Inviato per LucaniaNet.it: Pasquale Stigliani
Conferenza stampa del 6 settembre 2004, presso l?hotel Villa Pamphili, Roma, del ?Workshop internazionale sul decommissioning degli impianti nucleari? organizzato dall?agenzia nucleare OCSE (NEA, Nuclear Energy Agency), dall?agenzia nucleare dell?ONU (IAEA, International Atomic Energy Agency), e dalla Commissione Europea in collaborazione con Sogin e APAT, con sottosegretario all?ambiente Tortoli, L?amministratore delegato della Sogin Bolognini e il Responsabile alla comunicazione della Sogin Spezia.
Leggiamo com’è andata nel dettaglio:
(Giornalista) Qual?è la vostra opinione, dopo le dichiarazioni sulla stampa del Ministro Stanca e Marzano che insistono con il riproporre una politica sul nucleare.
(Tortoli) Secondo me è un problema pragmatico. Nel senso che probabilmente siamo tutti in sintonia, alla luce di quello che abbiamo vissuto in questi anni, del problema energetico in Italia, del fatto che questo paese, per esempio, rispettare il protocollo di Kioto costerebbe 360$ a persona, mentre in Francia 5$ e in Germania 1$, tutto per colpa del fatto che loro hanno il nucleare e quindi il nucleare da un punto di vista del CO2 non influisce, quindi per loro rispettare Kioto costa pochissimo, mentre per noi rispettarlo costerebbe una cifra disumana. Quindi, teoricamente alla luce di questi errori siamo tutti d?accordo sul fatto che è stato sbagliato rinunciare al nucleare anche perché eravamo il terzo paese al mondo, dopo Stai Uniti e Inghilterra negli anni 60, 70, con professionalità capacità e quant?altro. Abbiamo rinunciato ad essere un paese importante perché è significativo non essere più nel nucleare, però, secondo me, se siamo pragmatici, credo che non ci sia strada per tornare indietro. Secondo me non c?è..
(Bolognini) Mi consenta ..
(Giornalista) Il problema è tecnico o politico.
(Tortoli) Secondo me è politico e anche tecnico.
(Bolognini) Vorrei solo fare una precisazione. L?eventuale ritorno al nucleare non è solo una questione ?democratica?. C?è un protocollo che l?Italia ha sottoscritto, Kyoto, per cui si deve rispettare, non si deve rispettare, si fa in modo di non rispettarlo. E con questi termini sembra quasi un problema burocratico. Qui c?è un problema di ben altra natura. Una classe politica, lungimirante ed illuminata deve porsi, non il problema rispetto Kioto o non lo rispetto. Ma do al paese l?energia che gli serve per lo svilupparsi o non glie la do? E a quali costi glie la do? Il paese vuole rimanere competitivo vuole emarginarsi dalla competizione mondiale che si sta facendo sempre più difficile? Questo è il vero problema. Noi stiamo uscendo da molti comparti industriali cominciando da quelli più energivori, l?allumino, la siderurgia, la carta e quant?altro. Perché? Perché l?Italia e l?energia elettrica che serve a far camminare l?industria, costa mediamente il 60% in più di quello che paga l?industria francese, 80% in più rispetto all?industria Svedese. Noi stiamo uscendo fuori dal mercato. E? questo il vero problema che si deve porre una classe politica illuminata, ovviamente senza con questo dire che si deve imporre con mano militare soluzioni che non sono condivise.
(Giornalista) Ma perché non si promuove un referendum?
(Bolognini) Anche se qualcuno dice che non ci sarebbe bisogno del referendum, perché non c?è nessuna legge, questo lo dice il senatore Andreotti che penso sia affidabile in materia, non c?è nessuna legge che oggi impedirebbe il ritorno del nucleare.
(Giornalista) Rilevavo che mai come adesso nel Governo c?è una maggioranza straordinaria favorevole al nucleare, quindi le condizioni oggi, forse dal punto di vista politico, sono più vicine.
