L?AGRICOLTURA BIOLOGICA, LO SVILUPPO SOSTENIBILE, LA TRISAIA E IL GENERALE CARLO JEAN
Generale Jean,
Prendiamo atto della sua buona volontà dimostrata al Tavolo della Trasparenza e della disponibilità nell?interloquire con la stampa.
Abbiamo apprezzato ancora la disponibilità nel disporre, per le questioni del ?Tavolo della Trasparenza?, dei vertici Sogin s.p.a., rappresentate dal consiglio di amministrazione o addirittura dal di-rettore del personale. Quale Generale in pensione, con funzione di Commissario di Governo e amministratore delegato della Sogin S.p.a, ha certamente dimostrato di essere all?altezza del ruolo del manager di una s.p.a. strategica ed internazionale e di non aver dimenticato l?antica tradizione militare. Da ex cadetto dell?accademia militare ha sfilato, metaforicamente, il suo spadino d?alta uniforme per lanciare un fendente verso il suo passato nelle vicende di Scanzano.
Ma noi siamo un popolo pacifico e preferiamo difenderci con la ns democrazia e libertà; lasci per-dere il suo ?direttore del personale? perché noi non abbiamo bisogno di posti di lavoro come ?Netturbini nucleari? (senza offesa per i netturbini) e se qualcuno le ha fatto credere questo, lo ha fatto solo per se stesso! Cerchi invece di darci risposte concrete sul futuro del nucleare in Basilicata e in Italia, sui tentativi di riapertura delle centrali e sui rifiuti prodotti dallo smantellamento delle vecchie centrali. Rifiuti imballati (condizionati) o da imballare, in attesa di una sistemazione ancora incerta. Le scel-te, sa benissimo, non sono molte e per creare un sito unico trascorreranno anni (? dove? Chi li ac-cetterà, pacificamente, dopo Scanzano?). Tutto ciò dovrà prevedere un appoggio momentaneo (?provvisorio?) in luoghi non idonei a tale ri-cettacolo (salvo dimostrarne l?idoneità ? a posteriori).
Le è stato chiesto se la Trisaia rientra tra i possibili siti provvisori per rifiuti di II cat. (che potrebbe-ro diventare siti provvisori per quelli di III cat., cioè per quei rifiuti che dimezzano la loro pericolo-sità in tempi dell?ordine di centinaia di migliaia di anni), come prevede il decreto Marzano, dove stoccare i rifiuti del ?decommissioning? dei siti nucleari italiani. Lei si è espresso in modo vago facendo riferimento a centinaia di siti provvisori nucleari sparsi per l?Italia, compresi quelli per elettromedicali o gli ammassi di ferro contaminato da radiazioni presen-ti, a volte, nelle acciaierie italiane. Per esseri più chiari (e ?trasparenti?), le riproponiamo la domanda: ?E? previsto l?arrivo di altro materiale radioattivo nel Centro della Trisaia??
Le è stato chiesto se Trisaia diventerà ?prato verde?, come prevedeva un vecchio progetto Sogin presentato a Rotondella nell?ottobre dello scorso anno; dalla sua risposta è trapelato un velato ed e-nigmatico barlume di speranza!
Vada oltre la normale amministrazione e renda finalmente trasparente il centro Enea-Sogin della Trisaia; una trasparenza auspicata da quaranta anni, per la tranquillità, la sicurezza e l?incolumità dei cittadini che vivono su questo territorio. Sistemi questi rifiuti in modo che non possano nuocere; ci informi precisamente sulla quantità e qualità dei rifiuti; renda trasparenti i tempi, i mezzi e le procedure per la messa in sicurezza degli stessi e sullo smantellamento degli impianti.
Nessuna fossa nascosta dal contenuto incerto, definita candidamente ?inamovibile? dai vostri tecni-ci, e basta con gli ?omissis? sulla Trisaia dato che, nelle numerose relazioni della Commissione Par-lamentare d?inchiesta sul ciclo dei rifiuti, è diventato un vocabolo frequente. Che fine farà quel ?gioiellino tecnologico? – estremamente versatile e che altre nazioni nucleariste ci invidiano, come dichiarano i ?nostalgici? – l?impianto Itrec, visto che il ciclo urano-torio è stato rivalutato in molti stati esteri? C?è ancora l?intenzione di realizzare un deposito unico nazionale, do-tato, nelle vicinanze, di un ?centro di eccellenza di ricerca? per vendere ?servizi nucleari? alla Rus-sia?
Le ricordiamo che questo Centro è situato sotto il più grande invaso d?Europa ?in terra battuta? ? la diga di Senise – e nessuno sa (vista la scarsità d?informazione sui piani d?emergenza) quali danni questa situazione può provocare, in caso d?incidente. La ringraziamo, comunque, per le 64 barre di Uranio del reattore Elk River che torneranno al loro legittimo proprietario (sperando che non finiscano per arricchire arsenali militari o, con complicate triangolazioni, per avvelenare altre collettività inconsapevoli). Non possiamo dire, però, la stessa cosa per i rifiuti ad alta attività che derivano dalla ?lavorazione? delle altre 20 barre, che portano il centro della Trisaia al secondo posto, in Italia, per pericolosità.
Le ricordiamo che per noi questo centro rappresenta una vera disgrazia per i danni che ha provocato al nostro tessuto urbanistico ed economico in questi quarant?anni, mentre solo adesso partiranno ac-certamenti (indipendenti da chi ha gestito o gestirà il centro?) sull?ambiente e sulla salute delle po-polazioni locali. Qui – le assicuriamo – i giovani che vogliono lavorare preferirebbero svolgere attività, solo per ci-tarne alcune: di ricerca sulle energie rinnovabili o sulla sostenibilità dei cicli produttivi; turistiche compatibili con la conservazione delle risorse e convertire l?agricoltura dell?area al ?biologico?. Certamente non intendono più elemosinare un posto da netturbino nucleare (ripetiamo: senza of-fesa per chi svolge questo importante lavoro ecologico ?).