Un nuovo ente con vecchi problemi. Ecco come si potrebbe riassumere il pensiero, di questi ultimi giorni, di molti cittadini lagonegresi in merito al passaggio della gestione della risorsa idrica dalla società Acquedotto Pugliese S.p.a. alla nuova società, l’Acquedotto Lucano S.p.a e sui relativi effetti…collaterali.

Infatti, a Lagonegro, il decantato ente ‘Acquedotto Lucano S.p.a.’ ha suscitato subito una serie di aspre polemiche sulla legittimità e sulla trasparenza delle bollette del canone idrico 2003 pervenute al domicilio dei cittadini. In poche parole, un altro caso di “bollette pazze”. In particolare, i cittadini avrebbero riscontrato imprecisioni nella lettura dei contatori con conseguente aumento del consumo e dei costi oltre alla mancanza di riferimenti per quanto riguarda il numero dei contatori. Si sono verificati, paradossalmente, non solo casi di chi deve pagare più del dovuto ma anche di chi dovrebbe pagare il canone fognature e depurazione pur non essendo allacciato alla rete.
Nel frattempo, gli operatori di Acquedotto Lucano S.p.a., giunti a Lagonegro su richiesta dell’Amministrazione comunale, al fine di effettuare accertamenti e verifiche più puntuali ed indagare sull’accaduto hanno ritirato le cartelle “sotto accusa”. O meglio, hanno ritirato solo le cartelle di quei cittadini che, incollertiti, si sono presentati al Comune al fine di chiedere spiegazioni. Quale sorte toccherà agli altri?

C’è da dire che lo stesso Comune di Lagonegro ha tentato di fare proprie le rimostranze dei cittadini e in un incontro la stessa Giunta comunale ha proposto, attraverso una delibera, la sospensione del pagamento delle bollette dell’acqua per coloro i quali hanno avvertito evidenti discrepanze tra l’effettivo consumo e la richiesta di pagamento.

Ma ciò nonostante la cittadinanza – e con essa (solo) parte dell’opposizione municipale – continua a dar sfogo alla propria rabbia denunciando la mancata trasparenza adottata. “In data 19.07.02 – dichiara Maurizio Coriglione, consigliere comunale di opposizione – la maggioranza e tutta la minoranza (ad eccezione del sottoscritto), con delibera n.27, ha pensato bene di aderire e, senza alcun problema, ad un nuovo carrozzone politico, trasversale, chiamato Acquedotto Lucano S.p.a. ancora una volta imposto, con sapiente arroganza, dai soliti ignoti, o, forse, noti politici. Le nomine degli organi statutari sono state, ancora una volta, di tipo politico e “non tecniche”. Pertanto, – continua Maurizio Coriglione – era il caso, prima ancora di diventare azionista di questa S.p.a., di coinvolgere (lo prevede anche lo Statuto Comunale), i cittadini di Lagonegro, che forse, avrebbero voluto chiedere, discutere e capire riguardo: le fasi del progetto che la S.p.a. ha proposto; i percorsi che la stessa ha individuato e dove essi portano; chiarimenti sui contenuti dell’accordo; i costi fissi, i costi per i consumi, i costi per lo smaltimento dei fanghi della depurazione, ecc. Di certo, bisognava informare la cittadinanza di questa adesione, ritenendo fortemente cresciuto il livello culturale dei cittadini e la conoscenza dei loro diritti e dei loro doveri. Peccato, però, che tutto questo non sia stato fatto e ora se ne pagano le conseguenze”.

E’ vero, si sarebbe dovuto chiedere ai cittadini, anche in conformità allo Statuto comunale, se aderire e in che modo alla società Acquedotto Lucano S.p.a. condividendo il principio di partecipazione democratica alle scelte municipali di interesse collettivo. E’ vero, l’ente Acquedotto Lucano S.p.a. ha iniziato nel peggiore dei modi quest’avventura gestionale facendo addirittura rimpiangere il precursore…pugliese. Solo questo basterebbe per rivedere complessivamente il servizio e l’intera struttura aziendale.

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