(Bolognini) C?è una classe politica che sta davanti al paese, come giusto che sia, essendo la classe che deve guidare il paese, non si deve far guidare dal paese, no, però, mi pare giusto e corretto che la classe politica abbia acquisito questa consapevolezza e che abbia maturato al proprio interno questo problema, e quindi si comincia, lo vediamo su tutti i giornali, all?interno di questa classe politica e del Governo a parlare del nucleare, cosa che era quasi tabù fino ad un anno fa e questo ci fa molto piacere. Il paese non è ancora pronto. Il paese ancora soffre anni e anni di demagogia che gli è stata istallata, in maniera pretestuosa, c?è gente che ci ha costruito la propria carriera politica su questa demagogia. Il paese va informato, va rimesso nella giusta direzione. E? chiaro che il cittadino, qualsiasi, la solita massaia di Varese che si cita sempre, dice, ma fino ad ieri mi avete detto che il nucleare è pericoloso, è l?inferno e adesso mi state dicendo il contrario. Non l?accetterebbe mai cosi. Non semplicemente. Va spiegato. Va chiarito il perché com?è quando, e questo richiede tempo. Spero non tanto.Certo lei ha ragione anche se se decidesse, oggi, adesso, di tornare al nucleare per i motivi che abbiamo detto prima, non è che dopo domani avremo l?energia elettrica prodotta dal nucleare? Realisticamente prima di 5 o 6 anni non ce la faremo.
(Tortoli) Si. Ma prima di 50 anni.
(Bolognini) Ma non lo so. Perché noi quando abbiamo deciso di fare il nucleare negli anni 60.
(Giornalisti) Fra 5 anni potrebbe tornare il nucleare in Italia?
(Spezia) Diciamo che i tempi sono diversive si guarda dal punto di vista tecnico o dal punto di vista politico.
(Bolognini) Io sto parlando tecnicamente.
(Spezia) In Francia una centrale nucleare da 2400 MW si costruisce in 36 mesi oggi. Ma la Francia ha una situazione politica che è radicalmente diversa da quella italiana.
(Bolognini) Tecnicamente sarebbe possibile. L?ostacolo sarebbe di natura politica, sociale, informativa, perché tecnicamente non è vero che abbiamo perso le capacità di fare il nucleare in Italia. Anzi grazie al decommissioning e grazie ad altre iniziative la tecnologia è ancora vivo in Italia. Certamente non facciamoci nemmeno troppe illusioni, perlomeno all?inizio dovremo rivolgerci a un supporto estero, quindi a reattori francesi o americani.
(Giornalista) Visto che servono 5 o 6 anni prima che riparte il programma sul nucleare, ma le centrali italiane vecchie non possono essere usate se ho ben capito, quelle vanno smantellate cosi come le future scorie delle nuove centrali andranno messe nel sito. Quindi il problema del sito è centrale.
(Bolognini) Ripeto il problema non è tecnico ma politico e sociale. Prima di proporre in maniera credibile un ritorno al nucleare dovremmo dimostrare di saper gestire il nucleare passato e che siamo in grado di smantellare, seguendo un programma temporale preciso, le 4 centrali dimesse senza ritardi o dispendio d?energie o soldi, e di saper sistemare in maniera sicura e definitiva le scorie radioattive prodotte dalla passata gestione. Se non riuscissimo a dimostrare questo è chiara che saremmo poco credibili non proporre il ritorno al nucleare. Noi ci stiamo provando e siamo tecnicamente in grado di mostrare che sappiamo smantellare le centrali e sistemare le scorie radioattive. Però ci vuole un consenso generalizzato, perché senza consenso, Scanzano e Acerra, ce lo insegnano, non si riesce a far nulla.
