Dopo tanto discutere ed in attesa del giudizio del TAR, prende forma il cantiere del lotto 6a di Macchia Romana, quello del famigerato ?pentagono?. Con tanto di recinzione a prova di sguardi indiscreti o di indesiderate intrusioni.
Per il momento si realizzeranno ?solo? due dei sei corpi che compongono l?intero complesso residenziale. Ma tanto basterà a distruggere definitivamente il sogno di un quartiere più vivibile.

Quel sogno, che un anno fa pareva impossibile, parla di spazi verdi sottratti al cemento, di luoghi di aggregazione, di una città costruita e pensata prima di tutto da chi la vive. Le idee erano tanto semplici da resistere fino ad oggi all?assalto degli interessi in gioco, anche a causa dei rinvii della precedente Amministrazione Comunale. Amministarzione Comunale che si è stata particolarmente attenta a non assumere decisioni scomode, che non si è mai impegnata in un confronto serio con i cittadini e le associazioni, e che non ha voluto mai affrontare le situazioni di ?disagio e di sofferenza? di un intero quartiere che le venivano rappresentate.
Nel frattempo, però, il cerchio si stringeva ed inesorabilmente arrivavano le necessarie autorizzazioni, in un balletto di silenzi, proteste formali, pareri contrari, peraltro accuratamente occultati. Quanto basta per ravvisare più di qualche elemento di illegittimità degli atti amministrativi. In ogni caso, le questioni di legittimità non potevano eludere il problema politico di fondo, che inevitabilmente è divenuto argomento della campagna elettorale.
Così il sogno si è ravvivato, anche grazie al sindaco Santarsiero, che ha dichiarato pubblicamente di condividere gli obiettivi, i metodi e perfino le proposte specifiche avanzate dai cittadini e dalle associazioni. Un sindaco, che con il suo programma elettorale innovativo, impostato a creare una città partecipata, ha ottenuto il consenso di una parte così grande di elettori.

E qui, come per magia, spunta il coniglio dal cilindro del geom. Giuglielmi, nella forma di un bel permesso di costruire, rilasciato a soli due giorni dall?insediamento del nuovo sindaco! Anche in questo caso, in attesa che il TAR decida sulla legittimità del provvedimento, resta il fatto che esso sia stato quanto meno inopportuno, arrivando a complicare ancora di più la vicenda, costringendo le associazioni a ricorrere al tribunale amministrativo e lasciandoci il problema di capire che cosa sia possibile fare in queste condizioni.
A questo proposito, fortunatamente, le leggi urbanistiche parlano chiaro. Anche a concessione rilasciata, la nuova Giunta Comunale, volendo, può adottare una variante ai piani attuativi, che determinerebbe l?immediata sospensione dei lavori, in virtù delle misure di salvaguardia.

Ciò consentirebbe, soprattutto, di dare l?indispensabile risposta politica ad un problema che vede contrapposti diritti e legittime aspettative. Questo è esattamente quello che chiediamo, indipendentemente dai pronunciamenti dei tribunali.
Tutta la vicenda però non può risolversi solo con i tribunali, la politica non può abdicare al suo ruolo e restare alla finestra a guardare: è doveroso riprendere il confronto per verificare se sia ancora possibile trovare soluzioni condivise, e questo non può certamente avvenire confrontandosi su più tavoli distinti.
Crediamo che sia giunto il momento di dare vita, e con assoluta urgenza, a quel tavolo tecnico più volte invocato dai cittadini e sempre pervicacemente negato dalla precedente amministrazione.
Pertanto, convinti che la via della partecipazione sia quella di misurarsi concretamente, ciascuno per la sua parte, con la soluzione dei problemi e sicuri di incontrare nel nuovo sindaco piena condivisione di questo principio, chiediamo a tutti assunzioni piene di rsponsabilità, e l?immediata convocazione di un tavolo tecnico, cui partecipino l?Amministrazione Comunale, i rappresentanti dei cittadini e delle associazioni e l?impresa Albini.

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