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Rischio desertificazione in regione

La desertificazione è un processo che porta alla perdità di suolo fertile. Gli agenti atmosferici, quali pioggia, vento, acqua di ruscellamento e clima, pendenza dei versanti favoriscono la degradazione delle rocce con produzione di ghiaie, sabbie, limi o argille. L’ acqua di ruscellamento che scorre rimuove e trascina con se questi elementi terrosi in grandi quantità verso i fiumi. Nello stesso tempo la materia le piante e la vegetazione muore si decompone, grazie all’ attacco di microorganismi e contribuisce alla formazione dell’ humus e col tempo del suolo. In condizioni naturali la velocità di formazione del suolo e velocità di usura dovuta alla disgregazione del terreno, sono in equilibrio Quando si verifica una rottura di quest’ ultimo a favore dei processi di usura prevalgono fenomeni di erosione. L’ erosione accellerata è l’ anticamera della desertificazione. Questo fenomeno è ormai diffuso nei paesi del Mediterraneo e in Italia, la Basilicata è una delle regioni maggiormente colpite da tale fenomeno.

Le caratteristiche geomorfologogiche e climatiche dell’ area lucana, soprattutto nell’ area dell’ Avanfossa Bradanica, favoriscono lo sviluppo di fenomeni erosivi (calanchi, erosione diffisa, solchi) e fenomeni franosi. Le formazioni geologiche delle colline argillose sud- orientali della mostra regione sono costituite da terreni impermeabili e facilmente erodibili sotto l’ azione di agenti atmosferici quali clima arido e acque di ruscellamento, favoriti anche da movimenti orogenetici (Riggio, 1994). Il clima, in tutta la bassa valle della Lucania presenta spiccati caratteri di aridità con elevate e prolungate temperature estive, che raggiungono anche i 40°C in Agosto. Oltre alla temperatura e alla predisposizione geologica, al degrado del suolo contribuiscono anche una serie di cause antropologiche come l’ urbanizzazione di molte aree, una cattiva gestione delle risorse idriche, la deforestazione e incendi boschivi, processi di sottrazione di risorse per effetto di discariche e di attività estrattive abusive e incontrollate. In particolare, va sottolineato per quest’ ultima che quando i prelievi sono abusivi o maggiorati, non viene rispettato il buon regime dei fiumi provocando erosione negli alvei attivi, passivi e in alcuni casi dei versanti.

In Basilicata una delle principali cause della desertificazione è legata alla deforestazione, ossia la trasformazione da ecosistemi forestali a ecosistemi agricoli per l’ utilizzazione zootecnica e agricola. Nella nostra regione dalla fine dell’ 800 fino ai primi del ‘900, la necessità di sfamare la popolazione, portò a uno scorretto sfruttamento dell’ ambiente: si produsse un intenso disboscamento dell’ appennino lucano per il recupero di vaste aree da sfruttare a scopo seminativo e per il commercio del legname. Il primo degli effetti fu proprio l’ erosione accellerata dei versanti con grandi quantità di detriti recapitati dai corsi d’ acqua (Mastronuzzi, 1996). In particolare, secondo alcune fonti tra il 1877 e il 1900 sarebbero stati disboscati circa 138.000 ha e nel secolo successivo la superficie boschiva si sarebbe ulteriormente ridotta del 50% ( Da Conoscere la Basilicata- Istituto De Agostini). Ad incrementare il disboscamento hanno contribuito anche gli incendi che in dieci anni hanno cancellato una superfice boschiva peri al 7% in provioncia di Potenza e il 9.9% nella provincia di Matera (Riggio, 1994). In Basilicata oggi restano solo modesti lembi sul versante occidentale del Vulture, alcuni rilievi a N-O di Potenza, le alture del Medio- Basento, le pendici del Sirino e del Pollino.

Negli ultimi decenni un altro fattore che contribuisce alla perdita del suolo è il conseguente arretramento della linea di riva su gran parte del litorale ionico. Il fenomeno è causato sia da uno scarso apporto di materiale litoidale trasportato dai fiumi sia all’ intrusione di nuclei salini nelle falde di acqua dolce conseguente agli emungimenti irrazionali delle acque dolci per scopi agricoli. E’ ora che la nostra regione intraprenda una vera politica di difesa del suolo. Questa politica deve comprendere la conservazione dell’ ambiente e della sua popolazione animale e vegetale. Un ottima “cura” si può avviare con la nascita di nuovi parchi nazionali o regionali: i parchi sono aree dove la protezione risulta efficace ed anche vista in senso più ampio. All’ interno delle perimetrazioni vi sono forme di limitazione di caccia, pesca, di raccolta indiscriminata di piante, frutti, fiori, ma nello stesso tempo, soprattutto i parchi regionali sono considerati come uno svago per i cittadini. Ma la cosa più importante con l’ istituzione dei parchi si hanno anche forme di difesa dal degrado del suolo. Allora? Cosa aspettiamo? Che ben vengano il parco dei Calanchi, il parco della Val d’ Agri, prima che la Basilicata si trasformi in un “Texas italiano”!