GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI IN BASILICATA: PERICOLOSA LA SCORCIATOIA DELL?INCENERIMENTO
APPLICHIAMO I PIANI E AVVIAMO UNA SERIA POLITICA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI: GLI ATO RIFIUTI LAVORINO IN QUESTA DIREZIONE

Con il Decreto Ronchi, nell?ormai lontano 1997, anche l?Italia si era uniformata alle norme europee sulla gestione dei rifiuti, incentrata sulla riduzione delle quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti, sul riutilizzo per allungarne il ciclo di vita, sul riciclo di materia e sul recupero di energia, marginalizzando il sistema finale di smaltimento.
Se si prendono a riferimento gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dal Decreto Ronchi (15 % al 99, 25% al 2001, 35% al 2003), seppure con una modesta media nazionale che ancora non ha raggiunto la seconda soglia del 25%, a livello regionale si nota che il Veneto ha raggiunto la Lombardia sugli obiettivi del decreto Ronchi; l?Emilia Romagna, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige (grazie soprattutto alla Provincia di Bolzano) e il Piemonte hanno superato la quota del 15% e altre quattro regioni centrali si approssimano all?obiettivo del 15% (escluso il Lazio che si accoda alle regioni del Sud con percentuali ancora sotto il 10%).

Più interessanti i dati disaggregati per città: secondo l?indagine Comuni Ricicloni 2003 di Legambiente (fra pochi giorni avremo i dati del rapporto 2004), sono 606 le realtà che riescono a raggiungere e superare gli obiettivi di legge. I comuni che superano il 50% della raccolta differenziata sono 469 (erano 342 nel 2002) e 11 sono comuni del sud. Un centinaio circa hanno superato il 35%.

In queste realtà, la raccolta differenziata, da accessoria è divenuta il perno dell?intero sistema e la raccolta separata degli scarti organici si è rivelata l?elemento fondamentale per il raggiungimento di molteplici obiettivi di gestione. Anche dal punto di vista dei costi la raccolta differenziata conviene: in una recente indagine di Federambiente (realizzata da Scuola Agraria del Parco di Monza e studio Francia) sui costi della gestione integrata dei rifiuti urbani, condotta su un campione significativo di aziende che coprono con il loro servizio circa 8 milioni di abitanti, emerge che le gestioni integrate permettono una ottimizzazione dei costi e delle rese dei circuiti di raccolta differenziata e di quelli della frazione non differenziata. E? comunque assolutamente evidente anche da questo studio che la raccolta differenziata deve essere finalizzata al recupero di materia, pena la scarsa efficacia in termini di risultati: basse percentuali di intercettazione delle frazioni, bassa qualità del materiale raccolto e quindi bassi ricavi dalla vendita del materiale.

?Rispetto al quadro nazionale, afferma Marco De Biasi, Presidente regionale della Legambiente, la Basilicata è molto distante ancora dal primo obiettivo: quello del 15% (siamo al di sotto del 5%), nonostante i Piani di organizzazione della gestione dei rifiuti delle Province avessero indicano il 2003 per il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata. Nulla si è fatto sul lato delle prevenzione per ottenere la riduzione della quantità di rifiuti mentre poco più del 90% dei rifiuti da noi continua a finire in discarica.?

?Bisogna porre al centro la raccolta differenziata, dichiara Antonio Lanorte, Direttore Regionale della Legambiente, abbiamo solo un anno di tempo per organizzare con coerenza un sistema integrato, partendo dalla separazione domestica del secco dall?umido, unica strategia possibile che ci consentirà di produrre compost di qualità, realmente utilizzabile e raggiungere, nel contempo, ottimi livelli di raccolte differenziate. Ci appare invece alquanto strumentale utilizzare questa situazione e creare allarme solo per giustificare una scelta discutibile come quella proposta da molti di utilizzare da subito e massicciamente il sistema dell?incenerimento dei rifiuti.?

?La carenza del settore impiantistico deputato al trattamento del rifiuto, continua Lanorte, anziché al suo smaltimento finale, è sicuramente un elemento che frena lo sviluppo delle raccolte differenziate, ma soprattutto rischia di diventare un volano per chi vorrebbe risolvere il problema della gestione dei rifiuti traslocandoli dalle discariche agli impianti di incenerimento, mantenendo quindi invariato l?approccio dello smaltimento finale sic et simpliciter. È improcrastinabile attuare i piani e realizzare gli impianti di compostaggio previsti ed avviare le raccolte differenziate, senza continuare a richiedere deroghe per le discariche esistenti o a chiederne di nuove.?

?Stiamo verificando in Basilicata, continua De Biasi, una forte resistenza offerta dalle pubbliche amministrazioni a farsi carico delle proprie responsabilità e degli oneri necessari per avviare la trasformazione di un sistema artigianale in un vero e proprio sistema industriale, che ha contribuito a ritardare il concreto avvio dei piani: questo deve essere il livello di intervento degli Ato rifiuti che devono provvedere ad applicare quei piani. Anche le dichiarazioni del presidente dell?ato rifiuti di Matera, lette sulla stampa locale, ci lasciano veramente sconcertati, un pubblico amministratore che prevede di ?congelare? per venti anni una legge dello Stato, non lavora per applicare il piano provinciale dei rifiuti (che per Matera non prevede l?utilizzo di termovalorizzatori) ed auspica di contro un uso massiccio di incenerimento per i rifiuti raccolti in maniera indifferenziata nella provincia di Matera.?

?La termovalorizzazione, conclude Lanorte, è solo l?ultimo atto nella scala delle prirità nel trattamento dei rifiuti, così come confermato anche da due sentenze emesse dalla Corte di Giustizia europea, in base alle quali l’incenerimento, inteso come smaltimento, si colloca, assieme alla discarica, all’ultimo gradino della gerarchia europea di gestione dei rifiuti urbani. Il sistema di gestione integrata dei rifiuti, costituito dalla riduzione di rifiuti alla fonte, selezione e riciclaggio dei materiali, recupero di energia rappresenta la risposta più completa in termini di minimizzazione degli impatti ambientali e ottimizzazione del sistema in termini di efficacia, efficienza ed economicità. Il problema è ancora una volta nella quantificazione dei passaggi e del peso che hanno i primi tre rispetto all?ultimo.?

Legambiente sostiene che riduzione, selezione e riciclaggio devono pesare molto di più rispetto al recupero energetico: solo così si può avere anche la certezza che lo smaltimento finale sarà veramente il segmento residuale rispetto a tutto il sistema.

?La volontà espressa in questi giorni da molti sulla stampa locale, conclude De Biasi, è invece quella di privilegiare la parte del recupero energetico rispetto alle altre. Di conseguenza, anche in Basilicata arrivano chiari segnali di ripresa della logica del “sacro fuoco” ovvero della necessità di andare verso l?incenerimento, seppur con recupero energetico, per la gestione dei rifiuti. Anche la messa in funzione dell?impianto di Potenza, in presenza di percentuali di raccolta differenziata che invece di aumentare in questi ultimi anni sono andate diminuendo, non è la scelta che aiuterà il sistema della raccolta differenziata ad affermarsi. Senza un sistema di raccolte differenziate efficienti e dalle buone performance, l?incenerimento è una scorciatoia perisolosa ed inaccettabile. Non siamo assolutamente in accordo con queste posizioni che invece combatteremo in ogni modo per continuare a sostenere un sistema integrato di gestione dei rifiuti che privilegi il recupero di materia rispetto a quella di energia.?

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