L’impresa “Industrie del Basento” – la società potentina che produce componenti per auto – ha annunciato la messa in mobilità di 50 lavoratori. Lapidaria e sconcertante, è questa l’ennesima tegola che si abbatte sullo stato occupazionale lucano, già evidentemente in crisi.

A tale “esigenza aziendale” si è avuta, immediata, la reazione delle federazioni sindacali, i quali hanno chiesto alla Regione Basilicata di bloccare il provvedimento nei confronti dei lavoratori e di sedersi ad un tavolo al fine di concertare una soluzione diversa. CGIL, CISL e UIL sono intervenuti duramente ritenendo questa operazione “l’ennesima tappa del lento processo di deindustrializzazione del territorio lucano a cominciare dalla zona industriale di Potenza, con la continua chiusura di aziende e la perdita di centinaia e centinaia di posti di lavoro”. Nell”incontro tenutosi con l’azienda, le segreterie territoriali di FIM, FIOM e UILM di Potenza hanno espresso netta contrarietà alla decisione “unilaterale della dirigenza aziendale” che ha accolto le proposte del sindacato accettando di proseguire il confronto in sede istituzionale.
Per ovviare, si sta anche prendendo in esame la proposta avanzata da un consorzio alimentare nazionale, specializzato nel commercio della grande distribuzione, di utilizzare l’area assegnata alle “Industrie del Basento” per la creazione di un progetto che prevede la copertura di circa 60 mila metri quadri. Nell’attesa di conoscere il piano industriale e le relative cadute occupazionali, però, non ci sono prese di posizione da parte dei soggetti sociali coinvolti.

Del resto, la mobilità annunciata dall’azienda fa da prologo al trasferimento dell’attività in un altro sito della zona industriale di Tito Scalo. In effetti, la storia delle “Industrie del Basento” ha origini lontane. Essa incarna il sogno, oramai sepolto, di dar vita ad un organizzazione produttiva di livello industriale nella città di Potenza.

Già un anno fa, le segreterie territoriali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, durante un incontro con i rappresentati dell'”Industrie del Basento”, chiesero all’azienda la revoca delle procedure di mobilità per 60 unità ed in alternativa l’eventuale ricorso ad altri ammortizzatori sociali. Allora, le organizzazioni sindacali, definirono “incomprensibile e non giustificabile, da parte della Regione, il rinvio della costituzione del tavolo tecnico in precedenza definito e concordato”. A distanza di un anno cambierà qualcosa?

Così, anche per evitare ulteriori ritardi le segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL, unitamente ai rispettivi sindacati dei metalmeccanici FIM, FIOM e UILM di Potenza, esprimendo la giusta e adeguata preoccupazione, si stanno impegnando nel sollecitare un intervento di tutte le istituzioni ed un incontro urgente all’assessorato alle Attività Produttive della Regione Basilicata, per riprendere il confronto già in precedenza avviato, finalizzato al rilancio industriale dell’attività e con esso la difesa dei livelli occupazionali, nel pieno rispetto degli impegni presi.
L’incontro è stato confermato dallo stesso neo-Assessore Regionale alle Attività Produttive, Gaetano Fierro, il quale ha convocato una riunione nella sede della Regione, anche con i vertici dell’azienda, per fare il punto sulla crisi societaria.

Di certo, la notizia della disastrosa fine della vertenza “Industrie del Basento” è in netta controtendenza rispetto ai dati positivi promossi dall’analisi dell’Unioncamere sull’andamento dell’economia regionale e sull’impatto occupazionale. L’indagine, infatti, sostiene che la Basilicata sarà una di quelle regioni che, nell’anno in corso, avranno un aumento del livello occupazionale, con l’1.5%. Purtroppo, la realtà e assai diversa. Anche per questo, i numeri è meglio lasciarli alla cabala.

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