna, da ogni bramosia di nomine e di carriera ad ogni costo, come avevo avuto già modo

di ribadire con una nota di ringraziamento rivolta ai colleghi che, nel febbraio scorso,

avevano promosso formalmente, al Consiglio Direttivo dell?Ente, la mia designazione nella

terna dei direttori da sottoporre all?On. le Ministro. Mi perdonino, tuttavia, i Verdi della

Basilicata se prima di sentirmi lucano, calabrese o ancorché siciliano, io mi senta figlio

di un?Europa che abbiamo il dovere di compiere e servire, al di là di ogni miope localismo e

di ogni anacronistico delirio di rappresentanza o, peggio, di appartenenza.
In una prospettiva progressista ed europeista, che dovrebbe essere propria dei Verdi,

sarebbe il caso di porsi il sano dubbio che proprio l?inseguimento, pretestuoso e

strumentale, del ?giusto equilibrio delle rappresentanze rispondenti alle esigenze del vasto

territorio? possa costituire la causa principale delle gestioni fallimentari della Cosa

Pubblica. In nome del ?giusto equilibrio della rappresentanza?, prevalgono spesso gli

interessi personali e di bottega, per meglio dire gli affari propri, sull?esigenze del

territorio che rimane spesso ignaro, talvolta indolente, a guardare la disfatta.

Chissà se le nobili ceneri del Pino loricato, recentemente bruciato, possano servire a

qualcuno per cospargersene il capo e, sperando in un miracolo di Madre Natura, ricondurre la

mente a pensare nuovamente. Il Pino loricato sarebbe ?morto?, almeno, per una nobile causa

e la cosa mi rincuorerebbe un po?.
Nell?attesa, per stemperare discriminazioni e grettezze, mi pare adatto richiamare alla

mente quanto ebbe a scrivere l?On. le Alfonso Pecoraro Scanio – attuale presidente dei

Verdi, allora presidente della Commissione Agricoltura della Camera ? a testimonianza

dell?apprezzamento rivolto, con sincera soddisfazione, ad un lavoro realizzato per la

promozione dell?amato Parco nazionale del Pollino:
?complimenti per l?originalità e auguri per un futuro verde e splendente. Sono orgoglioso di

questo Sud!?
Anch?io sono orgoglioso di ?questo Sud?! Ma in certi casi mi riesce difficile.

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