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Un golfo per tre Regioni

Il Golfo di Policastro è un’ampia insenatura bagnata dalle limpide acque del mar Tirreno, in cui si alternano imponenti promontori e spiagge incantevoli; vi si affacciano colline ricche di vegetazione primitiva, grotte d’incommensurabile bellezza e interesse geologico. Un posto fantastico che rappresenta uno dei più importanti complessi biogeografici dell’Italia meridionale. Strepitoso anche il convegno interregionale che si è appena concluso a Matera in cui sono state definite coordinate importanti per lo sviluppo del golfo del Cilento.

Tre Regioni e tre province sono state coinvolte in questo piano di sviluppo turistico e vari soggetti pubblici e privati interverranno in futuro per moderare la fase operativa che si concreterà tra il 2006 e il 2013. Il 2005 sarà l’anno della resa dei conti, l’anno in cui si deciderà come investire i soldi, come sfruttare al massimo le grandi potenzialità del territorio delimitato dal progetto già nominato " Policastro, un golfo per tre Regioni". Un bel concerto a più voci sarà presto realizzato a Napoli dove interverranno tutti i soggetti interessati all’iniziativa; attualmente è già attivo un protocollo d’intesa tra le province di Cosenza, Potenza e Salerno. Al convegno materano hanno partecipato i presidenti delle regioni Basilicata, Campania e Calabria, Filippo Bubbico, Antonio Bassolino e Giuseppe Chiaravalloti, il commissario prefettizio del comune di Matera, Angelo Di Caprio, il presidente dell’amministrazione provinciale di Potenza, Sabino Altobello ed il presidente della Comunità Montana del Lagonegrese, Domenico Carlomagno. Importante anche l’intervento degli assessori al turismo delle tre regioni, Gaetano Fierro, Teresa Armato e Giuseppe Gentile.

Dal convegno sono emerse riflessioni di gran valore e lo stesso presidente della Regione Basilicata ha sottolineato – "Lo sviluppo turistico richiede consapevolezza, tutela ambientale, ricchezza di capitale sociale e di risorse umane. La qualità ambientale è misura, frutto e processo dell’evoluzione sociale" – poi ancora – "Ci stiamo interrogando sullo strumento più idoneo per porre un freno agli impianti eolici che potrebbero compromettere le qualità paesistiche e la fruibilità dei territori. Fecondo deve essere l’impegno delle Regioni meridionali, per potare in campo una volontà di fare che ci permetterà di accentuare i processi di crescita e di sviluppo". Lo sviluppo del Golfo di Policastro è un progetto denso, sarà difficile gestire le euforie per le consistenti entrate economiche che già s’intravedono oltre alla visibilità che le tre regioni potrebbero acquisire negli anni a venire. Sarà necessario a quel punto sanare ogni forma di protagonismo irrazionale e cercare di tirare l’acqua al proprio mulino nel migliore dei modi. Dovranno essere pianificate le risorse, bisognerà pensare al rilancio turistico di qualità per il Mezzogiorno e non sottovalutare la salvaguardia e tutela del patrimonio naturale a partire dai tre Parchi naturali. Al Golfo di Policastro è connesso il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che si estende per circa 180.000 ettari dell’area meridionale della provincia di Salerno e proprio per questo motivo la rete ecologica dovrà essere intergrata alla rete turistica, alla tutela delle acque marine, ai processi d’osmosi tra area costiera ed entroterra ed all’ipotesi di estendere il golfo oltre gli attuali 45 comuni. L’interregionalità è un valore importante che bisogna saper sviluppare; bisogna dare forza all’artigianato, all’ittiturismo alle risorse umane e culturali, promovendo un federalismo amministrativo. E’ necessario sviluppare le sinergie, le peculiarità della zona, valorizzando i beni archeologici, le tradizioni, rendendo lo sviluppo permanente e non stagionale.

Lo sviluppo del Golfo di Policastro è l’esempio concreto di come suoni e odori di terre diverse si stanno mescolando in un’unica dimensione strategica che vede concentrato potere e conflitto, tradizione e mutamento, omologazione e sincretismo culturale.