Ancora altre due morti sul posto di lavoro. L’incidente ferroviario verificatosi sulla tratta FF.SS. Avigliano-Lagopesole, in cui hanno perso la vita due lavoratori, non può che costringere ancora una volta a riflettere sul problema della sicurezza nei luoghi di lavoro nella nostra regione. Di morti bianche, in Italia, ne abbiamo 4 al giorno. Del resto, gli appalti e i sub-appalti privati e pubblici che vengono effettuati, quindi, anche quelli in cui le Ferrovie dello Stato, affidando lavori di manutenzione a ditte esterne dovrebbero – in teoria – tener conto anche, e soprattutto, dei costi relativi alla sicurezza sul posto di lavoro. Ma avviene davvero? Quanto è importante la prevenzione nell’affidamento di un appalto o di un sub-appalto? A quanto pare, visti i risultati, non molto.
Duri i commenti dei consiglieri regionali intervenuti sul delicato tema. “L’incidente ferroviario di Lagopesole – hanno affermato, in una dichiarazione congiunta, il responsabile del Dipartimento Lavoro della direzione nazionale, Dino Tibaldi e il capogruppo del Pdci alla Regione Giacomo Nardiello – è l’ennesima dimostrazione che la sicurezza sui posti di lavoro, specie al Sud, è ancora un “optional”, in particolare per le imprese appaltatrici, o qualcosa di più di un “buon proposito” del Governo. Un nuovo incidente ferroviario – il secondo in soli dieci giorni – con altre due vittime. Si tratta di un bilancio più che preoccupante. Gli standard di sicurezza delle nostre ferrovie si stanno paurosamente abbassando, con la complicità della progressiva privatizzazione e frammentazione delle ferrovie. Anziché perseguire l’efficienza e la sicurezza del servizio pubblico vengono privilegiati tagli e riduzione dei costi. Ancora una volta si rischia che Trenitalia liquidi il tutto con la motivazione dell'”errore umano” ma dietro all’errore spesso ci sono tratte mal funzionanti, prive della manutenzione ordinaria e straordinaria, macchinisti che fanno turni massacranti e nel caso di Lagopesole (sul quale si deve fare ancora chiarezza) meccanismi di appalti di lavori che puntano al risparmio per la sicurezza dei lavoratori”.
Decisa anche la posizione a riguardo della C.G.I.L. Basilicata: “La CGIL farà la sua parte denunciando con forza ed in tutte le occasioni la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro e nello stesso tempo in tutti i posti di lavoro attraverso i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sosterrà con iniziative, non solo simboliche l’applicazione delle regole previste dalle leggi in vigore e determinerà attraverso l’impegno quotidiano, coinvolgendo gli atri sindacati migliori condizioni di lavoro al fine di eliminare i rischi fonti di infortuni. E’ inoltre opportuno che tutti gli Enti coinvolti nella gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro assieme alle Organizzazioni Sindacali e dei datori di lavoro si facciano promotori di una cultura della sicurezza vera e non finta intensificando tutte le azioni d’informazione e formazione continua dei lavoratori e dei preposti alla gestione della sicurezza”.
La Regione, attraverso Michele Radice, Consigliere della Margherita, cerca di reagire a quest’emergenza sociale attraverso una proposta di legge. Allorquando vi è un sincero bisogno di risposte concrete che possano far evitare i “cordogli” di turno. In pratica, la proposta di Radice mira a assicurare una maggiore efficienza ed efficacia delle azioni per la tutela dei lavoratori mediante l’istituzione di un “Fondo permanente in materia di sicurezza e salute del lavoro nei cantieri edili e di ingegneria civile” finalizzato ad attività di formazione ed informazione. Il programma d’utilizzo del Fondo sarà predisposto dal Dipartimento Infrastrutture e Mobilità, sulla base delle risorse accantonate l’anno precedente. L’attività di controllo dovrà essere a carico del Dipartimento competente.
Basterà?