La Cattedrale di Marsiconuovo si staglia solennemente al vertice del paese, unita in un unico complesso all?episcopio. Dedicata a San Giorgio, venne edificata nel 1131. Prima di quella data la chiesa principale della diocesi fu la parrocchia di San Michele Arcangelo.

La Chiesa è dotata di un?unica navata, decorata da stucchi, che presenta delle grandi cappelle laterali ed un?abside a parete curva. La facciata è movimentata da un gioco di sporgenze offerto dalle lesene e dalle cornici di coronamento. Al di sopra del portale d?ingresso a timpano, è visibile una nicchia con una Statua della Madonna, ai cui fianchi compaiono due finestrelle. La muratura esterna è realizzata con conci di pietra locale. Nell?interno sono conservati arredi del XVII secolo (pulpito e coro ligneo) e numerose opere d?arte: una Madonna col Bambino, statua lignea del XIV secolo, un busto in legno di S. Canio (1714) e dipinti del Settecento.

La storia della Cattedrale è segnata da una lunga serie di ampliamenti, riparazioni, e rifacimenti dovuti a eventi sismici o incendi ma imputabili anche alla natura del terreno (in pietra calcarea) su cui poggia la chiesa e al dislivello di 15 metri tra l?entrata e l?abside. Quest?ultimo ha per fondamenta una delle torri appartenenti alle mura dell?antica civita.
Il primo intervento ricostruttivo seguì il terremoto del 1138, che rase al suolo quasi del tutto l?edificio sacro. Nel 1293 il maestro Silvestro si occupò dell?innalzamento del campanile. In seguito, nel 1525, il vescovo Ottaviano Caracciolo ordinò il restauro del sepolcro dei vescovi, all?interno della cattedrale, dove, alla morte, fu sepolto egli stesso.

Nuove ristrutturazioni furono fatte eseguire nel 1612 dal vescovo Ascanio Parisi, responsabile anche della sistemazione all?interno della chiesa di una cattedra in pietra. Tra il 1613 e 1639, il vescovo Timoteo Caselli, fece restaurare non solo la cattedrale ma anche il palazzo vescovile, che fu ampliato; tra il 1614 e il 1639 il vescovo Giuseppe Ciantes ordinò l?abbellimento della chiesa con sculture e arredi sacri, nonché l?ingrandimento della sacrestia e del coro.
Tuttavia dopo questi interventi la struttura subì dei danni, dovuti al terremoto del 1673 ma anche, in maniera indiretta, alla carestia del 1672. Si resero così necessarie nuove riparazioni affidate nel 1683 a Giambattista Gambacorta e a Francesco Leopardi. I lavori vennero ultimati con ogni probabilità dal vescovo Luchetti tra il 1686 ed il 1707. Altri restauri si succedettero nei decenni successivi: tra il 1766 ed il 1771 per volontà del vescovo Andrea Tomacelli, tra il 1771 e il 1792 grazie a Carlo Nicoletti ed ancora tra il 1792 ed il 1797 dal vescovo della Torre.

Il 1809 fu l?anno di un terribile incendio che distrusse completamente la cattedrale e l?episcopio. Della ricostruzione che avvenne dalle fondamenta si interessò il vescovo Ignazio Marolda. Anche il palazzo vescovile venne riedificato ed il seminario restaurato.
Nel 1827 i lavori furono ultimati e vennero poste all?interno della cattedrale le spoglie di San Gianuario provenienti dalla diroccata chiesa di Santo Stefano. Il Santo, vescovo di Cartagine, giunse in Italia nel IV secolo d.C. e svolse la sua opera di predicazione dapprima in Abruzzo ed in seguito in Lucania. Qui fu calorosamente accolto dalla popolazione di Marsico. Al contrario a Potenza fu accusato del tentativo di sovvertire il paganesimo, e quindi ucciso mentre era in fuga nel bosco dell?Arioso. Il suo corpo venne gettato per disprezzo in un tronco cavo, dove rimase fino all? 853 quando il vescovo Grimaldo si occupò del recupero dei suoi resti. La decisione di trasportarlo nella badia di Santo Stefano venne presa miracolosamente dai giovenchi che trasportavano il carro con le spoglie, che dinanzi la chiesa si fermarono e morirono.

Un nuovo devastante terremoto, quello del 17 dicembre 1857, rase al suolo la cattedrale insieme al palazzo vescovile ed al seminario. L?opera di ricostruzione ebbe inizio soltanto nel 1875, grazie al vescovo Maria Fania e fu portata avanti, tra il 1882 e il 1899, da Tiberio Durante che fece anche riparare il seminario e riedificare il vescovado.

I lavori si conclusero, per la parte che riguarda la fabbrica, nel 1899. Nel 1906 la chiesa fu finalmente riconsacrata al culto dal vescovo Merisi. La dimensione e la forma della nuova cattedrale non manifestavano differenze rispetto alla chiesa abbattuta dal sisma, ad eccezione del transetto che fu ristretto. L?elegante e massiccio campanile mantenne il suo vecchio aspetto: una torre a cuspide, divisa in tre parti in altezza, ma con un piano in meno rispetto al passato.

L?ultima calamità che sconvolse per l?ennesima volta la cattedrale fu il sisma del 1980, che provocò danni gravissimi: la cupola, il tamburo, il presbiterio e l?abside precipitarono al suolo, notevoli danni riportarono il campanile e le murature della navata. Ma ai crolli è seguito un nuovo intervento di restauro; forse segno che la determinazione e la pazienza umana possono di più dei disastri della natura.

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