E dire che dopo l’esito delle scorse elezioni provinciali il partito dei Democratici di Sinistra di Lagonegro sembrava uno dei pochi in grado di reggere alla forza d’urto della Margherita e di mantenere salde le proprie posizioni elettorali. Invece, come un fulmine a ciel sereno, (un cielo d’agosto, tra l’altro) è scoppiato il caos. Andiamo ai fatti. Il 6 Agosto, il Direttivo Ds si riunisce e promuove una risoluzione politica atta a chiedere, in qualità di partito d’opposizione, le "dimissioni del Sindaco e della giunta" all’attuale amministrazione di centro-destra guidata da Francesco Costanza.

Al centro del comunicato largamente diffuso vi è una radicale critica dell’operato dell’amministrazione, (in particolare al finanziamento di mille euro per offrire un mega-pranzo al cardinale Giordano e in merito al pignoramento di un immobile comunale che evidenzierebbe lo stato di crisi del Comune). Il proclama si concludeva invitando l’amministrazione a dimettersi e a tutte le componenti della sinistra lagonegrese ad intraprendere le opportune iniziative contro questa pericolosa amministrazione e ad avviare un più serrato ed approfondito dibattito sui temi programmatici alternativi da proporre al paese. Immediata il botta e risposta con la giunta Costanza. "- Si smentisce categoricamente – ha affermato l’assessore ai lavori pubblici, Enrico Spera – le affermazioni diffuse in relazione ad un presunto pignoramento del capannone dove sorgeva la fabbrica di lampadine fallita una decina di anni fa. La struttura è stata acquistata all’incirca un anno fa dal Comune nel corso dell’asta giudiziaria. Attualmente, sono in corso trattative per riempire di contenuti l’impianto edilizio. Pertanto non è assolutamente vero quanto viene affermato".

Il comunicato divulgato dal Comitato direttivo cittadino dei Democratici di Sinistra, però, ha subito anche una secca, inaspettata e inequivocabile smentita da parte dello stesso segretario dell’unione comunale DS Lagonegro, l’Avv. Domenico Carlomagno, il quale ha detto: "Nessuna risoluzione è stata approvata nella riunione del direttivo del 6 agosto 2004, né si è affidato mandato di redigere documenti, come affermato dal manifesto affisso sui muri della città. Il contenuto dello stesso esprime concetti ed opinioni politiche personali dell’autore che, spinto da manie di protagonismo, ha inteso, in malafede, distorcere la realtà dei fatti, arrecando un danno d’immagine al partito ed alle persone che Io rappresentano a Lagonegro".

Ma la telenovela continua con un’altra e inevitabile replica del Direttivo cittadino DS. "E’ da due mesi – afferma Pietro Guida, autorevole membro del Direttivo cittadino D.S. – che andiamo sviluppando tutte le problematiche e le proposte contenute nel manifesto pubblico stranamente smentito dal segretario. Anche durante l’ultima festa dell’Unità abbiamo invitato pubblicamente il sindaco e la giunta a dimettersi per una serie di motivazioni così ben specificate nel manifesto, in cui, a proposito del riferimento al pranzo offerto al cardinale Giordano, ci tengo a precisare che non c’era nessun intento di offendere Sua Eminenza verso il quale ribadiamo la stima sincera dei Democratici di Sinistra, tant’è che ci sentivamo ben rappresentati al pranzo dallo stesso segretario Carlomagno, invitato dal Sindaco in qualità di consigliere comunale. Noi abbiamo solo contestato alla Giunta l’erogazione del contributo dei mille euro, negati, invece, per altre pubbliche manifestazioni, come l’agosto lagonegrese".

Non si crede nella maniera più assoluta che la convocazione del segretario regionale DS, Vincenzo Folino, possa far cessare le ostilità. Alla base dello scontro vi sono due gruppi che già da parecchio tempo si presentavano in attrito, seppur in modo ben celato. Due modi diversi di interpretare i problemi e le scelte politiche e sui quali si potrà giocare le sorti dello stesso centro-sinistra lagonegrese.

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