INTERVENTO DEL PRESIDENTE FINO
Recenti articoli di stampa affrontano, da più parti, il problema della
prosecuzione del progetto in atto di stabilizzazione degli ex LSU del Parco
Nazionale del Pollino.
Per ristabilire un po¹ di ordine e verità su quanto, a volte con leggerezza,
affermato ritengo sia utile ed opportuno intervenire in merito.
Il sindaco Fiore, componente del consiglio direttivo e vice presidente
dimissionario, afferma di non condividere, se non attraverso una
rimodulazione, il progetto di realizzare microcentrali elettriche
all¹interno dell¹area protetta per fini occupazionali, dovendosi in tale
area puntare piuttosto sui settori del turismo e della tutela del
territorio.
Si deve constatare la diversa opinione di alcuni colleghi del sindaco Fiore,
sempre ricompresi nell¹area protetta, che invece puntano espressamente sulla
creazione di piccole centrali, secondo sempre quanto riportato dalla stampa,
andando quindi ad estrapolare dall¹ipotesi di rimodulazione del progetto
complessivo di stabilizzazione degli ex-LSU, proposta da Italia Lavoro in
nome e per conto del Ministero del Lavoro, proprio il progetto contestato
dal sindaco Fiore e dall¹Assessore regionale al lavoro della regione
Basilicata in sede di riunione presso il Ministero del Lavoro.
I sindaci di Cersosimo, Noepoli, Terranova del Pollino, San Costantino
Albanese e San Paolo Albanese hanno ritenuto perseguibile tale progetto, al
contrario di quanto dichiarato dall¹Assessore Collazzo anche a loro nome e
di quanto sostenuto dal sindaco Fiore, dimenticando forse che quel progetto
poteva servire ad una effettiva stabilizzazione dei lavoratori ex
socialmente utili, che restano sempre, al pari di qualsiasi altro
disoccupato del territorio, cittadini del Parco, cittadini probabilmente di
quegli stessi comuni, che forse troppo frettolosamente hanno ritenuto di
poterli ³scaricare² ad altre istituzioni.
Non si può e non si deve certo
immaginare di poter scatenare una ³guerra tra poveri², ma tali situazioni e
comportamenti non possono non essere evidenziati all¹opinione pubblica che
saprà certamente trarre autonomamente le proprie conclusioni. D¹altro canto
lo stesso Direttore dell¹ELBA (Ente Lavoro Basilicata), dott. D¹Agostino,
altro non ha potuto fare nell¹incontro tenutosi il 6 ottobre scorso presso
l¹Ente Parco che correggere il tiro rispetto a quanto dichiarato
dall¹Assessore Collazzo nella riunione in sede ministeriale.
Quanto al ³fallimento² della trattativa per il prosieguo delle attività
degli ex LSU, non credo che lo stesso fallimento, ammesso che di fallimento
si possa e si debba parlare, sia addebitabile al Governo centrale, il quale,
almeno sino ad ora, ha sempre risposto positivamente, pur non avendo assunto
nel tempo passato formale impegno in tale direzione; ritengo che il sindaco
Fiore dovrebbe anziché lasciarsi andare a considerazioni che tanto sanno di
demagogico, interrogarsi su quale sia stato il suo apporto per le possibili
soluzioni, quale sia stato il suo pressoché totale disinteresse rispetto al
problema, pur se invitato ad occuparsene in prima persona. Ma forse tale
problema era troppo di difficile soluzione e di poca visibilità per essere
affrontato; forse si è pensato che potesse essere più ³produttivo² occuparsi
di altri aspetti, quali concessioni di contributi ed altro piuttosto che
³infognarsi² in un procedimento nel quale non si credeva, ma che poteva
anzi, dal di fuori, essere utilizzato.
Quanto poi alla necessaria diversificazione del progetto di stabilizzazione,
il sindaco Fiore dovrebbe sapere, proprio in forza del ruolo da lui
ricoperto, che il progetto delle ³microcentrali² è soltanto una parte della
più complessiva ipotesi di rivisitazione del progetto di stabilizzazione
degli ex Lsu proposta da Italia Lavoro; progetto che va anche in direzione
degli aspetti da lui citati, anche se poi restano da verificare le reali
possibilità di perseguimento di tali obiettivi.
Infine riguardo alla ³tutela del territorio², lasciamo ad altri momenti la
definizione di tale concetto, allorquando scevri da condizionamenti ed in
presenza di certezza, si saranno ristabilite le reali condizioni minimali
per poter parlare di tutela dell¹ambiente e del territorio; oggi la presenza
di procedimenti non definiti potrebbero facilmente indurre a considerazioni
ingiuste e scorrette S preferibile al momento tacere.
Si deve registrare poi (ad adiuvandum dell¹intervento del Sindaco Fiore) il
successivo intervento di Sandro Berardone, consigliere provinciale di
Potenza ed assessore del comune di San Costantino Albanese, ma soprattutto
già consigliere e vice presidente del Parco, nel momento della delibera di
stabilizzazione degli LSU.
Stupiscono determinate affermazioni del consigliere Berardone, il quale, in
forza del suo passato e della sua comprovata conoscenza del territorio e dei
problemi, non può non sapere alcune cose.
Una maggiore attenzione e, me lo consenta Berardone, correttezza avrebbero
dovuto indurlo ad una maggiore moderazione ed accortezza su quanto
dichiarato.
Se solo si fosse preoccupato di chiedere informazioni, che non
sono negate a nessuno, tanto più se amministratore del territorio, avrebbe
saputo che è falso quanto da lui affermato circa la mancata comunicazione ad
Italia Lavoro delle decisioni sull¹attivazione di servizi diversi a scala
comunale e circa la mancata formalizzazione del presunto incarico ad Italia
Lavoro.
Berardone avrebbe saputo che Italia Lavoro era a conoscenza della
impossibilità di perseguire l¹obiettivo di servizi diversi nei comuni
(mense, servizi cimiteriali e quanto altro) perché era stato espressamente
detto nel corso di riunioni a Rotonda e Roma alla presenza di Italia Lavoro;
avrebbe saputo che Italia Lavoro non ha nessun incarico da parte del Parco,
essendo semplice ³braccio operativo² del Ministero del Lavoro, messoci a
disposizione nel tentativo di recuperare una credibilità ad un progetto che
man mano la perdeva sempre più. Da apprezzare anzi lo sforzo del Ministero
di contribuire anche in tale modo, in conformità al suo scopo istituzionale,
a risolvere i problemi del territorio.
Lasciamo quindi da parte ogni strumentalizzazione politica del problema ed
impegniamoci tutti nel tentativo di dare una soluzione ad un problema
difficile con una risoluzione nella quale crediamo, anche perché abbiamo
tutti il dovere, ognuno dalla propria postazione, di crederci, non fosse
altro per il rispetto che è dovuto a 340 lavoratori ed altrettante famiglie.
Tempi e modi per altri tipi di battaglie, oramai peraltro imminenti, ce ne
saranno.
Francesco Fino, Presidente Ente Parco Nazionale del Pollino