PORTI TURISTICI: SI PARLA DI RIPASCIMENTI SABBIOSI COME UNA SOLUZIONE VANTAGGIOSA MA LA MANUTENZIONE E’ TROPPO DELICATA E POCO ECONOMICA

Nell’ articolo del 29/06/2004 abbiamo accertato che l’ urbanizzazione della fascia costiera delle province di Taranto e Matera porterà a un degrado fisico irreversibile dell’ ambiente.

La costruzione di un molo portuale incide in modo rilevante sul trasporto di sedimento lungo la linea di riva provocando un forte fenomeno erosiovo nel tratto di costa sottoflutto.
E’ stato stimato che la costruzione dei moli per i porti sulla costa ionica comportera una perdita annuale di ben 30.000 mc di materiale sabbioso che vanno aggiunti ai milioni di mc di arenile che scompaiono ogni anno a causa dell’ erosione già in atto. A tal proposito pare si sia deciso di risolvere il problema applicando la tecnica dei ripascimenti artificiali di sabbia. Questa tecnica consiste nel trasporto di materiale sabbioso dalla zone di sopraflutto (dove c’è accumulo) alle zone di sottoflutto (dove c’ è erosione), applicando tecniche di "by pass". Il risultato è certamente un ampliamento iniziale della spiaggia senza degradare l’ aspetto paesaggistico della costa, ma come ogni tecnica comporta alcuni svantaggi che solo pochi hanno messo in evidenza.

Ad esempio va considerato sempre un certo margine di insuccesso della tecnica in qualsiasi momento, l’ esigenza di ripetere annualmente l’ intervento, particolare attenzione alla granulometria del sedimento da ripascere (granulometria leggermente maggiore della sabbia presente sulla spiaggia soggetta a ripascimento), infine non è affatto vero che il ripascimento è una tecnica economica, soprattutto se si considerano i costi di manutenzione e i primi delicati interventi per mantenere la stabilità della spiaggia durante le prime mareggiate. Grazie all’ ENEA abbiamo ottenuto dati sulle spese sopportate dal Lazio, Emilia- Romagna e Veneto. Visto che la Basilicata si appresta ad applicare la tecnica di ripascimento dopo la costruzione dei moli portuali è bene dare un idea ai politici e amministratori sulle spese da affrontare.

La regione Lazio possiede 340 Km di coste di cui126 sono in erosione e 60 di questi sono interessati da questo tipo di intervento. Dal 1986 al 2000 a causa dell’ immissione di circa 2.871.200 mc di materiale la regione ha sopportato una spesa complessiva che supera i 41 milioni di euro, escluso la manutenzione e il monitoraggio. Il materiale dragato è stato prelevato sia da cave terrestri che marine.

In Emilia Romagna su 158 Km di litorale di cui 37 in erosione, sono stati riversati in mare ben 2.730.000 di mc di materiale. Questo valore va considerato per difetto dato che al censimento mancano alcuni versamenti effettuati tra il 1994 e il 2001. In particolare basta evidenziare 11 milioni di euro solo per un allargamento iniziale dalla spiaggia comprersa tra Riccione Sud e Lido di Classe Nord, devastate dall’ erosione. Anche in questo caso vanno escluse le spese per mantenere il litorale in equilibrio, soprattutto nel periodo più delicato corrispondente alle prime mareggiate.
In Veneto su 623 Km di litorale circa 30 Km sono interessati da questo tipo di intervento. La quantità totale di volumi immessi dal 1991 al 2000 ammonta a oltre 7 miliomi di mc di materiale (esclusivamente sabbioso) per una spesa complessiva di 74 milioni di euro esclusa la manutenzione, il monitoraggio e tutte le spese per mantenere il litorale in equilibrio in seguito alle prime mareggiate. In questo caso la provenienza delle sabbie è da cave di mare (proprio come deve avvenire in Basilicata) con costi medi di 10.33 euro di sabbia al mc. I testi dell’ Enea, ci forniscono altri dati particolari sui singoli tratti di spiaggia, ma le cifre espresse bastano a far riflettere coloro che vedono nel ripascimento una "cura miracolosa" e definitiva per risolvere tutti i problemi del litorale lucano.

Cosa ve ne sembra? E una tecnica economica? Non è troppo oneroso per la regione Basilicata sopportare spese di miliardi e miliardi di vecchie lire solo per il ripascimento?
Ebbene precisare ancora una volta che queste cifre, di per se elevate non includono le manutenzioni, i monitoraggi sullo stato della spiaggia e gli interventi di a difesa dalle mareggiate invernali oltre al fatto che c’ è sempre una possibilità che la tecnica col tempo possa risultare inefficente. Se questo si dovesse verificare come si agisce dopo che la regione ha speso miliardi di vecchie lire (o milioni di euro)?

A conferma di quanto esposto cito il pensiero espresso da un ingegnere sicuramente con più anni di esperenza del sottoscritto: Il ripascimento artificiale non è assolutamente la tecnica più economica, se si considerano i profili di spiaggia emersa e sommersa dei tratti di costa da ricostruire. Inoltre il ripascimento artificiale per sua natura fa assumere un carattere dinamico alla spiaggia quindi soggetto a modificazioni indotte dal moto ondoso per cui comporta interventi manutentori nel tempo sin quanto non si accerta il raggiungimento dell’ equilibrio della spiaggia sommersa ricostruita, con ulteriori oneri economico non valutabili all’ atto iniziale del progetto. (Bruni, 1996).

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