(Tortoli) Ma è per quello che io dicevo; siccome c?è la soluzione tecnica, c?è la società stabilita da tempo perché è stato tutto predisposto con Sogin e con quant?altro. Abbiamo le risorse, anche queste costituite assumendoci questa responsabilità di risolvere il problema delle scoprire. Problemi tecnici non ce ne sono, per questo c?è bisogno che si sciolga il nodo politico. Io avevo detto questa bicameralina, perché è inutile che noi politici si entri negli aspetti tecnici come alla fine siamo voluti entrare, con tutte le audizioni fatte in maniera che c?era il pro e contro, più indirizzate ad aumentare i dubbi più tosto che a confermare quello che è stato ormai una scelta presa ormai da tempo. Quindi, secondo me, per ritornare al discorso del sito, il fatto che esista un decreto qua, la su e giù, però si sa benissimo, possono esistere tutti i decreti di questo mondo, ma se poi non c?è una vera condivisione saltano i decreti. Siamo obbligati, da un punto di vista politico, a cercare soluzioni alternative. Tutto questo fa solo ritardare. Qui non si tratta di trovare scappatoie. E? tutto alla luce del giorno, e questo tema qui si è voluto trasformare in una sorta di dramma fatto di mille sfaccettature. Una Sogin militarizzata. Un Governo che vuole nascondere le cose. Una paese a rischio d?esser contaminato. Qui è tutto alla luce del giorno. Si tratta che i politici, una volta, si assumano le responsabilità serie di affidare ai tecnici, perché questa è una questione tecnica, e non esiste nessuna professionalità che si assuma la responsabilità di mettere a rischio la popolazione. Si è sbagliato probabilmente sul piano dell?informazione, quindi ci sono stati degli errori che ci costeranno cari, perché molto probabilmente, anzi sono sicuro che il sito di Scanzano è il sito migliore possibile che c?era in Italia e che ce lo invidierebbero in tutti i paesi del mondo. Abbiamo sbagliato. Probabilmente non riusciremo, però la politica da questo punto di vista deve fare, secondo me, un passo indietro. E lo deve fare, assumendosi la seria responsabilità, destra e sinistra, di dire che questo è un problema che va risolto nel rispetto di chi il nucleare ce la. Cioè, se abbiamo rinunciato al nucleare e c?è chi il nucleare ce la non in sicurezza. Quindi che si faccia quello che si è fatto per Scanzano, Allora io invito che si faccia un grande putiferio a Saluggia, a Garigliano, dappertutto, che si faccia veramente. Che la gente si incateni perché diventi quello il problema, perché io come politico mi sento che la mia missione è quella, quella di risolvere questo problema, non è quello di rendere più difficile la cosa. Questo problema va risolto, e siccome è un problema minimale, è solo l?ignoranza che può far pensare, cioè il nucleare si controlla, se no come hanno fatto a vivere fino ad ora gli abitanti di Saluggia o delle ex centrali nucleari? Hanno vissuto. Quindi è tutto sotto controllo. Monitorando non ci sono radiazioni. Quindi voglio dire, quando si dovesse fare un sito, per dire, e il controllo e quindi il monitoraggio di questo sito si desse all?Amministrazioni localiche hanno la possibilità di vedere e di controllare dov?è il problema. La stessa cosa è l?elettro smog. Il problema dell?elettrosmog gestiamolo con il discorso del controllo e del monitoraggio e stiamo tranquilli. Oggi c?è la tecnica la tecnologia, se no, voglio dire, non si fa nulla. A rischio zero non si fa nulla.
(LucaniaNet.it – Pasquale Stigliani) Ha che punto è l?istituzione della commissione stabilita dalla legge 368 che ha convertito il decreto 314 del 13 novembre 2003. Poi, poco fa voi avete affermato che Scanzano rimane ancora il sito ideale
(Tortoli) No io non l?ho detto. Io non ho detto. Che mi dispiace, perché avendo studiato le carte ho visto che è un sito che probabilmente pochi paesi nel mondo ce l?hanno tutto qui.
(LucaniaNet.it – Pasquale Stigliani) Ma se non esiste ancora nessuno studio definitivo al mondo sullo stoccaggio. Allo stesso modo, nel momento in cui la commissione decida su Scanzano J.co come pensate di ritornare dopo tutto quello che è successo. A me sembra un?impresa ardua e impossibile.
(Tortoli) Ma guarda, si stà parlando di una cosa che non esiste perché, voglio dire, Scanzano non esiste. L?ho detto io per far capire come siano assurdi in questo paese. Si è sbagliato probabilmente nell?informazione e quant?altro. Scanzano non ha capito, perché, io le dico cosi con tanti errori da un punto di vista probabilmente tecnico e quant?altro. Ma un centro, un sito di quel genere, d?altissima tecnologia non avrebbe creato nessun tipo.
