Sembrava, ad agosto inoltrato, che in Regione, avendo rinviato la discussione sullo Statuto al 13 settembre, ci fosse il rompete le righe. Invece ?Zac?: ecco la leggina (votata da tutti) pro ? collaboratori (ovvero portaborse come un po? severamente ribattezzata).

Dopo le ovvie prese di posizione della stampa locale di altri soggetti, solo dopo, sono fioccate una serie di ?censure? più o meno nette (meno nette per lo più) tardive ma gradite.
Metodo e merito. Molti hanno puntato il dito sul metodo e non ci torneremo, ma a nostro parere è soprattutto questione di merito. Orbene, con un quotidiano nazionale che tira circa 150.000 copie, che da settimane aveva avviato una campagna contro ?stipendiopoli?, ci pare quanto meno improvvida la decisione del consiglio regionale lucano.

Ma torniamo a merito: bastano due considerazioni, semplici ma chiare. Il collaboratore afferisce ad uno stretto rapporto di fiducia fra il politico (che lo sceglie) e lui, giusto, giustissimo. Ma se così è non è ammissibile che queste figure vadano a gravare sulla finanza regionale, come qualsiasi dipendente o consulente dell?Ente e non a servizio del consigliere. La seconda, in una regione con grossi problemi anche occupazionali, si crea una scorrettissima ?corsia preferenziale?, a scapito di quei ragazzi che non intendono avvicinarsi alla politica, che vivono di precariato, che si cimentano in pubblici concorsi e che sono preparati e meritevoli.

Ovvero si determina una dannosa istigazione all?emigrazione! Se a ciò si aggiunge che, pare da quanto letto, la copertura finanziaria non sia interamente assicurata, ecco che ci sono almeno tre buoni motivi per, non annacquare, ma abrogare questa legge che tanto malcontento ha provocato nella comunità lucana.

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