I lavoratori della Fiat-Sata di Melfi hanno deciso con chi stare e da chi farsi rappresentare. Nelle elezioni per le nuove rappresentanze sindacali unitarie (Rsu), infatti, svoltosi nello stabilimento di Melfi della Fiat addirittura il 52,4% dei voti è andato alle liste dei sindacati (Fiom, Ugl, Failms, Cobas e Alternativa Sindacale) che nello scorso mese di aprile hanno promosso, per tre settimane, le manifestazioni e i blocchi. Tra queste, in netta crescita sono la Failms e l’Unione Generale del Lavoro, entrambe ottengono 6 RSU. La Fiom-Cgil, con 1.171 voti, pari al 26,1%, è la prima organizzazione sindacale.
Lo sciopero alla Fiat Sata di Melfi, dunque, ha lasciato il segno molto più di quanto, qualcuno, realmente si aspettava. Anche, e soprattutto, dal punto di vista politico. Ma la vittoria parte da lontano. Da una lunga protesta, ricordiamo, durata ventuno giorni, nella quale sono confluite le giuste rivendicazioni dei lavoratori dalla tuta amaranto – in seguito riconosciute dall’azienda torinese – per avere migliori condizioni di lavoro, cambio dei turni e porre l’attenzione su questioni che riguardano il rispetto e la dignità dentro la fabbrica, e dopo una lunga contrattazione che ha visto coinvolte le 23 aziende dell’indotto, nonché di altrettanti 3.200 dipendenti. Una protesa che ha avuto solo un fine, aiutare migliaia di persone a fare un salto di civiltà. Un’elevazione sociale che non ha coinvolto solo i lavoratori Fiat e le proprie famiglie ma anche tutti i cittadini lucani e quelli meridionali, di tutto il mondo. Una scommessa vinta e che adesso si concretizza ancora di più rafforzando la rappresentanza di quelle organizzazioni che hanno – più di tutti gli altri – creduto, lottato e portato a casa un risultato storico.
L’accordo, poi sottoscritto con l’azienda torinese, prevedeva, in sostanza, l’aumento del salario di 105 euro entro due anni, l’introduzione della quattordicesima mensilità, il miglioramento delle condizioni di lavoro e conferme sulle prospettive occupazionali del gruppo. Il punto “prospettive occupazionali”, è giusto ricordarlo, mirava a far proprio il concetto di “mobilità orizzontale”, ovvero, la possibilità, qualora un azienda del gruppo fosse in forte difficoltà a causa delle flessioni del mercato e scegliesse la strategia della mobilità per i propri lavoratori, di trasferire gli addetti ad un’altra azienda del gruppo, senza far perdere il posto di lavoro. Tornando al rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie la Fiom-Cgil è stato l’unico sindacato a crescere, aumentando le proprie preferenze del 3% circa. Un trionfo, quello della Fiom-Cgil, senza se e senza ma.
Pertanto, la stessa Fiom si conferma come il primo sindacato dell’area industriale di S.Nicola di Melfi, aggiudicandosi 14 RSU. Seconda organizzazione sindacale risulta essere la UILM UIL, la quale raggiunge quota 18,7%, ed 11 seggi conquistati. In evidente difficoltà, invece, la posizione della FIM-CISL, che raggiunge il 14,93% circa di preferenze, ottenendo 9 RSU. Chiara, anche in questo caso, la posizione dei lavoratori che si è espressa in contrasto alla linea moderata del sindacato CISL. Ha tenuto la propria posizione anche l’organizzazione della Fismic-Confsal che perde solo una manciata di voti aggiudicandosi 8 RSU, il 14% delle preferenze. Chiamati al voto, i circa 4.900 lavoratori della Fiat di Melfi hanno dovuto scegliere tra 400 candidati.
Alla fine ha votato circa il 92,8% degli operai della Sata. Otto sono state le liste presentate dalle organizzazioni sindacali, tra cui: Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, Slai Cobas, Failms Cisal, Ugl e Alternativa Sindacale.