Vi ringrazio per la ?lettera aperta? che mi avete inviato. Essa mi permette di precisare taluni punti, peraltro sviluppati, almeno nella gran parte, nel documento che ho consegnato al Tavolo della Trasparenza della Regione Basilicata. Per inciso, il documento è analogo a quelli consegnati alle Regioni Piemonte e Campania, (e a quelli che verranno consegnati alle Regioni Lazio e Emilia-Romagna), in riunioni a cui ho partecipato con i miei collaboratori presenti anche a Potenza in qualità di Commissario Delegato ai sensi dell?O.P.C.M. n. 3355 del 7 maggio 2004.
1. L?O.P.C.M., all?art. 2, prescrive che il Commissario Delegato riferisca mensilmente alle Regioni sulle attività svolte e trimestralmente al Tavolo di Trasparenza della Regione. Inoltre, i suoi atti sono valutati e validati, prima che divengano esecutivi, da una Commissione Tecnico-Scientifica di cui fa parte un Rappresentante di ciascuna Regione (per la Regione Basilicata il Prof. Scalia).
2. Le quattro vecchie centrali sono in corso di demolizione e non possono essere rimesse in funzione. I piani approvati dal Governo, sulla base delle direttive strategiche del Ministro delle Attività Produttive, sottoposte al Parlamento nel 1999, ne prevedono il completo decommissioning.
3. La descrizione dettagliata dei programmi di messa in sicurezza e di smantellamento delle centrali ed impianti è contenuta sia nella nota sopramenzionata, sia nelle numerose audizioni fatte al Parlamento. I siti da cui poterle trarre sono quelli della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
4. I materiali radioattivi presenti a Trisaia, come nelle altre centrali e impianti del ciclo del combustibile, verranno predisposti in condizioni di massima sicurezza per il successivo conferimento al deposito nazionale previsto dalle leggi 368/2003 e 239/2004. Dove sarà ubicato il sito, non mi è dato saperlo.
5. Trisaia, come gli altri siti di centrali e impianti, non è comunque sito idoneo per il deposito definitivo. Come tutte le centrali, impianti e depositi di scorie medicinali e industriali (circa 140 in Italia), Trisaia è oggi di fatto un deposito provvisorio. Rimarrà tale fino a che non sarà reperito in Italia un deposito definitivo oppure il materiale potrà essere esportato (fatto molto difficile con le attuali leggi italiane, che, però, il Parlamento potrebbe modificare, e con direttive e raccomandazioni dell?UE). Un?ipotesi che era stata fatta era quella della Russia verosimilmente in Siberia Centrale o nella Penisola di Kola, proprio a nord di San Pietroburgo dove ho appreso che il film ?Scanziamo le scorie? ha ottenuto un successo rilevante. Tale ipotesi è per ora bloccata.
6. A Trisaia, come negli altri siti, non è previsto alcun stoccaggio di materiali radioattivi, oltre quelli già esistenti sul sito.
7. Confermo che il sito di Trisaia è gestito in modo conforme alla normativa e che le condizioni di sicurezza contro atti ostili e di safety nucleare sono soddisfacenti. Esse miglioreranno e diventeranno ottimali ad ultimazione delle attività in corso, descritte dettagliatamente nel documento dato alla Regione. Beninteso, come ovunque, la sicurezza sarà completa, cioè ogni rischio verrà azzerato, solo dopo il conferimento dei materiali radioattivi al deposito definitivo.
8. Non è vero che si ritenti nel mondo la ripresa degli esperimenti sul ciclo uranio-torio. Tutte le centrali in funzione e quelle in progettazione all?estero si basano su quello uranio-plutonio. Il ciclo uranio-torio avrebbe dovuto sostituirlo perché meno pericoloso per la proliferazione. Le ricerche effettuate al riguardo in Italia e USA sono state interrotte negli anni settanta. L?Enea, sempre negli anni settanta, è divenuta proprietaria del materiale non ritrattato (64 elementi sugli 84 ricevuti da Elk River). Gli USA, dal canto loro, non ne hanno trattati circa 200 che si trovano al sito di Savannah River, centro dipendente dal DoE (Department of Energy). Il Governo italiano – approfittando che è stato di recente concluso un accordo fra IAEA, USA e Russia (denominato Global Threat Reduction Initiative ? la cui documentazione può essere reperita su Internet) sul recupero da parte degli USA e della Russia del combustibile dei reattori di ricerca – sta negoziando con gli USA perché lo accettino. I negoziati sono in corso in sede sia politica che tecnica. L?ultima riunione è stata tenuta il 19 settembre. La prossima dovrebbe tenersi entro fine ottobre. Non è dato sapere quando il negoziato potrà essere concluso. Vi sono buone speranze che le richieste italiane vengano accolte. Qualora non andassero in porto, i 64 elementi verranno scaricati dalla piscina di Itrec e posti in sicurezza a secco in cask (contenitori corazzati), in attesa che possano essere trasferiti al deposito definitivo, quando sarà disponibile.
9. E? indebito denominare ?netturbini nucleari? i tecnici e le maestranze che con professionalità e impegno lavorano nelle centrali e impianti nucleari per proteggere cittadini e ambiente da rischi ancora esistenti, perseguendo quell?alto grado di sicurezza che è nelle tradizioni di Sogin. Per inciso, le capacità di Sogin stanno facendo acquisire alla Società cospicui successi all?estero sia per la messa in sicurezza che per lo smantellamento, il controllo degli standard e il prolungamento della vita attiva di centrali estere. Tutta l?attività è svolta in conformità alle norme internazionali. L?occasione mi è gradita per inviare cordiali saluti.