Il Museo provinciale di Potenza ospita un?altra mostra alquanto originale, dal 27 maggio al prossimo 30 settembre. L?esposizione è relativa a una serie di entità leggendarie e mitologiche, descritte nei volumi letterari di grandi artisti, impresse in splendide tele, immortalate in maestose sculture, eppure l?esistenza di tali creature è irreale, in quanto sono frutti delle menti degli umani, parti del vivo intelletto. Una spiegazione plausibile sul motivo per cui gli uomini nei secoli hanno dato vita a entità fantastiche va ricercata nel desiderio di comprendere i fenomeni più oscuri e temuti, che il raziocinio non riusciva proprio a intendere. Tali creature erano, in effetti, il mezzo per esorcizzare le paure più recondite, per concretizzare esseri spaventosi e spiegare gli avvenimenti più abnormi. La mostra è strutturata in una duplice sezione: sono esposti prima gli esseri della ?Zoologia fantastica?, un allestimento realizzato in collaborazione con il Museo regionale di Scienze Naturali di Torino; poi i reperti dell??Archeologia fantastica?, rinvenuti in vari siti sparsi nella regione Basilicata, i quali raffigurano le stesse creature fantastiche e irreali.
Si scorgono le sirene, il cui aspetto è ammaliante e sensuale, la bellezza del loro volto è unica, le fattezze del loro busto sono scultoree, la loro pelle appare di candida seta, finanche la loro variopinta coda conferisce a tali fanciulle una castità virginea. Eppure nell?XI libro dell?Odissea la loro soave voce apre la strada alla disperazione e alla sofferenza. Le vicende di tali mirifiche, seducenti e pericolose creature è impressa anche su un tipo di vaso appellato rhyton, rinvenuto a Matera e datato IV secolo a.C.
Altra entità raffigurate sono le Gorgoni, il cui nome rimanda all?aggettivo greco gorgos, ossia terribile, orribile. Nei miti greci si ricordano tre creature: Stenò, Curiale e Medusa. Sia Omero (Odissea) che Esiodo (Teogonia) le conoscono e le descrivono con scrupolosa cura. Le entità sono considerate come degli esseri infernali, simili ai demoni orientali e stanziate in una remota isola dell?Oceano orientale. Le gorgoni avevano il potere di pietrificare ogni creatura che incrociasse il loro sguardo. Solo l?eroe greco Perseo riuscì con l?astuzia a sconfiggere una di loro, la più terribile, Medusa, il cui sangue si posò sul suolo, dando vita a preziosi e splendenti coralli. In Basilicata le gorgoni sono raffigurate mediante antefisse a testa di Stenò, Curiale o Medusa e sono state rinvenute a Vaglio (PZ), in reperti databili VI a.C.
Anche il temibile Minotauro, il mostro dal corpo umano con la testa taurina, è raffigurato su alcuni skyphos del VI evo a.C., ritrovati nel corso di scavi archeologici a Baragiano (PZ). La creatura in esame è ancora più spaventosa delle precedenti, tanto che il greco sovrano Minosse lo fece rinchiudere in un labirinto edificato proprio per isolare la temibile creatura, la quale si nutriva di carne umana. Nelle antiche necropoli lucane sono stati rinvenuti dei pezzi di vasellame che raffigurano il mitico Teseo alle prese con la cruenta battaglia per vincere la bestia terribile, prefigurazione di un demone-custode del temibile regno dell?oltretomba. Ritrovare reperti funerari, i quali riproducevano l?ardua battaglia e la successiva vittoria di Teseo tra le pareti di una tomba indica che le popolazioni accompagnavano i cari defunti con simboli di buon auspicio e regalità, in modo da garantire loro una vita più dignitosa e meno minacciosa nell?aldilà.
Al Museo si può osservare finanche la sfinge. Per i greci essa era la strangolatrice, dal capo di donna, le ali aquiline, il corpo leonino e la coda di drago. Per gli egizi tale essere vivente è considerato il custode dei morti, per questo venne edificata affianco alla piramide di Keophe. La creatura nell?antica mitologia greca, da Pindaro a Sofocle, fino a Euripide, inoltre, bloccava il passaggio ai viandanti in marcia verso Tebe. Se il viaggiatore non rispondeva a un quesito posto dalla sfinge, poteva essere divorato o lanciato giù dalle pareti scoscese di una rupe. Si trattava dunque di un essere crudele, immortalato attraverso statuette e suppellettili di ceramica, che accompagnano i morti nel loro viaggio ultramondano. In terra lucana sono dunque presenti delle raffigurazioni del mostro mitologico, come la figura impressa sullo kylyx del VI secolo a.C., rinvenuto a Baragiano (PZ).
Le popolazioni lucane hanno ripreso le antiche tradizioni, gli atavici miti e le remote credenze di ceppi stranieri, riproponendole e integrandole nella propria cultura. La mostra in esame propone un excursus nel lontano passato della Basilicata e nel recente presente torinese, perché il desio di sognare ed evadere, di scoprire mondi fantastici e creature irreali è vivo da secoli e ancora oggi si continua a costruire creature fantastiche, immerse in immaginari universi fiabeschi e circondate da creature incantate.