L?iniziativa ?La Notte a Colori?, promossa dalla società Incongress, ha avuto luogo sabato notte nelle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci. Ciò che ha mosso gli organizzatori è stata una constatazione: la scarsa partecipazione con cui i materani seguono le Grandi Mostre nei Sassi, ospitate negli stessi ambienti. Neanche questa edizione, al pari delle precedenti, ha avuto i favori del pubblico locale.
I dati parlano chiaro. Solo in seimila hanno visitato la mostra dal giorno della sua apertura, e pochi, pochissimi fra questi, sono i materani. Intendiamoci, i materani non hanno sacrificato questa mostra per prediligerne altre: cinquemila biglietti venduti per la Scultura lignea, meno di settemila per Movimento/movimenti, meno di diecimila per le foto di The Passion -nonostante fosse ospitata nel circuito urbano delle chiese rupestri-, e duemila per la mostra Colacicchi/Martinelli. Non nascondono un pizzico di delusione i soci della Scaletta, che organizzano da sempre le Grandi Mostre. Hanno il merito di creare ogni anno, nell?incertezza finanziaria e senza una fondazione o un?organizzazione che ne semplifichi il compito, eventi culturali che occupano le pagine culturali dei principali quotidiani nazionali. La città però non risponde. Né le istituzioni, né il pubblico. La triste verità è che i materani ignorano del tutto il loro patrimonio, né si sforzano di conoscerlo. A Matera più che altrove, per motivi storici.
Il completo abbandono dei Sassi ha provocato da un lato un?iniziale insensibilità verso quei beni (non erano neanche ritenuti tali difatti), dall?altro la totale assenza di attività umana ne ha impedito l?esperienza diretta, perlomeno visiva. Non tragga in inganno la tanto decantata rinascita degli ultimi anni: mangiare una pizza nei Sassi non significa conoscerli, infestarli con le auto non significa capirli, farne una sorta di mascotte cittadina non significa farli propri. Non si può certo dare sempre la colpa alle istituzioni: l?atteggiamento deve essere in primo luogo individuale. Però potrebbero fare di più: una società privata ha organizzato l?evento, gli artisti sono intervenuti a titolo gratuito, gli spazi utilizzati, angusti per il numeroso pubblico, avevano sì il vantaggio di creare un ambiente più raccolto e di concentrare gli eventi, ma ciò andava a discapito di una fruizione più agevole. D?altronde cadono davvero le braccia se l?Assessore Morelli affrontando il problema delle auto invece di dichiarare: ?Essendo l?ingresso alle auto nei Sassi già normalmente vietato in quelle ore, faremo rispettare con rigore la disposizione?, ha il candore di dire: ?Invitiamo i cittadini a evitare l?uso delle auto per raggiungere la sede della mostra, in tal modo si eviteranno i consueti problemi di traffico?.
Dunque in Comune si sa che nei Sassi il problema del traffico sia qualcosa di consueto, e questa è già una buona notizia. E’ vero, si ignora l?esistenza di un divieto, ma non possiamo essere troppo esigenti. Con o senza auto, i materani hanno partecipato in massa all?iniziativa, che ha fatto compagnia per una notte (l?ultima, la mostra ha chiuso domenica) alle sculture di Mascherini. Proiezione di corti e documentari locali, teatro, danza, concerti di musica classica, jazz e blues, letture di poesie, comparsata di Uccio De Santis, disco music, con una fantasiosa illuminazione che regalava nuovi colori a posti carichi di storia fra le evocative sculture di un grande del secolo scorso. Una notte piacevole, ?diversa dalle altre?, come ripetevano i tantissimi giovani accorsi, che potevano scegliere, fra i tanti eventi in contemporanea, quello più vicino al loro sentire. Un plauso agli ideatori, agli organizzatori e agli artisti che hanno dato corpo all?evento. Certo non basta una Notte a Colori per fare in modo che i materani siano più partecipi agli eventi della loro città, ma per una volta la Cultura non è sembrata abitare l?Iperuranio, ma essere vicina, viva e a portata di mano.