24 Grana
I 24 GRANA possono ormai considerarsi a pieno titolo una realtà della scena musicale italiana. Il loro sound, da sempre, cerca di creare un ponte tra l’energia più tribale e la frenetica dinamicità della sintesi digitale, per descrivere e visualizzare il nostro tempo: il tutto genera una miscela nella quale rock, dub, reggae e una decisa propensione alla melodia si armonizzano in maniera sorprendente.
La formazione:
Francesco Di Bella chitarra e voce
Armando Cotugno basso
Renato Minale batteria
Giuseppe Fontanella chitarre
L’intervista:
Pollino Music Festival una delle tappe del vostro tour estivo. Piano, piano avete strattonato la vostra musica fuori dalla terra di Sud, sperimentando anche tappe oltre il confine italiano. Quest’ anno abbiamo suonato a Tokyo. E’ difficile portare in giro la propria musica, ogni giorno cerchi sempre di raggiungere un posto nuovo, in maniera diversa. E’ faticoso portare avanti uno spettacolo che non sempre rientra nei canoni del mercato ufficiale, a volte c’è anche una certa difficoltà ad essere inserirti negli spazi musicali giusti.
Come siete stati accolti a Milano? La prima volta che siamo andati a Milano avevamo già fatto un video, qualcuno già ci conosceva, siamo stati valutati bene da subito e questo ci ha consentito di continuare a credere nel progetto 24 Grana. Suonare nei vari centri sociali e circuiti di club, ha fatto in modo che c’ inserissimo in un contesto fatto di gente con le orecchie già educate al nostro genere di musica. Questo uno dei motivi ci ha anche motivato a non abbandonare il dialetto nei nostri pezzi.
Definisci meglio la scelta di cantare in dialetto. Canto in dialetto perchè riesco meglio ad esprimere l’aggressività che provo quando scrivo i testi. La frase in dialetto mi permette di essere più convincente, più incisivo.
Acido, chiassoso Metaversus, più ricercato, più meditato K Album – vostra terza produzione – avete intenzione di cambiare pelle ancora una volta? Se si, come? Come ben saprai è appena uscito Under – pop nel frattempo è cambiato il modo di rappresentare questo nostro Pop. Fluido nel sottosuolo, una specie di sottoprodotto fortemente legato alla nostra estetica d’indipendenti. Ci siamo divertiti a fare questo disco che si mostra sicuramente più solare rispetto alle produzioni precedenti non a caso, l’abbiamo composto a settembre in una meravigliosa località dell’Umbria vicino il lago Trasimeno.
Pollino Music Festival. Stasera come in altre occasioni vi troverete a dover condividere il palco con le band emergenti. Un consiglio per i vostri neonati colleghi. Il mio consiglio: inseguire sempre i sogni, scoprire qual è il tipo d’espressione musicale migliore per il proprio modo di suonare e soprattutto non arrendersi mai.
La musica fatta di codici sincretici, esperienze sonore diverse che spesso s’incontrano i 24 Grana sono anche questo? Ogni disco è caratterizzato dall’uso di strumenti diversi; per noi la musica elettronica e l’utilizzo del computer in fase di composizione sono pane quotidiano. Abbiamo approfondito il discorso in varie tracce di Metaversus e anche di Loop, adesso ci siamo avvicinati di più agli strumenti che suoniamo senza dimenticare che l’elettronica ci permette di creare dei paesaggi sonori e piccoli quadretti che noi inseriamo all’interno di nostri arrangiamenti.
Come guardi al mercato editoriale italiano? Quello italiano è ancora immaturo e te n’accorgi dal fatto che i dischi costano troppo.