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Porti turistici sulla Costa Jonica

PORTI TURISTICI SULLA COSTA IONICA: ASPETTI TECNICO-SCIENTIFICI

Tutti i lavori effettuati sulla costa ionica lucana evidenziano una rapida tendenza all’ arretramento della linea di riva negli ultimi quaranta anni, dopo secoli di progradazione. In particolare l’ area costiera compresa tra Metaponto Lido e la foce del fiume Bradano è soggetta a un notevole arretramento (oltre 140 m a destra della foce del Bradano nel periodo 1975-2001, Trivisani et al, 2001). Questo tratto di costa è privo di arenile e la battigia (il bagnasciuga) coincide col piede delle dune, tra l’ altro erose. Abbiamo introdotto l’ erosione costiera in quanto è un argomento strettamente legato alla costruzione dei villaggi turistici e dei porti.

Gli articoli inerenti allo stato recente e attuale della costa ionica sono contenuti nell’ archivio ambiente della testata giornalistica “Lucanianet.it”. Da qualche anno il litorale ionico pugliese e lucano è interessato da una serie di progetti che non sembrano tener conto dell’ impatto ambientale relativo ai problemi d’ inquinamento delle acque, erosione costiera, salinizzazione delle falde, rischio idrogeologico oltre al fatto che le aree indicate per la costruzione dei porti sono interessate dalla presenza di Siti di Importanza Comunitaria (SIC), da una Zona di Protezione Speciale (ZPS) e da aree umide. La Giunta Regionale della Basilicata ha preso atto dello studio di fattibilità relativo all’ insediamento dei porti turistici, con delibera n 2109/2000, redatto per supportare il nuovo Piano Turistico Regionale di cui alla legge regionale n° 34/96, con particolare riferimento all’ insediamento dei porti turistici. Secondo tale studio sono state individuate quattro aree portuali, ma allo stato attuale ne sono state confermate due.

Da un punto di vista sedimentario, la realizzazione di strutture portuali comprometterebbe drasticamente il precario equilibrio di sedimenti tra fiumi e mare. La costruzione dei porti turistici nei pressi delle foci dei fiumi lucani (che siano quattro o due!), va ulteriormente ad aggravare il fenomeno già accertato dell’ erosione costiera.
La costruzione di opere portuali lungo questo tratto di costa porterà a un aggravamento del degrado costiero prevedibile per qualsiasi opera progettata lungo costa. La realizzazione di moli convergenti, favorirebbe l’ accrescimento della spiaggia nelle zone di sopraflutto, ma una maggiore erosione nelle zone di sottoflutto che nel nostro caso riguardano proprio le foci del fiume Basento e Agri provocando ulteriore arretramento costiero. Per quanto riguarda l’ erosione, i progettisti hanno calcolato una perdita netta annuale di 30.000 mc di materiale sedimentario proprio nelle aree di sottoflutto. In altre parole si ammette che la costruzione di moli portuali crea un ulteriore perdita di 30000 mc annui da aggiungere a quella causata dall’ erosione già in corso.


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Teoricamente quest’ area, per le sue caratteristiche fisiografiche non è idonea a una vocazione portuale. Non esistono infatti golfi, insenature rocciose, come ad esempio le coste tirreniche della Basilicata e della Campania. La costa ionica è di tipo sabbiosa, caratterizzata da fondali poco profondi e poco acclivi costituiti esclusivamente da sabbia sciolta (da Comintato per la Salvaguardia del Litorale Ionico e degli Interessi dei suoi Abitanti). Quest’ ultima favorisce in tempi brevi l’ ostruzione alle imboccature dei porti. Per evitare ciò occorrono dragaggi frequenti e quindi costi maggiori.

Un’ altra motivazione contraria alla costruzione dei porti è il carattere idrico dei fiumi. I fiumi lucani a causa delle basse portate annue non possono permettere lo sviluppo di un porto canale da quasi 500 posti barca, tenendo anche presente dell’ ulteriore riduzione dovuta della presenza di numerose dighe e traverse sulle aste fluviali. Tutto questo causarebbe la totale o parziale ostruzione della foce nel periodo estivo. C’ è anche da considerare il rischio idrogeologico: la costa ionica è un area ad elevato rischio. Nel 1959 a causa di una violenta alluvione la pianura costiera ionica venne sommersa da una inondazione dei fiumi Agri-Sinni e Basento.

In questo evento alluvionale Novenbre 1959, in un solo giorno si abbattè una pioggia corrispondente a un terzo della precipitazione media annua che caratterizza la zona. Tali eventi, non sono episodi isolati, ma statisticamente possono ripetersi considerando i tempi di ritorno in base a tutti gli eventi alluvionali accertabili accaduti nella storia. Le aree di foce e la pianura alluvionale ionica sono sede di eventi alluvionali. A questo nella relazione generale non si fa nessun cenno a un evento che, al contrario, è di primaria importanza soprattutto per la salvaguardia delle vite umane (Comitato per la Salvaguardia del Litorale Ionico e degli Interessi dei suoi Abitanti).
Esaminati gli aspetti tecnico- scientifici, ci sono ancora molti interrogativi che chiariremo. Ad esempio, i progettisti sostengono che il fenomeno erosivo delle costa verrà bloccato grazie ai cosidetti interventi di “ripascimento artificiale”. E’ vero che questa tecnica è efficace con una larga percentuale di successo ma, giusto per non tralasciare nessun particolare, affronteremo il discorso sui costi di manutenzione e di gestione. A tal proposito, faremo alcuni confronti con altre regioni italiane del centro- nord che hanno già effettuato queste tecniche.

Ad Esempio l’ Emilia Romagna ha dovuto ricorrere ai ripascimenti, per riscostruire la spiaggia di Riccione distrutta dall’ erosione. Spero che qualche amministratore interessato o coinvolto direttamente nel “megaprogetto” legga il prossimo articolo per rendersi conto quanto sono costosi i ripascimenti e le loro manutenzioni. Così viene da chiederci fra ripascimenti, drenaggio annuale delle imboccature dei porti, manutenzione delle strutture, immissioni di enormi volumi di acqua dolce per soddisfare i fabbisogni idrici per questi villaggi (tenendo presente che la costa metapontina è gravemente affetta da problemi di intrusione di falde salate), a quanto ammonteranno le spese a carico della regione?
Una volta concluso il discorso ambientale, continueremo il “viaggio” sul caso costa ionica analizzando l’ aspetto turistico e quello lagislativo. In particolare affronteremo il discorso sulla valutazione d’ incidenza gravemente omessa dalla regione. A tal proposito anticipo che la Basilicata dovrà pagare alla Comunità Europea una sanzione per il mancato rispetto delle leggi comunitarie e per non aver effettuato la Valutazione d’ Incidenza. Come aspetto turistico dedicheremo la nostra attenzione al “Modello Rimini” tanto esaltato da molti politici.

Addirittura sembra che stiano facendo un “conto alla rovescia” per dare il via ai lavori. Noi cercheremo di chiarire tutti gli inconvenienti e spiegare i motivi che ci spingono a rimanere molto cauti verso tale forma di turismo.
Tutte le notizie e le opinioni che forniremo ai lettori sono frutto di studi esclusivamente tecnico- scientifici senza nessuna influenza politica di qualsiasi parte. Le informazioni sono state tratte da documenti e testimonianze pervenute da Rimini, dalla costa Romagnola e dalle regioni confinanti con la Basilicata.