Giovedì 8 luglio, nel Palazzo di Città, si è svolto il secondo degli incontri promossi dal sindaco Santarsiero con i cittadini, le associazioni ambientaliste e tutti i segretari dei partiti cittadini, per affrontare le urgenti questioni urbanistiche del quartiere Macchia Romana.
Opere di urbanizzazione in buona parte incomplete, un problematico equilibrio idrogeologico e la scelta di ricorrere ad improbabili quanto costose opere di drenaggio e stabilizzazione, hanno prodotto il risultato che a circa dieci anni dai primi insediamenti abitativi non esiste una scuola, la chiesa, una palestra, inutile parlare di altre attrezzature pubbliche. I palazzi, invece, quelli sì, continuano a nascere come funghi, occupando e cementificando ogni spazio, in ossequio ad una pianificazione per così dire ?fantasiosa?.
Se questo è il contesto, è dunque un bene, come il sindaco ha proposto, affrontare le questioni tutte insieme. Macchia Romana è, però, da un anno a questa parte simboleggiata, innanzitutto, dalla vicenda del famigerato ?pentagono?. Perché allora, in tanto sfacelo, accanirsi nei confronti di un unico lotto, di un unico complesso residenziale, di un unico costruttore?
Semplicemente perché, se davvero si vuole rispondere alle esigenze di qualità della vita degli abitanti, non sarà sufficiente completare le opere di urbanizzazione previste e neanche introdurre, qua e là, piccoli correttivi. Occorre invece recuperare spazi al centro del quartiere, a partire dai quali avviare un processo di riqualificazione che risponda ai tre requisiti di: salvaguardia dell?ambiente, partecipazione, attenzione alle esigenze fondamentali delle persone. Evitando, ovviamente, nuovi scempi! Il sindaco Santarsiero ha manifestato, anche pubblicamente, di condividere questi obiettivi e perfino le proposte specifiche avanzate, confermando gli impegni assunti in campagna elettorale, anche dopo il blitz della concessione rilasciata due giorni prima del suo insediamento.
E? per questo che appare del tutto fuori luogo sentir parlare di due, tre o quattro sagome, da ruotare o da spostare, senza cambiare nulla di sostanziale nella vita del quartiere. Ma davvero qualcuno pensa che recuperare uno scorcio del boschetto o salvare qualche albero fosse la ragione della nostra battaglia? Adesso, però, si introduce la questione della legittimità degli atti. Ne parla perfino la stessa impresa, dimentica evidentemente che tutto è cominciato con un cantiere sotto sequestro per l?inizio abusivo dei lavori. Ne parlano quelli che per mesi hanno messo in evidenza i diritti dell?impresa nascondendo l?assenza delle necessarie autorizzazioni. Adesso quelle autorizzazioni ci sono, e ci sono pure pareri negativi accuratamente nascosti.
Sulle questioni di legittimità si pronunceranno gli organi competenti, ma basterebbe la circostanziata lettera di denuncia che il Dipartimento Ambiente della Regione ha indirizzato alla Soprintendenza per indurre almeno alla prudenza. Invece nulla. E così un atto, quantomeno inopportuno, come il permesso di costruire, diventa l?ennesima condizione capestro.
Che cosa può fare l?Amministrazione Comunale in queste condizioni? Sul piano della legalità essa ha il dovere, oltre che il diritto, di intervenire, soprattutto oggi che è a conoscenza del parere negativo del Corpo Forestale dello Stato, espressamente richiesto dal Comune ed occultato dall?Ufficio Foreste della Regione.
Sul piano politico la nuova Giunta comunale, se davvero avrà intenzione di dare segni di discontinuità rispetto al passato, potrà immediatamente adottare una variante (le varianti possono essere adottate con deliberazione della giunta comunale ai sensi dell?art. 3 della L.R. n.37/96). In tal modo scatterebbero le misure di salvaguardia e la questione si avvierebbe, come sarebbe naturale, verso una soluzione politica. Peraltro, come è noto, le soluzioni prospettate, oltre ad essere migliorative per il quartiere, lo sarebbero anche per le residenze Albini. Il che non ci dispiace affatto, poiché il vero salto di qualità che ci attendiamo dai costruttori è che essi comprendano che qualità della vita non significa solo qualità degli alloggi, ma qualità urbana complessiva. Speriamo vivamente che ciò si possa ottenere con il dialogo, diversamente però non accetteremo diktat da nessuno perché, fino a prova contraria, la città è di tutti e non solo di alcuni.
http://www.macchiaromana.it
Il movimento di cittadini per la qualità della vita di Macchia Romana