Delibera del S. A. dell?Università degli Studi della Basilicata

Il Senato Accademico dell?Università degli studi della Basilicata si fa interprete del profondo dissenso, che ha già prodotto un?ampia e spontanea mobilitazione in questo come negli altri atenei italiani, rispetto al testo del Disegno di legge sullo stato giuridico della docenza universitaria licenziato dalla Commissione cultura della Camera dei deputati.

Il Senato Accademico giudica tale testo un ulteriore, deleterio passo sulla via della dequalificazione della formazione universitaria. Al di là di ostentate dichiarazioni di principio destinate ad essere vanificate dai fatti, esso appare in realtà ispirato a un?idea di università che non può assolutamente essere condivisa da chi continua a credere in principi quali il primato della ricerca, l?inscindibile nesso tra ricerca e didattica, la maturazione dello studente e del futuro studioso attraverso il contatto continuo con chi appassionatamente e quotidianamente elabora (e non solo ?trasmette?) il sapere, l?indipendenza e la libertà della ricerca e dell?insegnamento. Il testo del decreto, per converso, pare chiaramente prefigurare una università ? se così ancora potrà chiamarsi ? obbligata ad affidare in larga misura l?insegnamento a figure precarie che non potranno offrire agli studenti quel totale impegno che solo la piena partecipazione alla vita della comunità accademica consente e a cui non verrà garantito, o addirittura neppure richiesto, di sviluppare una propria attività di ricerca in spirito di libertà e con fiducia nell?avvenire.

Inaccettabili appaiono, in particolare:

– la previsione di forme prolungate di precariato che, nell?attuale situazione del mercato del lavoro e dei bilanci universitari, in assenza di un significativo incremento delle risorse investite nella ricerca e nella formazione superiore, potrebbero solo ottenere l?effetto di allontanare i giovani più promettenti dall?università;

– l?abolizione della distinzione fra tempo pieno e tempo definito, che privilegia di fatto le attività esterne a scapito del pieno impegno nella vita universitaria;

– la configurazione di forme surrettizie di reclutamento di professori universitari al di fuori di procedure concorsuali.
Al di là del decreto, incredibile appare l?aver concepito e poi rinnovato il blocco delle assunzioni, lesivo dell?autonomia delle sedi ed esiziale per la loro vita complessiva; se davvero ? come annunciato ? esso non verrà riproposto per l?anno a venire, ciò non può costituire motivo di particolare soddisfazione (o ? peggio ? contropartita): era doveroso non perseverare in un atto di dubbia legittimità e sicura ingiustizia sostanziale, che ha già creato gravi danni.

Non è certo la prima volta che questi motivi di dissenso emergono nelle università. Il Senato Accademico dell?Università degli studi della Basilicata deve però prendere atto, con rammarico e sconcerto, che le voci di protesta da tempo levatesi in tutti gli atenei italiani non hanno di fatto portato a modifiche sostanziali nel testo del decreto né hanno influito sull?iter legislativo. Il Senato lamenta peraltro che la CRUI, al di là di alcune dichiarazioni di principio, non sia stata efficace interprete del profondo sentire della comunità accademica e non abbia saputo esigere che il Ministro, prima di procedere a qualsivoglia iniziativa, mettesse in atto un serrato confronto con le sedi universitarie. Al contrario il comportamento fin qui tenuto dalla CRUI induce nella comunità accademica una reazione di estrema diffidenza che può portare fino alla revoca di ogni delega alla stessa CRUI.

A fronte di ciò, il Senato Accademico ritiene che sia giunto il momento di procedere a forme di protesta che richiamino con maggior forza l?attenzione sui reali problemi del sistema universitario e facciano pienamente comprendere come i ventilati progetti di riforma, nonostante i propositi esibiti, minaccino di compromettere alla radice il fondamentale ruolo dell?università come luogo di elaborazione del sapere e motore di sviluppo culturale e sociale. La crisi, voluta e determinata, del sistema universitario è di fatto crisi della società italiana, costretta ad inseguire modelli economici distruttivi delle risorse sane, intellettuali e materiali, esistenti nel Paese e assoggettata a politiche di dominio internazionali e di smantellamento di un prezioso sistema pubblico di servizi sociali e di strutture formative e di ricerca.

Il Senato Accademico dell?Università degli studi della Basilicata delibera pertanto di sospendere l?inizio delle lezioni nell?Università degli Studi della Basilicata finché il Ministro non accetterà un autentico confronto con la comunità accademica di base, rinunciando alla richiesta di delega, e invita studenti e docenti ad un?ampia mobilitazione e ad una attenta vigilanza.

Esorta, inoltre, il Magnifico Rettore a sostenere l?iniziativa di invitare presso l?Università degli Studi della Basilicata i Senati Accademici delle Università italiane, per elaborare soluzioni alternative al disegno di legge del Ministro.

Paolo Fanti
Ricercatore dell’Università degli Studi di Basilicata
cell: 349-6735260
fanti@unibas.it

Valerio Tramutoli
Ricercatore dell’Università degli Studi di Basilicata
cell: 3293178385
tramutoli@unibas.it

Fara Favia
Professore Associato dell’Università degli Studi di Basilicata favia@unibas.it

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