Rocchina Sivolella, insegnante, ha fatto una ricerca approfondita sul ?vicolo? nei paesi lucani, dipingendone gli angoli più suggestivi e riportando il tutto, avvolto in un?aura leggendaria, nello scritto ?La Basilicata?si racconta?. Il testo nasce da una ricerca scaturita dalla corrispondenza epistolare della classe quarta (Scuola elementare di via Tirreno in Potenza) con altre classi quarte della regione.
Lucania
?una pietra che ha radici nel cuore del mare e della spiaggia
sembra un dito rivolto al cielo??
(G. Giagni)
Da questa, affermazione di Giandomenico Giagni, tratta dalla prima parte del testo arrivo nel cuore dello stesso scritto e presento alcune leggende ivi contenute?
Lagopesole:la leggenda di Federico II
Sulla torre del castello di Lagopesole sono scolpite in pietra, la testa di un uomo e quella di una donna.Molti pensano che esse raffigurino il volto di Federico II e Bianca Lancia, sua quarta moglie.Secondo una leggenda, Federico II aveva le orecchie d?asino e riusciva benissimo a nasconderle con un cappello, ma l?unica persona a cui era impossibile nasconderle era certamente il barbiere. Dopo un po? di tempo i barbieri scomparivano nel nulla e l?unico a cui potersi affidare era Rasolino, soprannome allusivo indicante il suo piccolo ma affilato rasoio. L?uomo, dinanzi al capo scoperto dell?imperatore, rimase senza parole?che strana visione!Facendo finta di niente, comunque continuò il proprio lavoro.Terminata la rasatura, mentre stava per congedarsi dall?imperatore, senti una voce di rimando: ?Ti risparmio la vita a patto di non rivelare a nessuno ciò che hai visto?.L?uomo scappò subito e cominciò a spiegarsi la ragione della progressiva scomparsa dei singoli barbieri. Intanto il tempo passava ed il barbiere portava con sé il gran segreto, ma un giorno, non riuscendo più a sopportare tale macigno, dopo essersi inoltrato in un campo, si scavò una buca,vis?inginocchiò gridando: ?Il re Barbarossa tiene le orecchie d?asino?; si guardò intorno e non vedendo nessuno rientrò a casa.Dopo alcuni mesi, proprio in quella buca nacque un?alta canna. In agosto, un pastore, passando di lì, vide la canna e decise di costruirsi uno zufolo per rendere più allegre e piacevoli le sue giornate.Si meravigliò tanto quando vide che lo zufolo non emetteva suoni ma parole anzi una frase: ?Il re Barbarossa tiene le orecchie d?asino?. Il pastore fece ascoltare a tutti la strana canzoncina, ma ad un certo punto, essa giunse anche alle orecchie dell?imperatore, ma stavolta fu diverso, non minacciò ma si rese conto di una cosa: la forza a cui nessuno può sfuggire è quella della verità. Federico II fece chiamare il barbiere nominandolo conte e dandogli in omaggio quel territorio del Comune di Avigliano che ancora oggi è denominato ?Piano del Conte?; qui si trovava quel meraviglioso laghetto che dette origine al nome di Lagopesole. Negli ultimi periodi della sua esistenza, Federico II si rifugiava spesso nel suo castello preferito e trascorreva tranquilli momenti presso l?amico barbiere.
Perché ho presentato questa leggenda? La nostra storia è intrisa di miti e leggende che appartengono sì al passato, ma le riconsideriamo ancora oggi poiché ogni discorso del passato, parte sempre dal presente, sono le domande di oggi che interrogano le vicende di ieri.
Concludo l?articolo con un?immagine della Lucania tratta da ?La Mia Basilicata? di Concetto Valente, inserita nell?opera di R. Sivolella.
?Questa terra dai tre aspetti, tre anime e tre silenzi colpisce ovunque per le sue incantevoli magie:
in alto:
cieli limpidi stagliati dall?impronta originale della natura, formata da vette scabre, rocciose e aride, quasi sollevate solo per adorare Iddio;la stessa breve spiaggia tirrenica incastonata nella montagna, come una gemma piena di luce e di caldo;
al centro:
nelle gole strette e chiuse in un?infinita vicenda; sui fianchi, nei piccoli laghi selvaggi, dove le ombre incupiscono e nelle caverne senza confini;
in basso:
nelle valli e lungo la costa dello Jonio.
Tre anime in una sola regione ha la regione di Orazio e tre silenzi in uno solo:
– il silenzio delle grotte in alto
– il silenzio delle basiliche sui pendii
– quello delle città morte sullo Jonio.”