Circa sessanta le sculture in legno provenienti da tutta la Lucania in cui l’arte incontra la sacralità e la devozione. Un connubio di forze tra Istituzioni e Università, nell’intento di promuovere cultura.

La mostra, inagurata l’1 luglio, si avvale della presenza di circa sessanta pezzi di scultura in legno provenienti da tutto il territorio lucano. Realizzata per volere di Pierluigi Leone De Castris, già presidente del corso di laurea in Operatore dei Beni Culturali dell’Università degli studi della Basilicata, e di Paolo Venturoli, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico della Basilicata, la mostra vede coinvolti, tra i numerosi partner, la Banca Carime, che è stata lieta di aderire al progetto considerandolo come un strumento per la valorizzare della cultura nel nostro territorio, attraverso la quale esso si sviluppa e cresce.

Le opere presenti sono in gran parte costituite da Madonne in trono, Madonne stanti con Bambino e Crocifissi ma non mancano neanche alcuni interessanti simulacri di derivazione francescana come il San Vito o il San Bernardino di Atella. Gli studi fin’ora realizzati sul territorio, erano stati sempre troppo sommari nei confronti della statuaria cosiddetta "minore"; intenti, più che altro, ad analizzare una particolare problematica o un particolare artista, senza mai tentare di stabilire un continum storico tra le opere, gli artefici e i mutati cambiamenti di gusto che nel corso dei secoli, hanno coinvolto tutta l’Europa. La conoscenza e la fruizione partecipata del patrimonio territoriale unita alla riscoperta fra il XII secolo e gli inizi del XVI di opere di altissimo pregio, "libera la Basilicata dall’idea metastorica di "ritardo culturale" che considera la sua arte come "periferia perenne", ideologia troppe volte sostenuta e trasmessa dagli studi sinora realizzati". La riscoperta di un capitolo della sua storia artistica di tutto rilievo, testimoniata attraverso gli oggetti esposti, evidenzia, infatti, un ruolo attivo e critico da parte delle botteghe lucane all’interno di un panorama europeo così variegato e così fervido.

"A questo recupero pieno di una cultura figurativa lucana fra Medioevo e Rinascimento dai forti connotati europei, come ha sostenuto De Castris, sita nel cuore di una rete di scambi e di rotte fra oriente e occidente, deve essere riconosciuto l’infallibilità del metodo che rappresenta una "pietra miliare" nella ricerca storica". Il problema della ricerca scientifica, infatti, è stato superato grazie alla stretta collaborazione con l’Università della Basilicata e in particolar modo della Facoltà di Lettere e Filosofia. "Personalemente, ha affermato il Soprintendente, sono convinto che la collaborazione tra Soprintendenze e Università sia l’unica strada percorribile per portare avanti la ricerca storico artistica". La mostra, quindi, oltre a evidenziare grandi collaborazioni, come quella del Professor Raffaele Casciaro dell’Università di Lecce e del Professor Riccardo Naldi ha permesso di reperire e mettere in discussione, per la prima volta, come sottolinea Ferdinando Bologna nell’introduzione del catalogo, un complesso imponente di opere lucane, la cui qualità, congiunta a un’originalissima fisionomia stilistico tipologica, è risultata in grado di sostenere la ricostruzione di situazioni artistico culturali nuove considerate fino a ieri insospettate.


Scultura Lignea in Basilicata, dalla fine del XII alla prima metà del XVI secolo. Matera, Palazzo Lanfranchi, Piazzetta Pascoli 1


Orario di visita: 09:00-13:00; 16:00-19:00. Chiuso Lunedì.
Ingresso: ? 2,00; ridotto ?1,00
Per informazioni: tel. 0835.31013- Numero verde 800292020
Catalogo mostra: Scultura Lignea in Basilicata dalla fine del XII alla prima metà del XVI secolo, Umberto Allemandi, Torino, 2004

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