Il borgo di Chiaromonte, in provincia di Potenza e nel Parco del Pollino, è situato in una splendida posizione panoramica sulle valli del Serrapotamo e del Sinni a 794 metri di altezza.
Le sue origini sono antichissime: il primo insediamento risalirebbe all?età del ferro come testimoniano alcuni reperti. Altri ritrovamenti archeologici, quali la cosiddetta ?lucerna di Korus? in bronzo, attestano intensi traffici commerciali con le città greche sullo Jonio. Divenne una cittadina fortificata già nel VII secolo a.C, ma la fortezza principale venne distrutta dal console Crasso durante le guerra servile guidata da Spartaco dal 73 al 71 a.C. In seguito, nel IX secolo un terremoto rase al suolo il paese.

Il centro odierno risale invece al medioevo, ciò è provato da alcuni documenti greci del 1093. Furono i normanni a ricostruirlo dopo il sisma e nel XII secolo doveva già aver assunto una certa consistenza. In quel periodo il borgo era feudo di Roberto il Normanno ed assunse il ruolo di centro politico amministrativo dell?area del bacino del Sinni, ruolo che mantenne anche nei secoli successivi. Il primo conte del paese fu Ugo I detto ?Monocolo?, proveniente da Clermont, in Val d?Oise in Francia. Da qui proverrebbe la denominazione di Chiaromonte, anche se secondo alcuni invece il toponimo si riferirebbe alla collocazione geografica del paese.

Il borgo fu feudo dei Chiaromonte fino al 1319 ed in seguito dei Principi Sanseverino-Bisignano. Questi ultimi, divenuti una delle famiglie più importanti del Regno delle Due Sicilie, rivolsero gradualmente i propri interessi lontano da Chiaromonte, relegando il feudo a un ruolo marginale.
Furono proprio i Sanseverino ad edificare nel XIV secolo il Castello, trasformando un antica roccaforte. La severa fortezza, arroccata sulla collina, svolse la sua funzione difensiva assieme ad una possente cinta muraria con torri cilindriche alternate a torri di pianta quadrata, in parte ancora visibile. Ancora oggi Chiaromonte, il cui impianto medievale è pressoché immutato, riflette il carattere di borgo fortificato.

Grande centro religioso, Chiaromonte nel 1200 fu sede estiva della Diocesi di Anglona. Il suo contado fu sede di molti conventi: Battifarano fondato dai Basiliani, S. Pasquale fondato dai Pasqualini, l?Eremo dei Torchiaruoli, l?Abbazia di S. Anastasio a Carbone, ed altri. Nel 1300 ospitò il Beato Giovanni da Caramola , un mistico originario di Tolosa, che visse nell?eremo di San Saba su una rupe inaccessibile nei pressi del fiume Sinni.

Nel 1532 la popolazione era composta da 235 fuochi (famiglie); nel 1561 erano 206 e nel 1669 solo 75. La forte diminuzione nel numero dei cittadini si dovette alle epidemie di peste che decimarono i residenti nel comprensorio. Nel 1797 il numero degli abitanti era in totale salito a 2250 e in quella stessa epoca si assisteva ad una ripresa del centro, evidenziata dall?edificazione di palazzi signorili e dalla presenza di tre fiere annuali di merci e bestiame. Al censimento del 1862 la popolazione del Comune era aumentata a 3240 abitanti. Oggi sono circa 2200.

Da ammirare in paese, nella piazza principale, la Chiesa Madre dedicata a San Giovanni Battista, con una struttura a tre navate ed un campanile che ingloba frammenti di un?iscrizione medievale; all?interno è custodito un dipinto su tavola risalente al XVI secolo raffigurante la Madonna del Rosario ed un crocifisso ligneo medievale. Tra i palazzi spiccano il seicentesco PalazzoVescovile (sede estiva del vescovo), ed il Palazzo Giura, con portale in marmo di Latronico e torre cilindrica merlata. L?edificio, eretto nella prima metà del 1700 incorporando nel giardino parte delle mura del Castello dei Sanseverino, ospita una collezione di preziose opere di arte cinese.

Degni di interesse sono anche i ruderi del convento del Ventrile dei monaci cistercensi, le necropoli del XI secolo a.C. e la chiesa di S. Tommaso sul Catarozzolo, edificata nel XIV secolo come cappella del Castello. L?interno, con volte affrescate, conserva due tele della scuola di Luca Giordano (Purificazione e Madonna in Gloria con angeli e santi) e un crocifisso ligneo medievale; l?altare maggiore, in marmi policromi, proviene dalla distrutta abbazia del Sagittario.
Dalla collina del Castello, interamente scavata per ricavarne delle grotte utilizzate per la conservazione del vino, si gode un ampio e suggestivo panorama.

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