Molti sono i comuni della provincia di Matera nel cui territorio scorre il fiume Basento, con un consistente rischio di alluvioni. In particolare lo sviluppo di aree industriali e turistiche comporta una significativa crescita del rischio. Negli ultimi sette anni ben 33 gli eventi idrogeologici che hanno colpito i comuni della Provincia di Matera. Ecosistema rischio 2003 ha preso in esame le attività volte alla mitigazione del rischio di otto Comuni della Provincia
di Matera il cui territorio è soggetto al pericolo di eventi alluvionali.
La buona gestione del territorio, una manutenzione ordinaria e costante degli argini, l?esistenza di un piano di emergenza, l?informazione alla popolazione, la presenza del
volontariato di protezione civile: sono queste le principali armi che i Comuni possono mettere in campo contro il rischio idrogeologico, per non dover mai subire lutti, danni e sofferenze. Nonostante nella provincia di Matera la situazione del rischio idrogeologico appaia grave, ancora
non tutte le Amministrazioni comunali svolgono una efficace ed adeguata politica di prevenzione, informazione e pianificazione d?emergenza. Soltanto 3 dei Comuni intervistati (Scanzano, Policoro e Novasiri) svolgono un buon lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico, due Comuni (Bernalda e Montescaglioso) svolgono uno
scarso lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico. Particolarmente negativi sono gli esempi dei Comuni di Montalbano, Pisticci e Ferrandina che non svolgono praticamente alcun lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico. Nella provincia di Matera nessun Comune intervistato ha raggiunto la classe di merito ?svolge
un ottimo lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico.
AREA TEMATICA RISCHIO
La memoria storica di precedenti alluvioni, il mancato svolgimento di una manutenzione ordinaria dell?alveo, la presenza di fabbricati in area di esondazione, l?esistenza di aree industriali in prossimità degli argini, il mancato rispetto delle indicazioni del Piano stralcio di bacino, l?essere compresi nell?elenco delle ?Legge Soverato?, rappresentano importanti elementi che possono indicare per un Comune il livello di attenzione e/o preoccupazione sul
rischio idrogeologico. Il 50% dei Comuni intervistati ha un forte livello di attenzione e/o preoccupazione sul rischio
idorgeologico, situazione che rende particolarmente necessaria una corretta opera di prevenzione, di informazione ai cittadini e di pianificazione d?emergenza da parte dei Sindaci. Nessuno dei Comuni intervistati svolge una manutenzione ordinaria dell?alveo e delle opere
idrauliche. Cinque Comuni su otto, tutti ad eccezione di Ferrandina, Montescaglioso e Bernalda, seguono le indicazioni del Piano stralcio di Bacino.
Nel 50% dei Comuni intervistati (Pisticci, Ferrandina, Bernalda e Policoro) sono presenti fabbricati ed abitazioni in area golenale o in prossimità dell?alveo. Sempre a Bernalda e a Policoro sono presenti aree industriali in aree di esondazione del fiume e a ridosso degli argini, elementi che possono rappresentare particolari motivi di attenzione e/o
preoccupazione sul rischio idrogeologico.
AREA TEMATICA PIANIFICAZIONE
La pianificazione comunale d?emergenza rappresenta la prima arma che abbiamo contro il rischio idrogeologico. Studiare in ?tempo di pace? cosa fare in caso di emergenza, pianificare in anticipo l?organizzazione di tutte le attività di protezione civile necessarie per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso in un determinato territorio permette un?organizzazione tempestiva e razionale dei soccorsi locali ed un comportamento idoneo dei cittadini, elementi che in caso di calamità diventano determinanti nella salvaguardia della vita umana. Nella Provincia di Matera 5 dei Comuni intervistati hanno un Piano d?Emergenza, tutti indicanti le aree e strutture con funzioni specifiche in caso di emergenza (Centri Operativo Comunale, Aree di Attesa, Strutture d?accoglienza), ma soltanto due Comuni (Policoro e Scanzano) seguono le linee guida tracciate dal Dipartimento della Protezione Civile e aggiornando il piano negli ultimi due anni. Particolarmente valido nei suoi contenuti e nella sua struttura risulta il Piano d?emergenza
comunale redatto dal Comune di Scanzano.
Il Dipartimento della protezione civile ha redatto e diffuso un documento recante criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza per il rischio idrogeologico. E? partendo da questi criteri che Ecosistema rischio ha verificato la presenza, la validità e la struttura dei piani d?emergenza comunali o intercomunali, quale elemento fondamentale per la mitigazione del rischio
idrogeologico.
AREA TEMATICA INFORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO
L?informazione alla popolazione sulla conoscenza del rischio idrogeologico, sui comportamenti individuali e collettivi da adottare in caso di calamità e sui contenuti del piano comunale d?emergenza rappresentano una delle attività principali che i Comuni dovrebbero svolgere: una
popolazione che non si fa prendere dal panico, che sa in caso di emergenza cosa fare e dove andare rappresenta un fondamentale parametro di sicurezza dal rischio idrogeologico. La presenza di apposita cartellonistica nelle aree che in caso d?emergenza assumo funzioni specifiche, campagne informative rivolte ai cittadini (in particolare quelle realizzate nelle scuole), l?organizzazione di corsi di formazione per i dipendenti comunali e l?organizzazione
di periodiche esercitazioni rappresentano attività che i Comuni dovrebbero mettere in campo per una seria politica di mitigazione del rischio idrogeologico.
Il Comune di Scanzano, anche per questa area tematica, rappresenta un esempio positivo, svolgendo una buona attività di informazione alla popolazione, organizzando mirate campagne informative nelle scuole, corsi di formazione ai suoi dipendenti ed esercitazioni che
testino il piano comunale d?emergenza. Particolarmente negativi gli esempi dei Comuni di Pisticci, Ferrandina e Montalbano che non svolgono nessuna attività d informazione rivolta ai cittadini. Il 62% dei Comuni intervistati hanno realizzato iniziative di informazione mirate nelle scuole. Il Comune di Scanzano è l?unico ad aver organizzato un?esercitazione di protezione civile per
verificare la validità del piano d?emergenza comunale.
AREA TEMATICA VOLONTARIATO
Il volontariato di protezione civile ha dimostrato negli ultimi anni di essere un elemento insostituibile nella gestione dei soccorsi in caso di emergenza, sia per i numeri che sa garantire in caso di calamità che per l?altissimo livello di specializzazione che ha saputo raggiungere con la
formazione e l?addestramento. Per questi motivi Legambiente considera il supporto al volontariato
di protezione civile uno degli elementi fondamentali nell?indagine Ecosistema rischio 2003. L?istituzione di un albo comunale e di un coordinamento comunale delle associazioni di volontariato di protezione civile, l?organizzazione di appositi corsi di formazione e l?inserimento dei volontari nel Piano Comunale d?Emergenza rappresentano importanti elementi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Soltanto i Comuni di Policoro e Scansano forniscono un forte supporto alle associazioni di
volontariato di protezione civile presenti nel loro territorio, mentre gli altri Comuni intervistati forniscono uno scarso supporto al volontariato di protezione civile.