(Bolognini) Avrebbe portato
(Tortoli) avrebbe portato tanto, tanto a quel territorio, in piena sicurezza, perché poi voglio dire. Lì invece si sono cominciati a non vendere i prodotti come se ci fosse già il nucleare. Poi qualcuno ha fatto l?esempio dello champagne. Voglio dire, lo champagne si beve in tutto il mondo. Per cui, purtroppo secondo me, è una occasione persa su Scanzano, ma non è all?ordine del giorno in questo momento. Però voglio dire, ad un certo punto, le faccio un esempio, che poi qui si va per simpatia ed antipatia. Se ad un certo punto si facesse una commissione e a capo di questa commissione si fosse Rubbia, e Rubbia decidesse Scanzano, va bene. Ce cosa succede?
(Bolognini) Qualcuno gli potrebbe dire, ma che fai cambi idea.
(LucaniaNet.it – Pasquale Stigliani) Ma la commissione.
(Tortoli) Guardi io questa cosa non l?ho più seguita anche perché c?è un discorso più d?attività produttive, non lo so se sta andando avanti la commissione.
(Bolognini) Io non posso dire che non sono ovviamente al corrente di quello che succede. Sui tempi dell?istituzione di questa commissione non posso dire nulla. Posso supporre che il Governo, ritenendo che si possa risolvere il problema delle scorie radioattive, il combustibile irragiato tanto per capirci perché quello è il problema vero, in maniera diversa che non quello di un deposito geologico definitivo, abbia considerato una pausa di riflessione per tentare, prima di nominare questa commissione, dando il compito d?individuare il sito, per vedere se era possibile una soluzione diversa a questo problema. Ciò non toglie comunque, che il deposito in Italia sarà fatto prima o poi. Non parliamo in questo momento di deposito geologico, deposito definitivo per le scorie di terza categoria, non parliamo quindi delle centinaia di migliaia di anni, anche per quello, ripeto, forse si stanno trovando soluzioni diverse. Però un deposito superficiale provvisorio per la seconda categoria che ci permette di sistemare in sicurezza rifiuti nucleari di seconda categoriche esistono nel territorio nazionale, che saranno prodotti dallo smantellamento degli impianti e che continuano ad essere prodotti dall?attività ospedaliere. L?Italia ha quindi bisogno comunque di un deposito nucleare come hanno tutti i paesi industrializzati in questo mondo. Non vedo, non si può, volente o nolente, il paese, la classe politica in primis si renda conto di questo fatto. Che si decida finalmente, possibilmente con il consenso delle comunità in generale, di dotarci di questa necessaria struttura.
(Giornalista) Quando verrà ratificato l?accordo global partnership Italia-Russia?
(Bolognini) Posso fare anche qui una previsione. Siccome il Governo Italiano nella persona del Primo Ministro si è internazionalmente impegnato a partecipare a questa iniziativa, e ha stanziato addirittura 1 miliardo di dollari per 10 anni, dei quali 360 milioni di euro sono dedicati per lo smantellamento di armi di distruzione di massa nucleari, sempre nei paesi dell?Unione Sovietica. Io immagino che questo impegno sarà onorato, per cui è solo una questione di tempo. Io credo che, si ha pure con un breve ritardo, perché noi pensavamo d?iniziare i lavori di smantellamento di questo armi di distruzione di massa in particolare i sommergibili, già prima della fine di quest?anno. Questo probabilmente non sarà possibile perché i tempi della ratifica dell?accordo intergovernativo sono più tosto lunghi. Però non mi risulta, da notizie recenti, che nella commissione ad esso dedicata, nell?ambito del Ministero dell?economia, si sia deciso d?inserire nella finanziaria una cifra considerevole, non tutto quello che si aspettava però abbastanza importante da poter cominciare i lavori a partire dagli inizi del 2005. Questo significa che nella finanziaria è prevista la risorsa economica necessaria. Il Parlamento, malgrado gli impegni urgenti d?argomenti più pregnanti che ha da trattare in questo momento, deve trovare il tempo necessario perché ci sia il doppio passaggio alle due camere per ottenere questa ratifica dell?accordo. Io penso sia ragionevole, o ipotizzare, che questo possa avvenire prima della fine dell?anno.